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"Porno subito" : in teatro non è un atto disdicevole

Prende il via venerdì 22 a Villazzano il festival che attraverso un intreccio di arti, performance e confronti con il pubblico sfida con il coraggio della creatività a demolire i tabù e la morale immorale delle ipocrisie, dei dinieghi pubblici e dei peggiori vizi privati. Dalla chicca dei Motus sui "generi" alla Puttana inedita, dalle provocatorie marionette freak all'indagine "live" tra attori e pubblico.
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 20 aprile 2022

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

Quello che non si può o che non si vuole dire. Quello che se si dice porta a deragliare troppo spesso nell’ipocrisia dell’ignoranza o del più malefico dei luoghi comuni. Quello che – volendo – si può rappresentare. Ma mettere in scena l’imbarazzante (dei benpensanti) non può essere né tecnica né furberia.

 Ci vuole l’onestà profonda del “maneggiare con cura” .

 

 Un “maneggiare con cura” tanto la parola quanto il gesto. Serve l’intelligenza (dote progressivamente in disuso) del sapere da dove si parte e soprattutto dove si vuole arrivare nel proporre tanto su un palco quanto in luoghi apparentemente impropri  gli argomenti  cosiddetti “scomodi”. I temi, cioè, che una morale spesso marcia rifugge a parole mentre nei fatti (nascosti) ne va ghiotta.

 

  Eccoli i tabù. Ecco il proibito. Ecco il sesso, ecco la pornografia, ecco la prostituzione, ecco il “genere” ed ecco tutto il resto di quotidiano che c’è nonostante lo si voglia escluso dal confronto civile. Il tabù è presente, presentissimo, nella trasversalità anagrafica e culturale di una società.

 Inventare un festival di prosa per nulla prosaica dedicato ai tabù è un atto di coraggio.

 

 Un coraggio, una sfida, che esce dalla fascia protetta del solo spettacolo – (lì quasi tutto è permesso) per spalancare le porte quasi sempre sbarrate al dibattito (serio) sulla libertà. Un dibattito che deve coinvolgere all’unisono attori e pubblico. Ma come fare? Fare senza filtri? Fare cercando scandalo? Ma no. Basta evitare le finzioni, il che è molto più difficile oltre che infinitamente più utile.

 

  Ai tabù si dedica così il festival che tra due giorni – (dal 22 aprile) trasformerà il teatro di Villazzano in un’occasione di scambio che nulla ha a che vedere con la tristezza dello scambismo. In un cartellone che è insieme fisso e mutevole, l’irrituale tematico sarà l’occasione per farsi intrigare, per condividere e per dissentire, per sorridere ma anche per intristirsi, per avere conferma di come i diversi linguaggi dell’arte possono fregare l’indole bacchettona svelandone l’anacronismo e il pericolo.


  Nell’ideare il festival a Mirko Corradini and friends, (la gestione inusuale di un teatro che non s’accontanta quasi mai), non devono essere tremati i polsi. Al contrario, l’iniziativa che è atipica solo se ci si ferma al titolo, sembra coerente con una proposta che a Villazzano ha sempre mixerato con dosaggio leggerezza e peso, divertimento e impegno civile. Un impegno che non disdegna la provocazione. Un impegno mai celato.

 

  Perché allora aver paura di buttarsi a capofitto anche dentro i tabù? Il proibito, l’intoccabile, il difficilmente narrabile possono trasformarsi in comunicazione “sana” se liberati dal moralismo becero che nasconde e vieta in pubblico per togliere ogni freno al privato. E questa cultura ipocrita moltiplica e perfino coccola ogni più drammatica forma di devianza.

 Di devianze legate ai tabù le cronache, purtroppo, debordano. Una vomitevole idea di potere incancrenito nella peggior storia può trasformare – tanto per dire – l’amore in violenza, il sesso in possesso, le differenze di genere in onta. E così via.

Il festival al teatro di Villazzano proverà sì ad entrare dentro i tabù ma con uno scopo nobile: “lasciarli fuori”. Lasciarli fuori da una convivenza che sappia finalmente accettare le differenze senza condannarsi all’ergastolo del giudizio e soprattutto del pregiudizio.

 

 Un cartellone piuttosto ricco, certamente inedito e intenso avrà un prologo cinematografico, si snoderà attraverso prosa e altri linguaggi (i burattini, ad esempio, diventeranno “burastrani”) ma comprenderà anche performance originali come quell’indagine dal vivo in cui gli attori ed il pubblico si scambieranno la parte nel rispondere alla domanda “siamo noi il tabù”: un’indagine senza questionari ma con tutte le questioni aperte.

 

Essendo la proposta ricca e varia tocca andare per accenni. Ad inaugurare il festival, venerdì 22 aprile alle ore 20.45 sarà il film drammatico ed erotico del 1972 che più di tutti ha subito censure: “Ultimo tango a Parigi”. La regina della manifestazione è sicuramente “MDLSX” dei Motus, in scena il 26 e 27 aprile alle ore 20.45, con Silvia Calderoni, regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. MDLSX è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria.


 Tocca poi a Puttana, studio sulla prostituzione, scritto da Maura Pettoruso, regia di Mirko Corradini, con Beatrice Festi, produzione di Compagnia TeatroE.

 E con “Puttana” anche il teatro, così come le “signore”, imbocca nuove strade. Lo spettacolo, infatti, che andrà in scena sempre in modo diverso, partendo dal 22 Aprile ore 20.00 seguono 26 aprile ore 20.00, 27 aprile ore 20.00, 28 aprile ore 22.30, 29 aprile ore 20.30. “Puttana” è un lavoro dinamico. Cambierà, eccome se cambierà, ad ogni messa in scena, adeguandosi agli sguardi ed ai pensieri del pubblico alle prese con una compra-vendita di corpi ma non di anime.

 

  E quei “burastrani” di cui sopra. Per scoprirne l’impatto basterà andare a Villazzano il 28 aprile per “Gipsy freak show”, marionette vietate ai 18 mosse dai fili del grottesco, del crudele e del sarcastico. Roba mai vista. Roba da vedere. A seguire NarraPorno, il porno come non ve l’hanno mai raccontato. Non pensare all’erezione, un monologo sull’utilizzo e il pensiero che sta dietro alla pornografia di Tersite Rossi, con Stefano Pietro Detassis e la regia di Maura Pettorruso; il quale avrà luogo il 28 aprile alle ore 20.30 e il 29 aprile alle ore 18.30. “La nostra è la società del porno, perché, al tempo di YouPorn e PornHub, non è mai stato così semplice accedere a contenuti pornografici – accenna la sinossi dello spettacolo -  Ma si tratta per lo più di contenuti poveri, omologati, privi di dimensione creativa e artistica: semplice merce seriale. Alla quale corrisponde una fruizione non riflessiva, compulsiva, spesso patologica, sempre relegata alla dimensione privata, nascosta".

 

Questi ultimi tre spettacoli (Puttana, Gipsy Freak show e NarraPorno) visibili singolarmente o uniti in un viaggio attraverso il tabù o meglio In tour nel tabù dove il pubblico avrà la possibilità di esplorare le tre performance in tre luoghi diversi del teatro. Si terrà nelle giornate del 28 aprile alle ore 19.00 e il 29 aprile

alle ore 21.15. In mezzo “Indagine viva_Siamo noi il tabù” il 23 Aprile alle ore 20.45, un progetto del collettivo trentino Palco Verticale che nasce dall’idea drammaturgica di Carolina Calle Casanova. Gli attori, aspettano il copione dal pubblico che davvero non potrà scappare al protagonismo. Laddove la performance ha avuto luogo, c’è stato di che ricordarsi. A concludere la rassegna il 30 aprile alle ore 20.45 presso il Teatro di Meano sarà “Bye bye blackbird” una produzione di AriaTeatro. Questo è quanto. Ed è tanto. Vista l’originalità del pacchetto buttare lì un “porno subito” (e partecipare al festival dentro e fuori il teatro) non è un’intenzione disdicevole.

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