Telecamere e microfoni a Trento per prevenire reati e pericoli, il Comune replica a Uniamoci: “Tutti i dati anonimizzati in modo automatico”
Dopo la presentazione, da parte del Comune di Trento, dei progetti europei legati all'utilizzo dell'intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza in città, l'associazione “Uniamoci Trentino Aps” ha annunciato ieri un esposto al garante della privacy parlando di un “progetto di controllo”. Ecco la replica dell'Amministrazione comunale
TRENTO. Era intervenuta parlando dell'avanzare di un “sistema di controllo basato sulle intelligenze artificiali” l'associazione “Uniamoci Trentino Aps” (che negli ultimi anni ha portato per le strade di Trento prima la protesta contro il Green pass e poi contro il sostegno militare all'Ucraina) dopo la presentazione, da parte del Comune di Trento, dei tre progetti europei legati all'utilizzo dell'Ia per migliorare la sicurezza in città, uno dei quali (Marvel) prevede anche la raccolta di video e audio (totalmente anonimizzati) nelle piazze di Trento per prevenire reati e pericoli. Un intervento, quello dell'associazione, nel quale Uniamoci ha annunciato anche un esposto al garante della privacy chiedendo al Comune di “interrompere immediatamente i progetti annunciati”: l'Amministrazione del capoluogo replica oggi all'associazione, assicurando ancora una volta che “tutti i dati sono anonimizzati in modo automatico”.
“A Trento – scrive il Comune – non è e non sarà in azione nessun 'Grande fratello', come del resto spiegato lunedì scorso durante la conferenza stampa dedicata all'aggiornamento sui progetti. Per quanto riguarda Marvel, grazie a Fbk sono stati sviluppati algoritmi di intelligenza artificiale in grado di anonimizzare in modo automatico i dati raccolti dai sensori, rendendo le immagini dei volti e le voci delle persone non riconoscibili. L'anonimizzazione avviene in tempo quasi reale, ovvero “alla fonte”, non dopo la trasmissione dei dati, il che significa che nessun volto, nessuna voce può essere identificabile. Infatti, l'obiettivo del progetto non è quello di riconoscere il parlato delle persone, ma di associare situazioni audio a scenari di possibile pericolo”.
Diversamente da quanto scritto nella nota di Uniamoci poi, continua il Comune: “Marvel non prevede poi alcun tipo di 'georeferenziazione attraverso i cellulari' né alcuna cessione di immagini e audio intellegibili 'a società che nulla hanno a che vedere con la sicurezza' oppure a soggetti terzi al di fuori del partenariato di progetto e della Commissione europea. Del resto gli stessi partner tecnologici hanno accesso ai soli dati anonimizzati per addestrare i loro algoritmi di intelligenza artificiale. Il tutto avviene sempre per puri fini di ricerca secondo quanto previsto dalla legislazione europea di riferimento. In tutti e tre i progetti, Marvel, Protector e Precrisis, gli aspetti etici non sono meno importanti di quelli tecnologici: com'è naturale e scontato, la sperimentazione infatti avviene nel rispetto della legislazione sulla protezione dei dati personali e degli standard etici”.
Parlando poi del passaggio tra il progetto Protector ed il successore Precrisis, l'associazione aveva sottolineato come il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, si fosse “guardato bene” dal comunicarlo: un'accusa che il Comune rispedisce al mittente, precisando come l'evoluzione del primo progetto nel secondo sia stata riportata nel comunicato stampa divulgato lunedì. “Neppure lontanamente accostabile alla censura – continua l'Amministrazione ribattendo ad un'altra delle accuse mosse da Uniamoci – è il monitoraggio dei social previsto da Protector. L'analisi dei contenuti dei messaggi d'odio peraltro non riguarda Facebook, come riportato, ma Twitter e YouTube e sfrutta le 'Api' (Application programming interferences, le interfacce di programmazione delle applicazioni) che sono pubbliche, aperte e dunque accessibili a chiunque. Anche in questo caso i dati utente sono anonimizzati alla fonte”.
Nella sua nota l'associazione aveva poi fatto riferimento anche all'installazione dei semafori intelligenti su via Brennero, parlando ancora una volta di sperimentazioni legate a fantomatici “sistemi di controllo”. “Il controllo del traffico con i semafori intelligenti – dice l'Amministrazione - è una pratica diffusa in tutte le città d'Europa che nulla ha a che fare con la violazione della privacy, quanto piuttosto con il rispetto del codice della strada e con la tutela di quel bene pubblico rappresentato dalla sicurezza stradale, a tutela soprattutto degli utenti più deboli. Infatti le telecamere ai semafori 'si accendono' solo quando viene commessa un'infrazione e riprendono solo l'auto che ne è responsabile, rendendo anonime eventuali immagini di altri veicoli o persone presenti nel contesto. Tra l'altro, diversamente da quanto riportato, il superamento della linea d'arresto prevede il decurtamento di 2 punti dalla patente (i punto sono 6 in caso venga 'saltato' completamente il semaforo). Le telecamere che controllano poi gli accessi alla Ztl rilevano in modo automatico le targhe non autorizzate. Non violano dunque la privacy né hanno lo scopo di far cassa, quando quello di tutelare il centro storico e monumentale della città, come del resto avviene nei maggiori centri urbani non solo italiani”.