Presidio dei lavoratori davanti all'Agenzia delle entrate, i sindacati: "Riorganizzazione sulla pelle dei dipendenti"
Giovedì 20 aprile funzionari e dipendenti dell'ente di via Brennero hanno manifestato contro la riorganizzazione aziendale e la delega fiscale alla Provincia. Giuseppe Pallanch (Cisl Fp): "Decisione calata dall'alto, manca il riconoscimento per l'aumento di competenze in qualità e quantità"
TRENTO. Un fronte compatto tra funzionari e addetti ha preso parte al presidio in via Brennero di giovedì 20 aprile davanti alla direzione provinciale dell'Agenzia delle entrate. Una manifestazione indetta, anche a livello nazionale, da Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Pa per chiedere maggiore chiarezza sul futuro dell'Agenzia.
"Ci siamo riuniti - esordisce Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp - contemporaneamente agli altri dipendenti in tutta Italia per chiedere, compatti, riscontri alle notevoli richieste di incontro e confronto avviate a livello nazionale dai nostri segretari nazionali su problematiche che sembrano riguardare solo di riflesso i lavoratori la riorganizzazione dell’Ente, ma che invece fa sentire i propri effetti sulla pelle dei colleghi che lavorano negli uffici. Tutto questo senza che all’aumento delle competenze in termini quantitativi e qualitativi, segua un valido percorso di progressioni economiche".
Un comparto in fibrillazione per la delega fiscale attuata dal governo. Un'agitazione che ha spinto le categorie nazionali Cgil, Cisl e Uil ad inviare il 22 marzo scorso a Pier Carlo Padoan, ministro dell'economia, una richiesta di chiarimento in merito all'imminente riorganizzazione dell'Agenzia delle entrate in conseguenza alla trasformazione di Equitalia in ente strumentale e all'adeguamento della struttura organizzativa in accordo alle raccomandazioni del Fmi e dell'Ocse.
"Il problema - prosegue Carlo Alberto Incapo per la Uil pa - è che il disegno di legge in discussione in Parlamento sulla riorganizzazione dell’Agenzia viene calato dall’alto, rendendo attuali le indicazioni arrivate al Governo dall’Ocse e dal Fondo monetario internazionale al fine di dare pienezza alla trasformazione dell’Ente da soggetto preposto ai controlli e repressione all’evasione, in realtà preposta ad istruire il contribuente su come adempiere ai propri obblighi fiscali, insegnandogli a non sbagliare attraverso le ormai famose politiche di complicance e volontary disclosure. Questo comporta una modifica sostanziale del lavoro dal punto di vista qualitativo per il personale senza che come contropartita siano messe sul campo le risorse necessarie per remunerare l’attività svolta, anzi prevedendo una struttura più snella e autonoma dal punto di vista decisionale”.
I sindacati ricordano anche che, nella conferenza stampa del 9 febbraio, il ministro Padoan e la direttrice dell'Agenzia delle entrate Rossella Orlandi hanno presentato i dati del recupero dell'evasione fiscale relativi al 2016, pari a 19 miliardi: 144 milioni solo in Trentino.
“L’autonomia decisionale - commenta Luigi Diaspro per la Cgil fp - altro non è che l’introduzione di un modello dove l’Ente, inteso come vertici politici e direttivi, acquista il potere di decidere in libertà in merito ad assunzioni, promozioni, valorizzazioni individuali del personale, ma anche esuberi, licenziamenti, spostamenti e tutti gli altri aspetti che riguardano la vita dei lavoratori, in un ottica volta a snaturare l’essenza del lavoro pubblico per riportarlo su una gestione privatistica. Gestione di impronta privatistica che non spetta però al padrone privato, ma ad un management nominato dalla politica. Questo progetto sta già partendo in maniera subdola con la rottamazione di Equitalia che dal primo luglio cessa di esistere per essere trasformata in un Ente Pubblico Economico i cui lavoratori però sono trattati con il contratto privatistico. Eppure l’Ente di riscossione, l’ex spauracchio di ogni contribuente, dovrà colloquiare e collaborare con l’Agenzia, da qui la necessità, secondo la politica, di una riorganizzazione dell’Ente”.
Il comparto interessa oltre 39 mila dipendenti dell’Agenzia delle entrate, "Le finalità - concludono i sindacati - di questo progetto sono chiare: introdurre in Italia una struttura di accertamento e riscossione tributaria che sia più snella, ma anche più malleabile per la parte politica, con la finalità di rappresentare un incentivo per gli investitori ad investire in Italia, un Paese non più vessato dallo Stato impositore, ma amico del contribuente che ti aiuta ed insegna a non commettere errori. Tutto ciò in una realtà dove i debiti per imposte non pagati sono oltre 700 miliardi, dei quali solo 100 miliardi realmente esigibili".