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Bilanci in rosso nelle Rsa, dalla riduzione dei pannoloni al taglio del servizio lavanderia. Upipa: ''Dobbiamo arrivare veramente a questo? Non lo vogliamo''

Il rischio è alto che si arrivi ad un taglio dei servizi . La richiesta delle Rsa alla Provincia è quella di interventi che possano essere in qualche modo lungimiranti senza dover sempre intervenire sull'emergenza

Di Giuseppe Fin - 06 gennaio 2023 - 05:01

TRENTO. “Ancora limature? Ma vogliono arrivare  a ridurre i servizi di lavanderia? A usare meno pannoloni? Oppure a diminuire le merende? E' questo quello a cui rischiamo di arrivare ma noi non lo vogliamo”. Sono settimane davvero drammatiche quelle che stanno vivendo le Rsa del Trentino. Se da un lato la Provincia alla fine dello scorso anno ha stanziato dei fondi per ripianare i bilanci in rosso delle strutture dall'altro, però, ha spiegato che per sostenere gli enti gestori in difficoltà economica a causa del rincaro dei prezzi, si prevedrà nel corso del 2023 un intervento che individui le risorse necessarie (QUI L'ARTICOLO). Un futuro, insomma, non roseo e soprattutto incerto.

 

Lo sa bene la presidente di Upipa, Michela Chiogna. L'Ente che riunisce il maggior numero di strutture sul territorio deve fare i conti con circa il 90% di Rsa che hanno una previsione di bilancio in deficit per il 2023, un aumento dei costi e dall'altro un fabbisogno che di certo non cala visto che a non farlo sono anche gli anziani. “Quando qualcuno parla di tagli – ci spiega – quello che possiamo fare ormai sono solamente delle limature perché si sta già facendo il massimo per risparmiare”. Sono due i modi che le Rsa hanno per ridurre i costi, intervenire sul personale oppure intervenire sui servizi esternalizzati.

 

“Uno di questi è quello della lavanderia” spiega la presidente di Upipa. “Ma cosa si fa? Non si può prescindere da un certo livello di qualità sulla pulizia. Dobbiamo far tenere più a lungo le divise degli operatori prima di lavarle? Le lenzuola le facciamo lavare solo se sono molto sporche e non alle prime macchie? E i pannoloni? Li facciamo tenere per più tempo? Sono queste le azioni che eventualmente possiamo mettere ancora in campo perché tutto il resto è stato fatto”. Tra i servizi che rischierebbero di essere ridotti c'è anche quello della merenda a metà giornata che viene data nelle varie strutture agli anziani. Anche in questo caso, però, sarebbe davvero drammatico arrivare a questo punto diminuendo le quantità erogate.

 

Difficile pensare di poter intervenire, ancora, sul personale. “Non vogliamo rinunciare ad altro personale senza contare che dal 2018 c'è il blocco del turn-over” spiega Chiogna. “E' vero che alcune strutture hanno un extra-parametro ma serve per coprire le malattie, per permettere alle persone un minimo di ferie e su questi aspetti è impossibile limare”.

 

La richiesta che arriva forte dal mondo delle Rsa alla Provincia è quella di interventi che possano essere in qualche modo lungimiranti senza dover sempre intervenire sull'emergenza.

 

Lavorare sempre con la rincorsa di un pareggio – continua Michela Chiogna – non ci permette di fare programmazione e non viene valorizzato un sistema che rivestirà sempre più importanza visto l'aumento di anziani e di bisogni dl territorio. Non diminuirà negli anni e saremo sempre più un nodo centrale”.

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