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Morte Massimiliano Lucietti, la perizia dei Ris scagiona Gionta? Il 59enne non aveva tracce di polvere di sparo addosso

Potrebbe essere arrivata una svolta clamorosa sul caso del cacciatore 24enne morto nei boschi di Celledizzo: la perizia eseguita dai carabinieri del Ris sui campioni prelevati da Maurizio Gionta non ha rilevato tracce di polvere da sparo compatibili con un’arma da fuoco

Di Tiziano Grottolo - 26 gennaio 2023 - 09:12

PEIO. Un colpo alla nuca e la conferma che Massimiliano Lucietti è stato ucciso da un colpo di fucile sparato alle spalle mentre si trovava nei boschi di Celledizzo. Al momento è questa l’unica certezza sul caso del giovane cacciatore rimasto morto durante una battuta di caccia lo scorso 31 ottobre a soli 24 anni.

 

Il giorno seguente a togliersi la vita fu il cacciatore 59enne Maurizio Gionta, l’ex guardia forestale che aveva ritrovato il corpo del giovane nel bosco. Interrogato dagli inquirenti il giorno stesso della morte di Lucietti, il 59enne, prima di togliersi la vita, aveva lasciato un biglietto in cui respingeva tutte le accuse.

 

Ora però sembrerebbe essere arrivata una svolta clamorosa. La perizia eseguita dai carabinieri del Ris sui campioni prelevati da Gionta non ha rilevato tracce di polvere da sparo tali da ipotizzare che l’uomo, la mattina del 31 ottobre, abbia sparato con un fucile. Sia dall’avvocato della famiglia Gionta, Andrea de Bertolini, che da quello della famiglia Lucietti, Giuliano Valer, trapela la massima cautela.

 

“Il riscontro da parte dei Ris ha dato esito negativo – si limita a constatare de Bertolini – certamente si tratta di un elemento molto importante per chiarire quanto accaduto ed escludere che Gionta quella mattina abbia sparato. Inoltre questo riscontro getta nuova luce sull’ultimo messaggio lasciato da Gionta il giorno in cui si è tolto la vita”.

 

Per l’appunto la perizia dei Ris non ha dato riscontri se non delle micro-particelle che però, secondo gli stessi esperti, potrebbero essere di origine ambientale. “Ritengo che al momento questa perizia non sia ancora determinante – osserva Valer – ci sono ancora delle attività investigative in corso che saranno completate nei prossimi giorni e saranno decisive”.

 

In particolare mancherebbero all’appello alcuni esami legati alle armi (prelevate a più cacciatori compreso Gionta) compatibili con l’ogiva legata a un Winchester calibro 270, cioè l’arma da cui probabilmente è partito il colpo che ha ucciso Lucietti.

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