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Cave, i sindacati: "La legge è buona, ma si può migliorare. Sul contratto serve una convergenza, il settore è in agitazione"

Il disegno di legge unificato Olivi-Viola inizia l'iter in consiglio, Fillea Cgil e Filca Cisl giudicano il documento positivo: "Necessaria una filiera della lavorazione e tutelare salute, sicurezza e occupazione". Ancora fermo invece il rinnovo del contratto integrativo: "Non firmiamo un accordo peggiorativo"

L'assemblea Fillea Cgil e Filca Cisl dei lavoratori nel settore porfido
Di Luca Andreazza - 30 gennaio 2017 - 10:53

TRENTO. "Il disegno unificato firmato da Alessandro Olivi (Partito democratico) - Walter Viola (Progetto trentino) ha accolto molte istanze e diversi dispositivi portati alla luce dalle parti sociali", dice Maurizio Zabbeni, segretario di Cgil Fillea. Il riferimento è soprattutto alla 'clausola sociale' e al pagamento diretto dei lavoratori. "Ora la Giunta provinciale - prosegue - dovrà prevedere la regolamentazione dei controlli e la verifica della regolarità contributiva in capo ai concessionari. La strada intrapresa è buona, ma ci sono ancora margini di miglioramento: è indispensabile che la norma sia sufficientemente vincolante nei confronti dei concessionari e delle amministrazioni". 

 

La riforma sulla legge sulle cave per ritoccare la norma 7/2006 ha visto nella seconda commissione di inizio gennaio l'approvazione del disegno unificato Olivi - Viola, mentre martedì 31 gennaio il disegno inizierà il suo iter in consiglio. La terza proposta sul tavolo, quella del pentastellato Filippo Degasperi, non è convogliata nel ddl unico e procederà sul proprio binario. "Molte istanze del mio disegno di legge sono state accettata - spiega il consigliere targato Movimento 5 Stelle - ma sono in difficoltà nel sottoscriverlo. Gli aspetti positivi non mancano, ma questo testo interviene anche su altri temi per i quali emergono delle criticità che non sono per nulla risolte".

 

Un lavoro serrato per accogliere stimoli, spunti e contenuti innovativi rispetto alle proposte iniziali: il disegno di legge unificato ha anche incorporato molte delle istanze e delle sollecitazioni accolte durante le audizioni dalle Asucparti sociali e Comuni.

 

temi critici all'ordine del giorno riguardavano proprio il recepimento di osservazioni dal mondo del lavoro, come l'inserimento della "clausola sociale" (scadute le concessioni nel passaggio dal vecchio al nuovo concessionario, ci sarà l'impegno a presentare nell'offerta l'assunzione dei lavoratori in forza nel precedente regime, ndr), le deroghe in favore di quelle imprese che generano consorzi e reti di specializzazione, una distinzione netta tra norme progettate e rese valevoli solo per il settore porfido (non rientrano i settori sabbie e ghiaie, ndr), i canoni della concessione, le coltivazioni e l'eccessiva discrezionalità delle amministrazioni comunali nel merito di far o meno decadere una concessione.

"Si tratta - continua il segretario - di grandi temi a cuore del sindacato. La salute e la sicurezza dei dipendenti nel settore del porfido sarà oggetto di un dispositivo ad hoc che prevede la revoca immediata della concessione in caso di violazioni: la tutela dei lavoratori e le condizioni di lavoro necessitano di altri interventi della Provincia. E' inoltre necessario iniziare un ragionamento di filiera che riguardino tutte le fasi della lavorazione per garantire l'occupazione e la salute delle unità impiegate nel settore".

 

Nel nuovo disegno di legge dovrebbe essere anche chiarito il ruolo delle Asuc, le quali dovrebbero poter partecipare alle gare, emettere l'atto di concessione e incassare i canoni, ma in sede di trattazione le parti sono convenute nel prevedere una regolamentazione del processo e il rapporto con le amministrazione comunali. "Un punto - commenta Zabbeni - risolto in modo positivo e che configura un giusto contributo in capo alle Asuc disponendo inoltre le tempistiche delle concessioni e delle lavorazioni".

 

Un'altra questione sulla decadenza delle concessioni: "Il quadro - dice - configura delle sanzioni precise, la differenza in questo caso risiede nei controlli e le verifiche della Provincia potrebbero rappresentare una possibile debolezza della norma. E' importante comunque definire le responsabilità e garantire la continuità occupazionale dei lavoratori".

 

Le nubi restano invece dense sul fronte del contratto collettivo, la disdetta unilaterale è prevista per il prossimo 1 giugno. "La speranza - conclude Zabbeni - è quella di poter avviare un confronto finora sottovalutato dopo aver recepito i pareri legali. E' necessario trovare una convergenza, ma non siamo disposti a firmare un contratto peggiorativo per i lavoratori. Il contratto di settore deve garantire qualità e tutela per rilanciare il comparto".

 

I lavoratori del settore sono circa 600 suddivisi in 82 concessioni e 150 aziende dell'indotto fra Trento, Albiano, Baselga di Pinè, Cembra, Fornace e Lona Lases. I lavoratori incroceranno quindi nuovamente le braccia quando le organizzazioni sindacali Fillea Cgil e Filca Cisl incontreranno le parti datoriali proprio sul contratto integrativo.

 

 

 

 

 

 

 

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