Progettone, i sindacati chiudono le porte in faccia al Coordinamento Lavoratori del comparto
Oggi si è tenuta l'assemblea indetta dalle tre sigle sindacali Cgil Flai, Cisl Fai e Uila, ma il Coordinamento Lavoratori Progettone non ha potuto partecipare. Gualazzi: "Totale mancanza di trasparenza e chiarezza. Oggi è il giorno dei morti e i sindacati stanno seppellendo i lavoratori"
TRENTO. Le acque del Progettone sono sempre più agitate, assumono un contorno sempre più netto del tutti contro tutti e a farne le spese sono però i lavoratori del comparto. Oggi poteva essere il giorno della svolta, in quanto Cgil Flai, Fai Cisl e Uila avevano indetto un'assemblea al Consorzio Lavoro Ambiente: all'ordine del giorno l'informativa in merito alle decisione del Tavolo tecnico di confronto.
La risposta dei lavoratori coinvolti non è mancata, alle 10.30 però la sorpresa per tante persone delle porte chiuse in faccia: "Ci è stato proibito di partecipare all'assemblea - spiega Daniela Gualazzi, presidente Coordinamento Lavoratori Progettone - siamo rimasti fuori dalla sala. In un primo momento ci è stato spiegato che non eravamo lavoratori impiegati nelle cooperative alle quali era stato indirizzato l'invito, quindi che si sono sbagliati nell'inviare la locandina. Oggi, mercoledì 2 novembre, giorno dei morti, sembrerebbero defunti anche i nostri diritti".
"La locandina però non poneva limitazioni anzi 'Raccomandandovi la massima partecipazione - riporta Gualazzi - e puntualità porgiamo fraterni saluti. Si aggiunge inoltre il più classico 'questa è casa mia e qui comando io' pronunciato dal direttore del Consorzio Lavoro Ambiente Lino Melchiorre Orler. Un atteggiamento sintomatico del loro modo di rapportarsi su questo tema".
L'antefatto è il verbale di accordo per il rinnovo del contratto collettivo fra i vertici delle tre sigle sindacali e la Federazione della Cooperazione, dopo due anni di trattativa, sottoscritto il 18 maggio scorso. "Un contratto altamente peggiorativo - ci dice la presidente - e ricco di ingiustizie al quale ci siamo subito opposti".
Opposizione che ha fatto ritornare Provincia e sindacati sui propri passi, istituendo un tavolo tecnico, al quale il Coordinamento Lavoratori Progettone non può sedere in quanto non risulta fra i firmatari e non viene considerato un sindacato e apportando delle modifiche: "Al tavolo si sono ritrovati i soliti interlocutori e hanno adottato una norma transitoria. Questi interventi correttivi non vanno però ancora bene. Ad esempio, ci è stata tolta l'indennità di 7,28 euro lordi per inserire un buono pasto dal valore di 5,29 euro che i sindacati affermano essere cumulativo. Il lavoratore in questo caso ci perde su tutta la linea: vengono meno in media circa 2.000 euro della capienza contributiva a fini pensionistici, senza dimenticare che a norma di legge il buono pasto non può essere cumulativo".
Le unità lavorative impiegate attraverso il Progettone sono oltre 1.500, uno strumento pensato originariamente per accompagnare alla pensione i lavoratori rimasti disoccupati e che oggi si è evoluto promuovendo anche l'occupazione di chi è senza lavoro. "I sindacati - conclude la presidente - dovrebbero tutelare i lavoratori, che a suo tempo si erano resi disponibili ad accettare un contratto di solidarietà che prevedeva una riduzione di orario. Le tre sigle si riuniscono invece in assemblee mirate, dove la mancanza di trasparenza è evidente e dove la realtà delle clausole del contratto vengono manipolate. La norma transitoria, firmata senza data, della quale la maggior parte dei lavoratori sono all'oscuro scade il 31 dicembre e nessuno è a conoscenza di ciò che accadrà dopo. Cercano di mescolare le carte, isolarci e creare delle spaccature, ma noi invece restiamo compatti. La giornata di oggi è solo un'ulteriore conferma che i sindacati non accettano contraddittori e stanno seppellendo i diritti dei lavoratori".