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Boom di voucher in Trentino nel 2016, Uil: "Ai primi posti in Italia. Non serve il referendum, ma un accordo per ritornare alla funzione originaria"

Il quarto rapporto della Uil sui dati dell'Inps evidenzia un'impennata dell'utilizzo di questo strumento nell'ultimo anno, oltre 134 milioni di voucher venduti, un'impennata del 24,1% rispetto al 2015 per una stima di oltre 1,6 milioni di persone coinvolte. Walter Alotti: "La proposta di Uil può risolvere il problema. Il referendum presenta troppe incognite"

Di Luca Andreazza - 28 febbraio 2017 - 14:20

TRENTO. "La strada maestra per tutelare il lavoro e il lavoratore è solo l'accordo. Il referendum promosso dalla Cgil, infatti, presenta troppe incognite in quanto si può perdere oppure si potrebbe non raggiungere il quorum e allora dopo diventa difficile cambiare la normativa e modificare la disciplina dopo il voto. Il tema del voucher deve seguire un percorso tecnico e politico. Anche la vittoria presenta fattori di rischio, se questo strumento viene abolito, si lasciano senza tutela coloro che potrebbero fruirne in modo lecito e opportuno", Walter Alotti, segretario della Uil, scende in campo all'indomani dell'intervento a Trento di Maurizio Landini, segretario della Fiom, nel quale aveva lanciato la campagna referendaria su voucher e appalti: "Il Governo deve indicare una data. E' un dovere e una responsabilità istituzionale - aveva aggiunto - garantire il diritto di voto".

 

Referendum sì, referendum no, le parti sociali sono però sulla stessa lunghezza d'onda per lanciare un grido d'allarme riguardo l'abuso dei voucher: "Se analizziamo i dati Inps - commenta il numero uno della Uil trentina - notiamo che i settori in cui viene maggiormente utilizzato sono il commercio, i servizi e il turismo: settori dove proprio lo strumento della contrattazione collettiva garantisce al lavoratore subordinato una ricca gamma di tutele e diritti, ma anche flessibilità con il lavoro a tempo determinato e stagionale. Sempre più spesso, purtroppo, il lavoro retribuito con i voucher viene quindi utilizzato come sostituto del contratto subordinato".


Il quarto rapporto della Uil analizza i dati del 2016 forniti dall'Inps e sono numeri impressionanti: oltre 134 milioni di voucher venduti, un'impennata del 24,1% rispetto al 2015 per una stima di oltre 1,6 milioni di persone coinvolte contro l'1,3 milioni unità dell'anno precedente: "Il Trentino è diciannovesimo su centodieci come dato assoluto - analizza il segretario della Uil trentina - ma se si rapporta questo dato agli abitanti, la nostra Provincia sale ulteriormente nella graduatoria, arrivando ai primi posti". L'uso di questo strumento in Trentino Alto Adige segue le dinamiche nazionali: nell'ultimo anno è cresciuto del +20,7% per 5.576.853 voucher, divisi fra i circa 2 milioni a Trento e i circa 3 milioni e mezzo di Bolzano, rispettivamente al diciannovesimo e sesto posto assoluto. 


Turismo, Servizi, Commercio, Manifestazioni sportive e culturali, Giardinaggio e pulizia, Agricoltura e Lavori domestici, questi i settori di maggior utilizzo di questo strumento in Provincia, una graduatoria dove spiccano, tra gli altri, i fiori all'occhiello del nostro Pil: "Anno dopo anno a partire dal 2008, quando iniziò la prima reale applicazione di questo strumento - conclude Alotti - i voucher sono aumentati in forza delle numerose modifiche legislative che hanno ampliato l'applicazione in modo soggettivo e oggettivo, diventando uno strumento utilizzabile in qualunque status occupazionale e per qualsiasi settore di attività. Tutto questo si è tradotto in una applicazione legittima dell’istituto, ma di fatto 'precarizzante' per i percettori di voucher".


La tracciabilità introdotta con il Decreto Legislativo 185/2016 "che abbiamo salutato in maniera positiva - prosegue Alotti - sostenendo, però, che non può essere l’unico deterrente per abusi e distorsioni, la nostra proposta è diretta ad una revisione dell’istituto per circoscrivere l‘applicazione a situazioni caratterizzate da 'eccezionalità e mera temporaneità' della prestazione. L'effetto iniziale della regolamentazione registra una riduzione dell'uso da parte di alcuni datori di lavoro particolarmente sfacciati, ma il problema non è assolutamente risolto, semplicemente si è mascherato e ritornerà attuale".

 

La proposta della Uil è mirata ad evitare situazioni di lavoro totalmente 'informale', limitando l'uso ad un massimo di due giornate consecutive, un tetto annuo di compenso di 4.980 euro per il prestatore (invece degli attuali 7 mila euro) e un nuovo limite economico di 1.200 euro l'anno per il committente, indipendentemente dal numero dei prestatori di lavoro e la corrispondenza del singolo voucher a quattro ore lavorate.

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