Un thriller con tanti colpi di scena che racconta personaggi e luoghi del territorio, il libro "Le 12 civette" di Juliette Evola a ruba nelle librerie
Grande successo per "Le 12 civette" (Polidoro Editore) di Juliette Evola. Un thriller ambientato nell'agordino e nei territori limitrofi del bellunese che è andato letteralmente a ruba, nelle librerie della zona, tanto da richiedere in alcuni casi più di qualche giorno d'attesa per avere nuovamente delle copie disponibili
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BELLUNO. E' disponibile dal 2 febbraio, pubblicato da Polidoro Editore, il libro intitolato “Le 12 civette”, un thriller ambientato nell'agordino e nei territori limitrofi del bellunese che è andato letteralmente a ruba, nelle librerie della zona, tanto da richiedere in alcuni casi più di qualche giorno d'attesa per avere nuovamente delle copie disponibili. Il successo è probabilmente da attribuire ai temi trattati nel romanzo che lo stanno rendendo, soprattutto sul web e sui social, un piccolo oggetto di culto.
L’autrice Juliette Evola, che stando alla biografia e alla prefazione curata dal filosofo Diego Fusaro, sarebbe originaria di Praga ma vivrebbe a Trieste, ha confezionato un thriller avvincente e appassionante, dimostrando di conoscere piuttosto bene il territorio della provincia di Belluno che viene raccontato nei particolari diventando non solo lo sfondo geografico della storia ma esso stesso parte della narrazione. Qualcuno in rete ha già insinuato il dubbio che Juliette Evola sia in realtà “un nom de plume in stile Elena Ferrante”.
Il libro, uscito nella collana Interzona diretta da Orazio Labbate, è ambientato durante il 2020, l’annus horribilis della pandemia da Covid 19, e racconta la vicenda di Samuele, un uomo di mezza età da poco separato, che durante il lockdown conosce e si invaghisce online di una ragazza di Agordo che scompare improvvisamente nel nulla.
L’unico indizio di cui il protagonista dispone è una misteriosa cartolina del Monte Civetta in cui sono presenti strani simboli esoterici che lo mettono in allarme circa la sorte della ragazza. Terminato il periodo del confinamento, Samuele decide allora di partire alla volta di Agordo per cercare di avere sue notizie, entrando in contatto con un’associazione culturale chiamata “La Confraternita della civetta” che assume via via sempre di più i tratti di una setta satanica. Il fulcro del mistero sembra ruotare attorno a un’azienda biomedicale dove la ragazza era impiegata e che svolge un ruolo strategico nell’implementazione dell’imminente campagna vaccinale.
L’enigma si sviluppa attraverso vari fili e trame, tutti in qualche modo legati a questa parte di Veneto: dal controverso saggio di Maurizio Blondet Adelphi della dissoluzione alle gesta di un mitomane locale che si fa chiamare Erostrato, dal processo inquisitoriale alla strega Ginevra Settembrini alla serie di efferati omicidi risalenti agli anni Trenta, a tutti noti come “I delitti di Alleghe”.
Agordo, Belluno, Cencenighe, Cesiomaggiore, Cortina, San Tomaso, Taibon, le miniere di Valle Imperina, perfino minuscole frazioni come Lonie e Listolade, sono soltanto alcune delle località citate nel testo che menziona personalità locali come Girolamo Segato e Tito Livio Burattini ma anche luoghi iconici quali la Certosa di Vedana, le Pale di San Lucano e altre montagne delle Dolomiti Bellunesi.
Le 12 civette rappresenta quindi non solo un thriller ricco di colpi di scena, ma è anche un concentrato di folclore, tradizioni, personaggi e luoghi del territorio dolomitico. Inoltre il romanzo è narrato in prima persona come un diario pandemico che, accanto alla vicenda privata di Samuele, scandisce i momenti pubblici più significativi di quel periodo così peculiare della storia nazionale recente.
Il tutto crea un mix accattivante in grado di appassionare un ampio pubblico di lettori che, nonostante la ricchezza di elementi, citazioni ed elementi folcloristici, verrà letteralmente catturato da questa nuova proposta letteraria.