Coronavirus, via libera al Fondo di solidarietà per la crisi economica. Ma il Trentino rischia di non ricevere risorse da Roma
Nonostante i tentativi di minimizzare la portata degli effetti causati dall'emergenza coronavirus con Fugatti a smentire Salvini ma anche con Trentino Marketing a invitare i turisti a raggiungere le nostre località, qualche problemino sembra, purtroppo, emergere in quanto si ricorre alla possibilità di utilizzare il Fondo, come ipotizzato e richiesto dalla Cgil
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TRENTO. "Si è svolto un incontro tecnico e abbiamo analizzato la fattibilità del Fondo di solidarietà per la crisi in particolare nel settore turismo, servizi e commercio". Così l'assessore Achille Spinelli sulla possibilità di ricorrere a questo strumento provinciale per cercare di fronteggiare la situazione difficile nelle aree turistiche.
Nonostante i tentativi di minimizzare la portata degli effetti causati dall'emergenza coronavirus con Fugatti a smentire Salvini ma anche con Trentino Marketing a invitare i turisti a raggiungere le nostre località (Qui articolo), qualche problemino sembra, purtroppo, emergere in quanto si ricorre alla possibilità di utilizzare il Fondo, come ipotizzato e richiesto dalla Cgil.
"I settori quali industria e artigianato - continua Spinelli - hanno altri strumenti e questa misura riguarda in particolare i comparti di turismo, commercio e servizi. E' tecnicamente possibile attivare il Fondo di solidarietà: le risorse disponibili ammontano a 14 milioni di euro e l'80% della retribuzione può essere coperto per i lavoratori sospesi a causa della crisi".
Aderiscono al Fondo di solidarietà circa 8.700 aziende trentine per circa 54 mila lavoratrici e lavoratori. In questo modo si possono garantire le integrazioni salariali ai dipendenti di imprese aderenti quali le cooperative che orbitano nel mondo scolastico e asili, quelle realtà che gestiscono mense e servizi legati alle sospensioni imposte dai provvedimenti provinciali.
Il Fondo, istituito sulla base dell’accordo tra organizzazioni datoriali e sindacali trentine, permette l’accesso alla cassa integrazione a prescindere dalla consistenza dell’organico, che occupano almeno il 75% dei propri dipendenti in unità produttive ubicate nel territorio della Provincia di Trento, e che operano principalmente nei settori quali commercio, turismo e servizi. Un piano che vede anche Confcommercio, Confesercenti, Federazione trentina della cooperazione, Confprofessioni, Asat e Confindustria tra le parti interessate.
"Lunedì prevediamo un incontro tecnico per declinare tutte le modalità di attivazione e attuazione. Oggi l'Inps ha validato la procedura a tempo di record per rendere questo strumento operativo a favore delle imprese", spiega Spinelli.
Nel frattempo si osservano anche le decisioni di Roma a sostegno delle zone rosse e le criticità a livello economico. "Sicuramente nella prima fase il Trentino non verrà coinvolto nei provvedimento e capiamo le problematiche, come l'attenzione a quei territori. Poi speriamo che successivamente si possa intervenire in generale perché anche qui ci sono ripercussioni", conclude il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.