Delega fiscale, i sindacati preoccupati: "La Provincia intraprende una strada sbagliata"
Le parti sociali sostengono la necessità che l'amministrazione provinciale desista dal portare avanti il piano: "Non è in grado di essere super partes: la Provincia deve rafforzare e aiutare lo Stato a garantire i presidi di legalità"
TRENTO. “L'idea – inizia Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp - che la gestione dell’attività di contrasto all’evasione fiscale possa rientrare fra le competenze politico-istituzionali dell'amministrazione provinciale è sbagliata”.
E’ un ‘No’ forte e deciso quello dei sindacati confederati Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa all’ipotesi di delega per le agenzie fiscali alla Provincia di Trento.
Le parti sociali sostengono la necessità che la Provincia desista nel portare avanti questo piano, in quanto non è in grado di essere super partes: l'amministrazione deve rafforzare e aiutare lo Stato a garantire i presidi di legalità, come quello di Riva del Garda e di altre strutture del territorio che non devono essere chiuse o ridimensionate.
“Desta infatti allarme l'eventuale conflitto di interessi – spiega Pallanch - dove il soggetto pubblico è contemporaneamente controllato e controllore. Solleviamo dubbi sull'imparzialità dei controlli a cause delle numerose partecipazioni dirette e indirette della Provincia in aziende locali e i molti legami contrattuali e politici sul territorio”.
Le sedi trentine dell’Agenzia delle Entrate e dell'Agenzia delle Dogane si esprimono in particolare in modo unanime attraverso una mozione: “Anche se l'Agenzia delle Dogane – dice Luigi Diaspro della Fp Cgil del Trentino – non è più citata nelle ipotesi di delega, questo ente risulta in ogni caso individuato dal comma 515 della legge di stabilità 2014 tra le funzioni statali e relativi oneri finanziari da trasferire o delegare alle Province autonome di Trento e Bolzano”.
Il personale ha condiviso la necessità e l’urgenza di esprimere la propria contrarietà alla prospettiva che possa riguardare la delega di funzioni delle agenzie fiscali alla Provincia. “ Questo scenario – dice Diaspro – potrebbe rappresentare un vero e proprio pasticcio istituzionale e amministrativo, causando incertezza e confusione tra le competenze delegate e quelle escluse: il rischio di contenzioso tra amministrazioni locali e statale, tra contribuenti e amministrazioni è troppo alto”.
La discussione in merito alla delega fiscale pone inoltre in secondo piano la questione, prioritaria, dell’autonomia e dell’indipendenza delle funzioni di controllo. “La preoccupazione – ammette Carlo Alberto Incapo della Uilpa – riguarda inoltre l'esclusione dalla delega dei tributi armonizzanti o applicabili su base transnazionale, così come i contribuenti di grandi dimensioni. Il contrasto all’evasione fiscale deve perseguire sempre la migliore efficienza ed efficacia possibile: siamo convinti che proprio il controllo centralizzato assicura una minore evasione”.
Un altro nodo critico riguarda la delega sulle funzioni della giustizia, dove “non è garantita – commenta Incapo - l’effettività del diritto di opzione. Le ipotesi di inquadramento del personale non seguono inoltre criteri di salvaguardia delle professionalità e delle competenze: si tratta di un'operazione di mero scambio politico, che però non si prende carico degli attori direttamente coinvolti a livello nazionale come a livello locale”.
Le sigle ribadiscono ancora una volta l’importanza della buona amministrazione fiscale per la giustizia sociale e per la salvaguardia dell’attività economica: “Il mancato adempimento degli obblighi tributari – ricordano Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa - aumenta le disuguaglianze, altera la concorrenza, sottrae risorse alla collettività. Nel caso di gestione diretta del fisco, il rischio della particolare attenzione al consenso elettoralistico è del tutto evidente. L’esigenza di un fisco più vicino ai cittadini e alle imprese, come rivendicano autorevoli esponenti politici e istituzionali a sostegno della delega, è un processo già in atto da tempo nelle agenzie fiscali”.
Il riferimento è all’introduzione dell’adempimento spontaneo di regole più semplici e controlli mirati e, sul versante internazionale, con la voluntary disclosure. “I risultati del 2016 – conclude Pallanch – e un gettito record di oltre 19 miliardi dimostrano che la strada intrapresa è corretta. Se resteremo inascoltati l'unica via percorribile è quella dell'agitazione”.