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Coronavirus, “Per noi una condanna a morte”, gli imprenditori consegnano le chiavi delle proprie attività a Conte

Gli imprenditori trentini alzeranno le saracinesche di bar e ristoranti ​in segno di protesta, Peterlana: “Aprire a giugno per molte attività equivale a una condanna a morte, gli operatori trentini sono pronti ad aprire garantendo la sicurezza di dipendenti e clienti”

Di Tiziano Grottolo - 28 aprile 2020 - 12:43

TRENTO. Si terrà giovedì 30 aprile dalle 10 alle 10e15 il flash mob degli imprenditori trentini, un gesto plateale per protestare contro il perdurare del lockdown, ad annunciarlo Massimiliano Peterlana, presidente Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici del Trentino.

 

Fra pochi giorni dunque vari imprenditori protesteranno davanti alle loro attività, alzeranno le saracinesche di bar e ristoranti e, simbolicamente, consegneranno le chiavi delle loro imprese al premier Conte. Un gesto forte per lanciare il grido d’allarme di una categoria strozzata dalle restrizioni. D’altronde se non si può aprire non si può nemmeno fare incassi, ma la maggior parte dei costi fissi resta.

 

“Il dpcm del Governo, che fa riaprire bar e ristoranti non prima dell'1 giugno, è una doccia gelata”, afferma Peterlana. D’altra parte il presidente del consiglio Giuseppe Conte è stato chiaro: “Nella fase due sarà ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza”. Al fronte di qualche allentamento nelle maglie delle restrizioni (QUI articolo) altre rimarranno in vigore.

 

In questo senso estetiste, parrucchieri, bar e ristoranti saranno gli ultimi a riaprire e potranno farlo solo dopo il primo giungo. “Una condanna a morte per le attività – commenta Peterlana che poi aggiunge – siamo pronti ad aprire con tutte le disposizioni per la messa in sicurezza di operatori e clienti”.

 

Ed è proprio questo il messaggio che si vuol far passare con il flash mob organizzato da Confesercenti: “È una protesta simbolica e pacifica – aggiunge il presidente di Fiepet – invitiamo tutti gli imprenditori a partecipare all’iniziativa”. Allo stesso tempo Confesercenti del Trentino ha fatto delle richieste in vista della Fase 2, chiedendo in particolare di aprire in sicurezza ma subito oltre al prolungamento della cassa integrazione e un indennizzo fondo perduto per i mesi di chiusura.

 

Sul fronte delle imposte Confesercenti chiede l’azzeramento dei tributi locali per i mesi di chiusura e i mesi di restrizioni, così come l’azzeramento dei costi della moneta elettronica e abbattimento costi buoni pasto, ma anche la riduzione delle aliquote Irap per il comparto dei pubblici esercizi e garanzie da parte dello stato sui prestiti per il rilancio delle aziende. Infine la categoria vorrebbe intervenire sugli affitti, utenze, per ridurne drasticamente il peso.

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