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Disdetta contratto porfido. I sindacati: "Proposte inaccettabili. Lavoratori pronti alla mobilitazione"

L'assemblea ha votato lo stato d'agitazione e ha chiesto l'immediato ritiro della revoca. Programmate anche due giornate di sciopero. Ballano nel contratto integrativo circa 500 euro mensili. Il settore occupa 600 lavoratori, 82 concessioni e 150 aziende per l'indotto

Di Luca Andreazza - 21 dicembre 2016 - 17:59

ALBIANO. "I lavoratori del porfido sono pronti alla lotta per difendere il contratto integrativo", afferma Maurizio Zabbeni, segretario di Fillea Cgil. Questa la decisione unanime nell'affollata assemblea di Albiano. "La disdetta unilaterale del contratto è inaccettabile - continua - e quindi il primo passo è l'immediata dichiarazione di agitazione".

 

Nelle prossime settimane i lavoratori, insieme a Fillea Cgil e Filca Cisl, hanno già programmato due giornate di sciopero: "La prima - prosegue Zabbeni - verrà messa in atto in concomitanza della discussione in consiglio provinciale del disegno di legge sulle cave. Un'azione necessaria per vigilare affinché la legge recepisca nell'articolato le tutele del lavoro proposte dalle organizzazioni sindacali".

 

I lavoratori del settore sono circa 600 suddivisi in 82 concessioni e 150 aziende dell'indotto fra Trento, Albiano, Baselga di Pinè, Cembra, Fornace e Lona Lases. L'eventuale disdetta unilaterale del contratto partirebbe dal 1 giugno prossimo e vede ballare una media di 500 euro mensili fra premio presenza, trasporto, indennità settore e lavoro a cottimo: "Il contratto integrativo, sottoscritto nel 2004. è scaduto nel 2008 - informa il sindacalista - da allora sono state apportate esclusivamente delle modifiche per rendere l'accordo più moderno. Ora le parti datoriali vorrebbero ridurre in prossimità allo zero l'integrazione. Una richiesta irricevibile".  

 

I lavoratori incroceranno nuovamente le braccia quando le organizzazioni sindacali incontreranno le parti datoriali proprio sul contratto integrativo: l'incontro sarà richiesto non appena verranno resi noti i pareri legali sia sulla percorribilità giuridica della disdetta del contratto integrativo sia sulla richiesta di chiedere la revoca delle concessioni sull'utilizzo delle cave a fronte della conferma della disdetta. I pareri legali dovrebbero essere pronti per la fine di dicembre. "Il comparto - dice Zabbeni - lavoratori e le organizzazioni sindacali sono pronti a mettere in atto anche il blocco di tutte le lavorazioni a cottimo se al termine del primo confronto le associazioni datoriali confermeranno l'indisponibilità a ritirare la disdetta".

 

Dall'assemblea è arrivato anche un preciso mandato al sindacato di avviare da subito un'azione ispettiva in tutte le cave per verificare il rispetto delle norme su salute e sicurezza: "Già da oggi partiranno le verifiche dei funzionari di Fillea e Filca nei luoghi di lavoro - continua -. Sarà immediata la richiesta formale alla polizia mineraria e all'Uopsal di verificare le condizioni igienico-sanitarie, il rispetto della tutela della salute e della sicurezza anche in relazione ai documenti di valutazione del rischio specifici per le cave, in relazione all'assenza di acqua e della presenza delle polveri, nonché la sollecitazione ad attivare interventi di organizzazione del lavoro per superare le problematiche legate al lavoro all'aperto".

 

Alla Provincia e alle amministrazioni comunali verrà chiesto di intervenire immediatamente a verifica del rispetto di tutte le normative in tema di tutela della salute e della sicurezza, dell'ambiente di lavoro, con specifico riferimento all'esistenza di bagni idonei, spogliatoi ed acqua calda. “Di fronte alle irregolarità accertate – concludono le parti sociali – chiederemo l'applicazione della legge, cioè la revoca delle concessioni e la pretenderemo senza alcuna esitazione”.

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