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Una lanterna farà luce sui desideri

Domani, venerdì 2, alla "Seggiolina Blu" nel quartiere di San Martino verranno svelate alcune parti il libro di Francesca Patton e della disegnatrice Elisa Angarotti. Un lavoro che si finanzia attraverso una "colletta telematica" - crowdfunding - che sta avendo successo e con la quale il lettore può diventare un personaggio delle illustrazioni. Ma lo scopo è ambizioso: trasmettere serenità e benessere
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 01 febbraio 2018

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

“Produzionidalbasso”: tutto attaccato. Ed è quasi tutto detto. Editare un libro, (ma anche un disco e quant’altro nell’ambito creativo), senza sottoporsi all’incognita frustrante delle case editrici. Puntare tutto sul lettore. Stuzzicarne la curiosità, l’interesse. E perché no, la simpatia.

 

  Attivare dunque il “crowdfunding”. Per chi non mastica l’inglese “far partire una colletta”:  telematica. E’ la strada imboccata da Francesca Patton, scrittrice trentina. Scrittrice per vocazione precoce, pre-adolescenziale.  Scrittrice per necessità.

 

 La sua è una necessità – urgenza – terapeutica. Viene espressa con onestà - e dunque credibile semplicità - ad ogni accenno autobiografico. Attraverso la colletta in internet Francesca Patton vuole pubblicare in Italia e all’estero il suo ultimo lavoro: “Lanterna di luce”.

 

 Non è un libro singolo. E’ una sintonia di coppia, ideata assieme ad una giovane disegnatrice: Elisa Angarotti. Una disegnatrice chiamata ad un compito per nulla secondario rispetto a quello dell’autrice del romanzo. Le immagini di “Lanterna di luce” non sono né arredo né corredo delle parole: le immagini sono storie nella storia. Volendo, possono vivere una vita autonoma, costruita sui colori forti delle fantasticherie. Ma integrandosi al testo le immagini moltiplicano la forza: materializzano sogni, visioni, considerazioni intime che hanno il bisogno di diventare collettive.

 

  La “colletta” sta funzionando. L’obiettivo della coppia Patton- Angarotti era raccogliere 6000 euro. A poco più di un mese dalla chiusura della questua tra internauti si è arrivati a 4690 euro. Che non sono tanti. Che non sono bruscolini.Domani, venerdì 2, il “crowdfunding” per “Lantere di luce” potrebbe essere il giorno – anzi la sera – in cui si accendono altre possibilità. Altre adesioni. Lo “stato dell’arte” del libro sarà infatti presentato alla libreria “La seggiolina blu” nel quartiere di San Martino.

 Alle 20 si spiegherà un po’ del libro. Soledad Rivas leggerà alcuni passaggi. La disegnatrice mostrerà le prime quattro tavole realizzate per questo progetto “in progress”, in itinere per chi non è avezzo agli inglesismi.

 

 Ma “Lanterna di luce” già ora ha pochi segreti. Nel lanciare la “colletta” Francesca Patton racconta e si racconta in un video. E’ il ritratto di una ragazza che ne ha passate tante – troppe – ma che non s’è fatta travolgere. E’ l’affermazione – caparbia, totalizzante – di un convinzione ferrea: la scrittura è “buttar fuori”. Anche quello che sembra impossibile. La scrittura guarisce il mal d’anima.

 La scrittura non permette né grigi né grigiori.  Francesca Patton ne era certa fin da piccola. A nove anni la prima poesia, a 14 il primo romanzo, a 23 un saggio. E ora una scommessa: mettere nero su bianco, riempire i fogli, della medicina che sembra averle assicurato molti più risultati dei farmaci cui è stata costretta. “Lanterna di luce” – dice Francesca Patton – è una cura. Ha curato me ma sono sicura che può aiutare chi lo legge e chi godrà delle immagini.

 

 Quale cura? La ritrovata capacità di sognare, di pensare positivo. Di pensare a colori anche quando l’unico colore che ti avvolge e ti paralizza è il nero”. Frasi fatte? Esagerazioni? Le vicende sofferte da Francesca Patton testimoniano il contrario: una lunga ospedalizzazione, il trauma di due gemelli persi dopo un solo mese di vita. Ma in “Lanterna di luce” – ci tiene a ribadire Francesca Patton – la fase più dura, più amara, dell’autobiografia è solo una tangente.

 

 Il romanzo vuole andare e va oltre la sua autrice. La nave, l’incontro tra due donne che assieme incontrano un regno dove tutto splende, la magia e altro. L’altro che non è giusto né svelare né anticipare.  “Un ponte tra sogno e realtà”, quello sì’ che si può anticipare. Ed il ponte sul quale Francesca Patton vuol far andare a braccetto scienza e filosofia, (Newton, Goethe, Schopenauer) ma anche psicologia e introspezione. “Viviamo di frenesia – dice Francesca Patton – e ce ne andiamo a letto dopo giornate cariche di pensieri e di problemi. Non troviamo un attimo per guardarci dentro. Per ascoltarci. Per sentirci”. Un libro come specchio – così vede il suo lavoro l’insegnante scrittrice trentine. Uno specchio che ovviamente riflette quel che Francesca Patton si sente. Uno specchio nel quale ognuno dovrebbe poter vedere le proprie “possibilità” . E forse non averne timore.

 

 Un libro è  narrazione. Ma non è solo narrazione. Francesca Patton ed Elisa Angarotti lo vivono come un esperimento di tecnica. Di una tecnica particolare, basata sullo “studio dei desideri” e mirata a suscitare benessere. Troppo? Presuntuoso? Saranno i lettori a stabilirlo. Ma non saranno lettori e basta quelli che decideranno di sostenere il progetto di “Lanterne di luce” fino alla fine.

 

 Il Crowdfunding – infatti – prevede diverse opzioni, compresa quella – intrigante – di diventare “personaggi” nelle tavole, nei disegni, di Elisa Angarotti. Oppure l’opzione di avere una didascalia personalizzata nelle immagini. Ma la base della “colletta” è per così dire “classica”: del libro di può prenotare la versione digitale, quella cartecea, quella autografata e via salendo nelle quote fino, appunto, a diventare delle “presenze” tra i colori e le luci della storia.

 

 Tutto questo si deve all’iniziativa di “Stillarte”, il collettivo artistico inglese al quale Francesca Patton si è rivolta per il Crowdfunding e per il potenziale sviluppo del progetto. Si perché l’obiettivo è quello di una traduzione e di una diffusione di “Lanterne di luce” su scala europea.

 

 Francesca Patton ha già all’attivo tre libri: “Dalla nausea all’indifferenza” è un’analisi in parallelo tra Sarte e Houellembecq, (polsi tremanti); Liberi di Essere Liberi è una fuga dal fumo e dalla nebbia delle dipendenze fisiche e psicologiche; Il Magico mondo di Nyu è un fantasy con i piedi ben saldati a terra. Libri fatti uscire attraverso case editrici (Mandragora, Ancora, Europa) alle quali la scrittrice trentina resta grata. “Ma saltare le mediazioni, non sempre facili, e rivolgersi direttamente ai lettori è aggrapparsi una volta di più ad un ottimismo al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare se crediamo in noi stessi e in quel che vogliamo esprimere. Purché tutto si faccia con umiltà e amore”: conclude Francesca Patton.

 Insomma, lanterna e luce. Chi ha detto che dopo Diogene nessuno abbia più titolo per indicare la strada?

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