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Crisi Sait, i sindacati: "Atteggiamento ingiustificabile. Non abbiamo ancora ricevuto il piano industriale e l'azienda licenzia e assume manodopera a basso costo"

Nell'assemblea i lavoratori chiedono l'applicazione del contratto di solidarietà. Cgil, Cisl e Uil: "Il consorzio sembra si stia organizzando per esternalizzare alcune delle mansioni attualmente svolte internamente in via Innsbruck, affidandole a Movitrento"

Pubblicato il - 10 febbraio 2017 - 17:12

TRENTO. Venerdì 10 febbraio si è tenuta l'assemblea dei lavoratori contro il piano del Sait per tagliare posti di lavoro e sostituire i dipendenti attualmente impiegati con manodopera a basso costo. "Dai lavoratori è arrivato il preciso mandato a proseguire sulla strada della richiesta del contratto di solidarietà – spiegano i tre segretari Roland Caramelle (Filcams Cgil), Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) e Walter Largher (Uiltucs Uil) -. E' una strada percorribile, questo strumento è stato già adottato in passato: chiediamo che Sait giochi a carte scoperte e presenti il piano industriale che motiverebbe questa pesante riorganizzazione, ma oggi non abbiamo ricevuto nulla".

 

Sindacati e lavoratori chiedono assoluta chiarezza: "Anche oggi i lavoratori in assemblea hanno rimarcato che in Sait si sta operando una sostituzione di manodopera a basso costo – insistono -. Il consorzio sembra si stia organizzando per esternalizzare alcune delle mansioni attualmente svolte internamente in via Innsbruck, affidandole a Movitrento. E da quanto ci risulta la cooperativa sarebbe pronta a modificare il contratto dei propri dipendenti passando dal commercio alla logistica, tagliando dunque sul costo del personale. Questa non è una riorganizzazione è un'operazione di dumping sociale: Sait deve fare chiarezza".

 

Le tre sigle sindacali chiedono inoltre di sgombrare il campo anche da altri dubbi, sempre all'ordine del giorno, come l'approdo in Sait di nuovi lavoratori, registrato nelle ultime settimane, provenienti da altre aziende del settore. "I dipendenti di via Innsbruck - spiegano - si chiedono come si possa spiegare questa situazione a fronte di un piano di 130 esuberi".

 

Questi gli aspetti che saranno affrontati al tavolo di confronto con i vertici Sait: i sindacati sono intenzionati a tenere aperto anche un secondo tavolo sulla riforma del sistema della cooperazione di consumo in relazione ad un modello territoriale della distribuzione commerciale, un piano che prevede il supporto della Provincia. "In questi confronti emerge l'atteggiamento incomprensibile e irresponsabile della Federazione – concludono Caramelle, Avanzo e Largher -. Si parla di aprire una riflessione sulla cooperazione di consumo e la Federazione preferisce restarne fuori, lavandosene le mani come con la vertenza Sait. E' ingiustificabile”.

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