Toti Buratti, una matita da combattimento
Lo Studio Andromeda dedica da domani, sabato 11, una mostra all'artista marchigiano/trentina che è stata fondatrice ed anima del sodalizio che attraverso le tecniche del disegno (specie umoristico) si schiera da sempre per i diritti, la pace e la giustizia. Temi per i quali l'artista che viene orgogliosamente omaggiata ha speso una vita
TRENTO. La matita 6b – così spiega internet a noi profani – serve a sfumare. E a dare profondità. Assunta (Toti) Buratti , marchigiana/trentina, di profondità civile abbonda: da sempre. Mette mano – da sempre - al lapis (bello il termine, eh?) per mestiere (storica insegnante d’arte del tratto) e per diletto. Lo fa – da sempre - con una vena umoristica di cui può vantare oggi ancor più di ieri un’indubbia maestria.
Disegnatrice e basta? Basterebbe, ma non basta. Toti Buratti è stata ed è– infatti – molto, ma molto di più. Un di più che rimanda agli anni Sessanta (favolosi per i nostalgici delle prime irritualità sociali), quando la signora in questione iniziò un’ormai longeva collaborazione con testate piuttosto storiche quali Cà Balà, Doppio Vù, TuttoScuola, il Manifesto (eh sì, con il disegno di una politica tanto appassionata quanto, purtroppo, illusoria). E altro.
Un personaggio oltre che una professionista del segno che lascia segno. Un di-segno che trae, da mò - ispirazione dalla voglia (e dal bisogno) di usare la matita come un’arma (pacifica però) di sensibilizzazione, di progresso e, perché no, di efficace denuncia. Lo Studio d’Arte Andromeda – a Trento, in via Malpaga11 – non ci sarebbe stato senza la signora Tot Buratti. Dell’Andromeda fu, infatti, lungimirante fondatrice con pochi altri innamorati di un’espressività che in bianco e nero oppure a colori, con le tecniche più diverse, ha esigenza di comunicare. Anima, la Toti, – per lunghissimi anni - di un’idea semplice ma anche un poco rivoluzionaria: dare spazio alla creatività su carta, insegnare ad usare bene le tecniche ma più di tutto ad esprimere i sentimenti ad una folla di neofiti che nei laboratori maturavano fino ad imporsi come disegnatori gettonati sia in Italia che all’estero.
Di progetti creativi Andromeda è stata ed è ancora una fucina che oggi spazia dal disegno ai social media. Di moltissimi di quei progetti – tra tutti il longevo “must” di una mostra internazionale del disegno umoristico che è il fiore mai appassito del sodalizio d’arte varia – Assunta (Toti) Buratti è stata punto di riferimento instancabile.
Va da sé che legittimamente Andromeda – oggi affidata alla guida della fotografa Nadia Baldo e di un team professional/amicale di molto affiatato – considera un evento gioioso l’omaggio che da domani (sabato 11) verrà allestito nei locali dell’associazione per ringraziare Toti Buratti non tanto della sua arte quanto della sua dedizione alla causa. La causa di un disegno mai neutro rispetto all’impegno sociale e politico.
La sintesi di una carriera – quella di Toti Buratti – è facile: dire con una matita quello che altrimenti obbligherebbe a troppe e forse anche dispersive parole. Toti Buratti lo ha sempre fatto con una semplicità ricca di contenuti. E questa ricchezza si potrà certamente cogliere nella mostra che memorizza anche i numerosi riconoscimenti che stanno nella bacheca dell’artista: premi ottenuti in scioltezza nei concorsi da est ad ovest, da nord a sud in Italia ed in Europa. D’altra parte il curriculum della disegnatrice classe 1946 è fitto e permette le più diverse divagazioni tematiche nelle vignette che hanno spaziato dalle croci alle delizie del mondo scolastico fino alle battaglie per la pace, i diritti, la giustizia e l’equità. Eccetera.
La mostra all’Andromeda, (da domani al 25 gennaio) rilancerà attraverso la sua matita satirica il percorso artistico ma ancor più culturale e “di messaggio” di Toti Buratti. Un percorso fatto di coerenza e convinzione che la stessa artista riassume così “Un disegnatore satirico non ha scelta, deve diventare un “disegnatore combattente”. Dilagano ignoranza, opportunismo, intolleranza, cinismo, indifferenza, come un’invasione dagli effetti devastanti. È necessario dare vita a una nuova resistenza. È il momento di lasciare i nostri quieti rifugi, tornare partigiani e prendere le nostre armi: matite 6B, morbide e potenti.”