C'è il Giro e la strada forestale si trasforma in una lingua d'asfalto (di 8 chilometri): ma davvero i grandi eventi servono a questo?
Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica
Un altro grande evento sportivo, un’altra colata di cemento sulle Alpi. Questa volta ci spostiamo in Friuli, sul Monte Lussari, un posto da cartolina reso celebre dal suo santuario, attorniato da un villaggio in stile carinziano, dalla foresta di Tarvisio e dallo sfondo sul Jof di Montasio.
La strada bianca che permetteva di arrivare al santuario nel 2022 è diventata una strada cementata per ospitare il tratto finale di una tappa del Giro d'Italia. E così succede che per una corsa in bici (che rappresenta il veicolo decarbonizzato per eccellenza) si siano cementificati 8 chilometri di strada forestale.
Sembra che ad ogni grande evento (anche solo della durata di qualche giorno) le amministrazioni locali siano disposte a tutto. La parola magica (indotto economico) suona limpida come la campanella di Pavlov, la sua naturale risposta (impatto ambientale e territoriale) viene detta sottovoce. L'intervento per portare la "carovana rosa" in cima al Lussari è costato circa 3 milioni di euro, di cui buona parte sono arrivati con i fondi Vaia (che servirebbero per mettere in sicurezza il territorio del triveneto dopo la tempesta del 2018).
Una strada che insieme al Giro ha portato con sé il turismo a motore, rischiando di snaturare la vocazione del luogo e di portare altra cementificazione (parcheggi, commercio ecc). Un’ulteriore conferma di come non esista limite alla trasformazione del territorio per ospitare i grandi eventi sportivi che sono diventati il passepartout per la costruzione di nuove infrastrutture. La beffa finale è che sembra che i bulloni usati per le canaline della nuova strada possano essere pericolosi per i ciclisti, per cui l'assessore locale ha ipotizzato di coprirli con una carta catramata che riporta il logo "Io sono FVG".
Se le associazioni locali hanno storto il naso sull’impatto di questa strada, quello che lascia perplessi è la totale indifferenza al territorio da parte degli organi sportivi che ne beneficiano (che sia il Giro d’Italia, i mondiali di sci o le prossime Olimpiadi). Da parte degli organizzatori non viene mai sollevato un minimo dubbio sulle ricadute che questi mega-eventi hanno sul territorio, sulle comunità e sulle casse locali. Forse la vera importanza è fare belle riprese televisive e circondarsi di paesaggi idilliaci, non guardando se poi gli stessi vengono deturpati da qualsiasi richiesta che le stesse organizzazioni avanzano.