Dopo le Tac ko anche le radiologie, Tonina: "Deve essere l'Apss a indicare le necessità, le risorse poi si trovano: l'indicazione della Provincia è chiara"

TRENTO. Dopo le Tac dell'ospedale Santa Chiara di Trento sono andate ko le radiologie al polo ospedaliero di Arco. L'Azienda provinciale per i servizi sanitari è intervenuta per spiegare quanto successo e che una strumentazione è operativa e l'altra in riparazione ma anche per minimizzare (Qui articolo): "Limitati i disagi per i pazienti".

Una situazione stigmatizzata dai sindacati, la Funzione pubblica della Cisl: "Da anni evidenziamo che la strumentazione obsoleta e che si deve investire nel rinnovo del parco macchine. E' una questione di attrattività e di mettere i dipendenti nelle condizioni di poter lavorare" (Qui articolo). Ancora una volta le strumentazioni per la diagnostica si sono fermate.

"I guasti possono accadere perché parliamo di strumentazioni che sono sottoposte a un alto utilizzo", dice a il Dolomiti l'assessore Mario Tonina. "Tuttavia è evidente che poi arriva il momento di dover sostituire gradualmente i macchinari, anche per un discorso di tecnologia e per restare all'avanguardia". La Provincia era sembrata piuttosto infastidita per le Tac andate ko in successione e aveva manifestato l'intenzione di prendere in mano la situazione e di scongiurare un bis. Copione che, però, si è ripresentato a due mesi di distanza.

"Ho già avuto modo di rappresentare che il parco macchine, se necessario, deve essere rinnovato", prosegue Tonina. "La tecnologia progredisce, gli standard di efficienza devono restare il più elevato possibile e le manutenzioni devono essere regolari. Ci vuole tempo per acquistare un macchinario ma dobbiamo investire in questa direzione e l'Apss conosce il pensiero della Provincia. E' compito dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari far presente le necessità e i fabbisogni, poi le risorse le mettiamo a disposizione, come avvenuto per altre esigenze".

A ottobre l'analisi di "Dataroom" a firme Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul Corriere della Sera aveva riportato di una situazione allarmante delle cosiddette "grandi apparecchiature" sanitarie in Italia. In pratica mammografi, risonanze magnetiche, Tac e così via: macchinari cruciali per la diagnostica che, stando ai numeri, sembrano sempre più vecchi e inadeguati. Il Trentino? Non costituiva un'eccezione.

E, nonostante le rassicurazioni dell'Apss, questi ultimi due mesi hanno evidenziato più di qualche problema sul fronte macchinari. Per la Provincia bisogna accelerare. "C'è la volontà di migliorare le strumentazioni per non restare indietro e ridurre i problemi ai macchinari. Ci sono anche le donazioni. Ma deve essere l'Azienda a chiedere e indicare le necessità, poi possiamo intervenire con le risorse e con le soluzioni. Disagi e disservizi, seppur limitati, comportano una conseguenza sull'intero sistema. Invece una tecnologia all'avanguardia ci permette di rispondere alle esigenze dei pazienti e dei cittadini".

Così tutto diventa più difficile. "Anche per il personale. Queste situazioni è evidente che rientrano anche nella questione dell'attrattività del sistema sanitario", conclude Tonina.