Contenuto sponsorizzato

Dopo le Tac ko le radiologie, tra pazienti dirottati e appuntamenti differiti. Sanità in Trentino, che succede? "Funziona solo un macchinario con più di 20 anni"

Dopo il caso delle due Tac guaste all'ospedale Santa Chiara alla fine dell'anno scorso, questa volta fermo macchine alla radiologia di Arco. In pochi mesi è il secondo caso di diagnostiche fuori uso. La Funzione pubblica della Cisl: "Macchinar obsoleti, chiediamo da anni di investire nel rinnovamento"

Di Luca Andreazza - 05 marzo 2025 - 06:00

TRENTO. Due strumentazioni per la diagnostica ferme, alcuni pazienti dirottati sugli altri ospedali del territorio, appuntamenti differibili spostati e personale sanitario in forte difficoltà. Dopo (l'incredibile) doppio guasto all'ospedale Santa Chiara di Trento alla fine dell'anno scorso (Qui articolo), questa volta sono andate ko le radiologie nel polo sanitario di Arco, struttura a servizio di un bacino piuttosto ampio.

 

"Un evento grave", aveva spiegato Mario Tonina. L'assessore era apparso piuttosto infastidito per le Tac andate ko in successione. Aveva manifestato l'intenzione di prendere in mano la situazione e di scongiurare un bis. La richiesta della Provincia e arrivata sul tavolo dell'Apss è di investire per rinnovare le strumentazione. Eppure è successo di nuovo. Due strumentazioni ko in poche ore.

 

Una diagnostica è andata fuori uso lunedì 3 marzo con una prima rimodulazione dell'attività, poi martedì 4 è stato il turno dell'altra radiologia. Resta operativa solo un macchinario "con oltre 20 anni di servizio. Una strumentazione obsoleta che permette solo piccoli interventi", il commento di Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp con Sandro Pilotti, responsabile della Sanità per il sindacato di via Degasperi. "A questo siamo ridotti in Trentino, ormai siamo alla mancanza di rispetto, forse verso la professione stessa. E' davvero stucchevole. L'Azienda provinciale per i servizi sanitari vuole essere attrattiva? Inizi a mettere i nostri professionisti nelle condizioni di poter lavorare e di prestare maggiore attenzione a quanto avviene ogni giorno nei reparti. Non è certo la direzione medica a chiamare i pazienti per spostare appuntamenti programmati, per i quali i dipendenti si preparano e le famiglie si organizzano conseguentemente a un'agenda".

 

Una radiologia per tutto: esami del pronto soccorso, controlli ortopedici, rx toraci o rao A, esami eco e altre diagnosi. Una forte pressione che poi si ripercuote sull'intero sistema. Un copione, purtroppo, simile a quanto avvenuto a fine anno quando a saltare erano state le due Tac dell'ospedale Santa Chiara di Trento. Un doppio guasto tanto grave quanto incredibile.

 

L'Azienda provinciale per i servizi sanitari aveva poi specificato che all'insorgere del problema si era subito mossa. Complici le festività e il contratto di assistenza forse non proprio ineccepibile, una Tac era stata riparata dopo quattro giorni e successivamente anche il secondo macchinario era stato rimesso in funzione operativa (Qui articolo). "Un evento raro", il commento di Antonio Ferro, dg dell'Apss. A questo punto non rarissimo. Può succedere ma quante volte in così poco tempo? Diagnostiche in fermo macchina in serie che lascia perplessi e sfida, quasi, le leggi delle probabilità.

 

A ottobre l'analisi di "Dataroom" a firme Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul Corriere della Sera aveva riportato di una situazione allarmante delle cosiddette "grandi apparecchiaturesanitarie in Italia. In pratica mammografirisonanze magneticheTac e così via: macchinari cruciali per la diagnostica che, stando ai numeri, sembrano sempre più vecchi e inadeguati. Il Trentino? Non costituiva un'eccezione.

 

A il Dolomiti l'Apss aveva rassicurato, tempo 2 mesi e si è scritto delle Tac finite ko (Qui articolo), altri 2 mesi e arriva il turno delle radiologie. "E' da anni che evidenziamo la presenza di strumentazioni obsolete. Le segnalazioni del personale sono costanti ma restano inascoltate. Evidenziamo da troppo tempo la fondamentale importanza di investire per riqualificare il parco macchine. Purtroppo, l'autoreferenzialità dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari è più forte delle necessità di lavorare nel miglior modo possibile nei confronti ".

 

Una necessità di investire meglio, e di più, nei macchinari che era stata sottolineata anche dall'Ordine dei medici. L'allora presidente Marco Ioppi aveva parlato di strumentazioni in alcuni casi troppo datate (Qui articolo). "La sanità trentina sembra, purtroppo, in affanno e fragile. Un duro colpo perché in questo modo la professionalità, l'abnegazione e l'impegno dei dipendenti finisce in secondo piano. La sanità non riesce a prendersi cura di chi ci cura e questo è allarmante ma anche avvilente", conclude Pallanch.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Cronaca
05 marzo - 19:03
"Oggi è cambiato solo il modo di sentirla e vederla che per noi ha portato a un lavoro e a uno sforzo immenso. In questi giorni non vogliamo [...]
Cronaca
05 marzo - 18:41
Per l'uomo, responsabile dell'uccisione di Iris Setti la sera del 5 agosto 2023 a Rovereto, al parco Nikolajewka, riconosciuti i reati di omicidio [...]
Montagna
05 marzo - 17:04
Dopo la chiamata d'emergenza è intervenuto il Soccorso alpino con l'elicottero d'emergenza: purtroppo per l'uomo non  c'è stato nulla da fare
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato