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Progettone, i sindacati rispondono alle accuse del Coordinamento: "Organizzati venti incontri in meno di un mese"

Fondo sanitario, la gestione del buono pasto, potere d'acquisto e quattordicesima fra i temi che preoccupano i lavoratori affrontati dal sindacato per rispondere al Coordinamento sulla scarsa trasparenza delle tre sigle. I sindacati: "Non chiudiamo le porte in faccia a nessuno"

Di Luca Andreazza - 04 novembre 2016 - 11:29

TRENTO. Se non è un porta a porta, poco ci manca: venti assemblee in meno di un mese. Questo il tour delle tre sigle sindacali azienda per azienda, cooperativa per cooperativa "per spiegare nel dettaglio e fornire un'informazione corretta circa il nuovo contratto che riguarda il comparto del Progettone", interviene così Manuela Faggioni Sella, segretario di Cgil Flai, sulle pagine de Il Dolomiti a seguito delle vicende avvenute mercoledì 2 novembre.

 

"Ci è stato proibito di partecipare all'assemblea - denunciava Daniela Gualazzipresidente del Coordinamento Lavoratori Progettone - siamo rimasti fuori dalla sala. In un primo momento ci è stato spiegato che non eravamo lavoratori impiegati nelle cooperative alle quali era stato indirizzato l'invito, quindi che si sono sbagliati nell'inviare la locandina. Oggi, mercoledì 2 novembre, giorno dei mortisembrerebbero defunti anche i nostri diritti".

 

"Mi preme sottolineare - ci dice Faggioni - che non abbiamo chiuso le porte in faccia a nessuno. Ricordo che in luglio è stato il Coordinamento a voler restare fuori dalla sala, convincendo altri lavoratori a fare lo stesso, fornendo una lettura errata dell'accordo. I tre sindacati firmatari (oltre a Cgil Flai anche Cisl Fai e Uila, ndr) dell'accordo riguardante il Progettone hanno predisposto ora un fitto calendario di assemblee per incontrare tutti i lavoratori. La presidente Gualazzi potrà partecipare all'assemblea che riguarda la sua azienda, anche se preciso che è già stata incontrata altre volte in precedenza. Le segnalazioni che provengono dal Coordinamento non sono un ostacolo e vengono prese in considerazione esattamente come tutte quelle degli altri lavoratori".

 

L'ipotetico peccato originario sembra essere il verbale di accordo per il rinnovo del contratto collettivo fra i vertici delle tre sigle sindacali e la Federazione della Cooperazione, dopo due anni di trattativa, sottoscritto il 18 maggio scorso e entrato in vigore l'1 luglio. "All'indomani della firma del rinnovo contrattuale - spiega Manuela Faggioni - la difficoltà di gestione relativa al buono pasto era stata segnalata dai lavoratori e dal Coordinamento e in 10 giorni abbiamo verificato la realtà dei fatti, incontrato Provincia e Federazione delle cooperative, chiesto garanzie, bloccato il contratto e sottoscritto la norma transitoria valida fino al 31 dicembre. Il valore aggiunto di questo contratto può essere visto nell'introduzione del fondo sanitario: una voce di spesa potenzialmente alta per tutto il comparto, visto che lavoratrici e lavoratori possono essere assunti rispettivamente dai 49 e dai 52 anni. A questi incontri partecipa anche il direttore del fondo sanitario per entrare nel merito dei dettagli e della sua attuazione". 

 

"La norma transitoria, firmata senza data, della quale la maggior parte dei lavoratori sono all'oscuro, scade il 31 dicembre e nessuno è a conoscenza di ciò che accadrà dopo. La mancanza di trasparenza è evidente e la realtà delle clausole del contratto viene manipola. I sindacati non accettano contraddittori e stanno seppellendo i diritti dei lavoratori", concludeva Gualazzi il proprio discorso.

 

"La spiegazione della norma transitoria e il rinnovo contrattuale - prosegue il segretario - sono oggetto di queste assemblee. Gli argomenti sono delicati e non semplici: si tratta di questioni tecniche, fiscali e contributive  per le quali stiamo organizzando questi cicli di incontri. I sindacati capiscono la preoccupazione e la tensione, ma stanno coinvolgendo nelle opportune sedi tutti i lavoratori. Non è vero che la quattordicesima è stata tolta, ma si è tramutata in 'premio di produzione' che è detassato (la tassazione è passata dal 23% al 10%, ndr). Le soluzioni che stiamo illustrando sono state votate dai lavoratori e individuate come obiettivo primario nelle assemblee sindacali fin dal 2015, dove è stato accettato un 'contratto di solidarietà' che si traduce in un minimo sacrificio in termini pensionistici a fronte dell'assunzione di 80 nuove persone nel Progettone. Nulla di nascosto".

 

Un rinnovo collettivo che secondo il Coordinamento dei Lavoratori Progettone è però svantaggioso e un nodo caldo è la riduzione della busta paga. "I lavoratori - conclude Faggioni - possono stare tranquilli, il potere d'acquisto non diminuisce rispetto all'accordo scaduto nel giugno scorso, anzi a partire dal nuovo anno questo aumenta: per esempio, se il netto in busta paga era 1.000 euro, ora sarà 900 euro + 100 euro sulla card pasto e l'imponibile contributivo si comporta di conseguenza". 

 

 

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