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Gruppo Bancario Cooperativo, alla cordata trentina si aggiungono le "magnifiche sette" del credito del Nord Ovest

Le Bcc del Nord Ovest rappresentano una grande realtà bancaria cooperativa radicata sul territorio con 150 sportelli dislocati e quasi 900 addetti. Negli scorsi giorni Fracalossi era nelle Marche a spiegare il piano. Intanto i dipendenti hanno bocciato il Fondo per l'Occupazione. I sindacati: "C'è il rischio diventi strutturale"

Pubblicato il - 23 febbraio 2017 - 15:58

TRENTO. Continua la "campagna acquisti" di Cassa Centrale Banca di Trento per creare la mega cordata che andrà a costituire il nuovo Gruppo bancario cooperativo. E' di oggi la notizia che sette delle nove banche di credito cooperativo di Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria hanno dato il loro ok al progetto di cordata che ha nell'istituto trentino la capogruppo. A dare la loro adesione al progetto Banca di Caraglio, Bcc di Cherasco, Bcc Casalgrasso e Sant'Albano Stura, Bene Banca, Cra Boves, Bcc Pianfei e Rocca de Baldi e Bcc Valdostano che hanno condiviso con il Presidente di Ccb Giorgio Fracalossi e il direttore generale Mario Sartori, il piano industriale. Un piano che vedrà Trento come sede principale di questo grande gruppo e sette sedi territoriali. Una di queste sarà a Cuneo, in Piemonte

 

Ed è proprio il Piemonte uno dei territori interessati dall'operazione di queste ore. Il polo delle Bcc del Nord Ovest, infatti, rappresenta una grande realtà bancaria cooperativa radicata sul territorio con 150 sportelli dislocati e quasi 900 addetti. Il gruppo Cassa Centrale Banca, cui hanno già dato la preadesione oltre 100 Bbc in tutta Italia, diventerà uno dei più solidi in Italia con un Cet 1 di gruppo superiore al 16% e sarà ai primi posti anche in Europa.  A completare e coronare il progetto approfondito a Caraglio (dove s'è svolto l'incontro tra i vertici delle sette Bcc e quelli di Cassa centrale), c'è Sba (Servizi Bancari Associati Spa che ha sede a Cuneo) che, con i suoi oltre 130 dipendenti, potrà svolgere un ruolo cruciale nei servizi bancari e informatici, sia a favore delle appartenenti al Gruppo che di altre realtà bancarie. 

 

Solo pochi giorni fa Fracalossi era nelle Marche per incontrare 11 Bcc locali e concordare con loro le azioni che verranno intraprese per la costituzione del futuro Gruppo Bancario Cooperativo “Cassa Centrale Banca - Credito Cooperativo Italiano”.  "Sia ben chiaro – ha sottolineato Fracalossi – confermo che ad oggi sono ufficialmente più di 100 le Bcc che hanno formalmente sottoscritto la preadesione al gruppo bancario promosso da Ccb. Banca d’Italia conosce questo elenco dal 30 gennaio. In questa fase stiamo attendendo ancora l’adesione di una quindicina di Bcc che si sono per ora espresse a favore del nostro gruppo".

 

Il progetto elaborato pone al centro le banche di credito cooperativo che devono continuare a svolgere il proprio ruolo di banche di comunità pur collocate all’interno di un solido Gruppo che ne promuova la redditività, l’efficienza e la crescita sul territorio e consenta di affrontare un mercato in evoluzione sempre più competitivo. L’incontro è stato anche occasione per condividere con le Bcc presenti i principali aspetti di attuazione della riforma. "Le scelte e le decisioni definitive – ha affermato il Presidente Fracalossi – vanno compiute consapevolmente. Abbiamo a cuore il futuro del credito cooperativo;  per questo informiamo in assoluta trasparenza le banche su ogni passaggio". La costruzione del nuovo Gruppo Bancario Cooperativo deve puntare al coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti. 

 

Entro fine marzo sono attese le deliberazioni di adesione da parte dei Cda delle Bcc, da confermare nelle assemblee di bilancio del prossimo maggio. In autunno l’aumento di capitale. Tenendo conto solo delle più di 100 manifestazioni di interesse pervenute a Cassa Centrale Banca, alle quali a questo punto si possono aggiungere le "magnifiche sette" del Nord Ovest, il nuovo gruppo si articolerà in più di 1200 filiali, con 7.600 dipendenti capaci di garantire sviluppo del territorio e sostegno a famiglie e piccole, medie imprese. Una capogruppo ampiamente patrimonializzata con oltre 700 milioni di free capital. "Efficienza, qualità dei servizi e dei prodotti - ha concluso  Giorgio Fracalossi - saranno i tratti distintivi del nostro gruppo. Il perimetro è in divenire; sono almeno ancora 15 le Bcc che stanno valutando con attenzione il  nostro progetto industriale".

 

Intanto, però, non tutto brilla in casa Cassa Centrale. I dipendenti oggi hanno detto "no" al Focc, il fondo di occupazione. L'assemblea sindacale si è conclusa con 169 voti contrari, 17 a favore e 4 schede nulle sul totale di 217 dipendenti della capogruppo del credito cooperativo trentino. Il fondo dovrà essere alimentato con la contribuzione di lavoratori e Casse per la gestione degli esuberi. L'iniziativa fin dall'inizio non ha mai visto il coinvolgimento delle sigle sindacali Fisac Cgil, First Cisl e Uilca del Trentino che, anche per questo, sono da sempre contrarie a questo strumento.

 

"E' la dimostrazione che quando si va da soli non si va lontani. Con il Focc si mette in campo un intervento generalizzato sul costo del lavoro che inizia con un periodo di contribuzione di cinque anni, e che potrebbe venire prolungato fino a renderlo strutturale e magari, esteso anche ad altre realtà, in un'ottica di Gruppo Bancario – fanno notare le tre sigle sindacali -. In un quadro di regole in cui è previsto che l'entità della contribuzione al Fondo per l'Occupazione possa variare, in aumento o in diminuzione, in relazione ai fabbisogni, è come considerare i trattamenti economici e normativi dei lavoratori flessibili, cui attingere in base alle necessità. Di fatto, trasferendo il rischio di impresa dalle Aziende ai lavoratori. E' un'impostazione inaccettabile, che mina anche la tenuta del contratto nazionale".

 

Per le tre sigle sindacali, inoltre, il ragionamento non può considerare anche la ormai prossima costituzione del secondo polo nazionale del credito cooperativo. "Sarà quella - concludono - la dimensione con cui dovremo confrontarci, su tutti gli aspetti, anche contrattuali, una volta definiti gli assetti partecipativi".

 

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