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Progettone, alcuni lavoratori confermano: "Solo bugie dai sindacati e siamo stati chiusi fuori"

Alcuni lavoratori confermano che sono stati esclusi dall'assemblea della scorsa settimana: "Ci saranno le sedi opportune per confutare le norme del contratto. Siamo testimoni oculari rimasti fuori"

La firma del rinnovo di contratto del Progettone del 18 maggio 2016
Pubblicato il - 07 novembre 2016 - 10:10

TRENTO. Anche i lavoratori del Progettone scendono in campo e lo fanno per replicare alle affermazioni rilasciate da Manuela Faggioni Sella, segretario di Cgil Flai, intervenuta su ilDolomiti nel botta e risposta con Daniela Gualazzi, presidente del Coordinamento Lavoratori Progettone, all'indomani di mercoledì 4 novembre, quando alcuni lavoratori del comparto sembra si siano visti chiudere le porte in faccia all'assemblea organizzata al Consorzio Lavoro Ambiente.

 

"Parlo a nome e per conto di un gruppo di lavoratori del Progettone - esordisce una lavoratrice - che non possono esporsi in prima persona per paura di atti di ritorsione da parte delle cooperative. Chiediamo ospitalità sul vostro quotidiano per smentire quanto affermato dalla sindacalista: confermo che ci è stato categoricamente impedito di partecipare all'assemblea".

 

Il prologo è l'assemblea convocata dalle tre sigle sindacali firmatarie dell'accordo del rinnovo contrattuale con la Federazione della Cooperazione: all'ordine del giorno l'informativa in merito alla decisione del Tavolo tecnico di confronto, la spiegazione della norma di transizione valida fino al 31 dicembre e lo scenario futuro del comparto a partire dal nuovo anno. 

 

L'inizio del lavori era fissato per le 10.30, orario in cui alcuni lavoratori sembra non abbiano potuto partecipare all'assemblea, in quanto non sarebbero stati fra gli invitati della circolare: "La locandina però non poneva limitazioni anzi 'Raccomandandovi la massima partecipazione - citava Daniela Gualazzi, presidente del Coordinamento - e puntualità porgiamo fraterni saluti'. Si aggiunge inoltre il più classico 'questa è casa mia e qui comando io' pronunciato dal direttore del Consorzio Lavoro Ambiente Lino Melchiorre Orler. Un atteggiamento sintomatico del loro modo di rapportarsi su questo tema".

 

"Ci è stato proibito di partecipare all'assemblea - denunciava quindi Gualazzi - siamo rimasti fuori dalla sala. In un primo momento ci è stato spiegato che non eravamo lavoratori impiegati nelle cooperative alle quali era stato indirizzato l'invito, quindi che si sono sbagliati nell'inviare la locandina. Oggi, mercoledì 2 novembre, giorno dei mortisembrerebbero defunti anche i nostri diritti".

 

La risposta dei sindacati per voce del segretario di Cgil Flai non si era fatta attendere: "Mi preme sottolineare - ci diceva - che non abbiamo chiuso le porte in faccia a nessuno. Ricordo che in luglio è stato il Coordinamento a voler restare fuori dalla sala, convincendo altri lavoratori a fare lo stesso, fornendo una lettura errata dell'accordo. I tre sindacati firmatari (oltre a Cgil Flai anche Cisl Fai e Uila, ndr) dell'accordo riguardante il Progettone hanno predisposto ora un fitto calendario di assemblee per incontrare tutti i lavoratori. Venti incontri in meno di un mese per entrare nel dettaglio delle manovre".

 

L'introduzione del fondo sanitario, la gestione del buono pasto, chiarimenti sul potere d'acquisto e la quattordicesima sono fra i temi che preoccupano i lavoratori e che i sindacati avevano affrontato in assemblea e argomenti utilizzati per rispondere al Coordinamento sulla scarsa trasparenza delle tre sigle.

 

"Tralasciamo le numerose inesattezze e bugie che la rappresentante sindacale ha riportato - ci dice la lavoratrice - ci saranno persone e sedi opportune che le confuteranno, come già avvenuto nel recente passato. Vogliamo smentire le affermazioni che i sindacati non chiudono le porte in faccia a nessuno: siamo stati testimoni oculari di un gruppetto di circa 15 persone a cui è stato impedito di partecipare all'assemblea da un esponente del Consorzio Ambiente Lavoro (si tratterebbe del direttore Lino Melchiorre Orler, ndr) e proprio dalle parti sociali. Denunciamo inoltre l'estrema arroganza delle parti chiamate in causa".

 

In attesa di nuovi sviluppi e di ulteriori incontri che si terranno a breve, sembra crescere il malcontento per una situazione che affonda le radici nel rinnovo del contratto collettivo del comparto firmato il 18 maggio dopo due anni di trattative. Un accordo che non aveva soddisfatto i lavoratori, tanto che proprio a seguito di queste vicende è sorto il Coordinamento Lavoratori Progettone e, dopo alcune segnalazioni e confronti, il contratto era stato congelato per dare vita alla norma transitoria per accompagnare l'ultimo periodo del 2016 e poi lanciare il nuovo contratto del comparto: a due mesi dall'anno nuovo, la tensione e le parti divergono e restano però ancora distanti.  

 

I lavoratori del Progettone vengono utilizzati per interventi di ripristino e valorizzazione ambientale nel "verde", come la realizzazione o la manutenzione delle piste ciclabili e dei sentieri, ma anche, in misura ormai preponderante, per il funzionamento dei servizi erogati da enti pubblici (dalla custodia di castelli e musei alla gestione di archivi e front office, dalle biblioteche ai centri di raccolta differenziata): “Siamo una professionalità a buon mercato. Tanti sono laureati e percepiscono in media un terzo dello stipendio solo perché parte del Progettone. 

 

 

 

 

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