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Il Pd sempre più campione di autogol: Schlein capolista alle Europee (senza poter essere eletta) e la coerenza finisce in coda alle priorità

DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 22 aprile 2024

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

Se su internet si clicca alla voce Schlein - Salvini- Parlamento Europeo il pc (o il cellulare, fate vobis) si ingolfa di notizie e di video relativi al 2020. L’allora ex deputata europea, nella campagna elettorale che la portò poi a diventare la vice di Bonaccini alla guida dell’Emilia Romagna, tampinava il leader leghista con una pervicacia tale da surclassare perfino i segugi di Report. La pasionaria, allora appena un poco meno armocromatica di oggi, inchiodava un disattento Salvini (attento cioè solo al suo cellulare, forse perfino spento) con una domanda semplice semplice. Diceva più o meno così: “Da ex collega in Europa ti chiedo perché quando si discuteva di migranti tu e gli altri leghisti disertavate le riunioni”. Inutile soffermarsi sulla prevedibile evasività salviniana.

 

Alla storia recente non passarono tanto la domanda e la mancata risposta quanto l’irrompere in scena di una Elly che fino a quel video rilanciato in ogni dove era stata piuttosto anonima alla pubblica opinione. Di lì, infatti, Elly iniziò la scalata al Pd che non troppo tempo dopo la portò alla segreteria. Dietro quella polemica sacrosanta contro l’ipocrisia leghista c’era indubbiamente una questione che andava oltre la materia immigratoria sulla quale la Lega salviniana ha costruito fortune (oggi in disuso). All’eurodeputato Salvini la Schlein contestava quel che pensano tutti gli italiani che penano e si disperano nello sbarcare il lunario. E cioè il fatto deleterio ed arrogante che non si può incassare un lauto stipendio da parlamentare d’Europa senza quasi mai mettere piede nell’istituzione suddetta. Brava dunque la pasionaria di allora.

 

Pessima dunque la pasionaria di oggi che in men che non si dica pare abbia deciso di candidare alle prossime elezioni europee di giugno sapendo che non metterà piede a Bruxelles o a Strasburgo (a meno di improbabili sorprese la segretaria Pd si dimetterà non appena eletta per incompatibilità di legge tra le doppie cariche). Sarà che dopo il rumoroso addio al Pd di Renzi la Schlein approdò a quel Possibile del desparecido Pippo Civati? Sarà che a quel Possibile oggi bisogna farlo precedere dall’aggettivo “tutto”? Eh sì, perché nella politica che piega brutalmente ogni principio ad ipotetiche convenienze davvero “tutto è possibile” (compreso ciò che per anni era dato come impossibile). È possibile, cioè, anche venga cestinato anche uno dei più solidi elementi distintivi sui quali il progressismo si autoproclama “diverso” da destra e dintorni.

 

Con la candidatura della segretaria Pd la logica farlocca accomuna quasi tutti (belli e brutti) annullando almeno per quanto riguarda le elezioni quella dote dimenticata che si chiama serietà (o coerenza). In Europa candiderà per finta Tajani, il bell’Antonio che ha ereditato da Berlusconi una Forza Italia che il Cavaliere ce l’ha nel cuore e ce l’avrà anche in un simbolo diventato funereo per via di una strumentalizzazione al diapason. In Europa candiderà Renzi, che ormai insignificante in Italia potrebbe far scalo in Europa per aggiungere qualche euro ai soldoni sauditi (sempre che anche lui se eletto lasci il Parlamento). In Europa candiderà quasi certamente anche Giorgia Prima (Meloni) che non vuol essere seconda a nessuno se c’è da metterci la faccia per acchiappare i voti in più garantiti da una prorompente presenza h24 su tutto ciò che fa informazione e deformazione. Anche Meloni, ovviamente, bluffa. Anche Giorgia (se ci sarà nel fisico oltre che nel simbolo, perché si saprà solo a fine settimana) saluterà Bruxelles un attimo dopo l’elezione. E così per altri incompatibili al doppio mandato ma compatibili a tutto sorriso con la presa per i fondelli degli elettori.

 

Ma sia chiaro, qui delle scelte della destra non ci si scandalizza. Non risulta infatti che nel centro destra si sia mai pubblicamente posto il problema della coerenza al contrario di quel che si è fatto a sinistra. A sinistra la coerenza è sempre stata un mantra dichiarato con eccesso di solennità, dall’alto di una coscienza a posto. Oggi quella coscienza a posto è ridotta a farsi posto con il pelo sullo stomaco tra tutti gli strumenti utili a conteggiare consensi in più sull’onda della popolarità. Addio dunque ai distinguo morali. Su quali vetri scivolosissimi si aggrapperà adesso il Pd? Verranno – sono già iniziate – valanghe di spiegazioni. Tra tutte (un diluvio) ci sarà la fuga a gambe levate dalla risposta alla domanda più semplice e amara: “Vabbè, ma adesso in che cosa siete differenti dagli altri?”. E ancora ci sarà una variabile alle domande semplici. Una variabile che è ancora più triste: “Che cavolo ci avete massacrato di parole per spiegare che voi non siete un partito personale se la vostra segretaria è talmente necessaria da finire in testa alla lista del Pd esattamente come accade (o è accaduto) per Meloni, Salvini e per il fu Cavaliere?”.

 

C’è un limite alla sopportazione delle furberie obbligate da una politica che è sempre più forma e pubblicità ma sempre meno sostanza. Il limite invalicabile è – val la pena di ripeterlo alla nausea – quello della coerenza tra dire e fare, tra dar lezioni a tutti per poi fare come tutti. Nel limite superato in affannato surplace dalla segretaria ci si può vedere anche un che di masochistico che accentua la confusione già oltre misura dei propri elettori. Quelli con la testa “autonoma”, molti di più degli automi “fedeli alla linea” che non si pongono problemi nemmeno rispetto al nichilismo. Sì, perché immolare i principii al pallottoliere elettorale è un’accelerata verso l’autodistruzione. Può essere che alla fine la Schlein l’abbia azzeccata nell’affermare la massima del “voto non olet” (era pecunia, lo si sa, ma in fondo siamo al soldo della strumentalità elettorale).

 

Certo è che i furbastri non staranno a guardare. Nel demolire un principio che sembrava incrollabile il Pd di Elly ha fatto un doppio assist. Il primo al camaleConte che non potendo battere il tasto delle magnifiche sorti governative dei Cinque Stelle - (ne hanno fatte di ogni, interscambiando gli alleati senza vergogna ma con provvedimenti vergognosi) – sta già pigiando sul tasto dell’unica forza che non baratta la morale con i voti. “Noi – bofonchia il camaleConte – non barattiamo. I nostri candidati in Europa sono reali, non finti”. Del secondo assist potrebbe perfino approfittare quell’eroe dei contrari che è Salvini (lui smentisce la sera quel che dice al mattino). Lui, Salvini, se ne sta a rimirare il ponte dei sospiri tra Calabria e Sicilia. Ma nei ritagli di tempo ricorderà a Schlein (e al Pd) il Vangelo secondo Giovanni: “Chi non ha peccato lanci la prima pietra”. Lo farà sghignazzando come suo solito avendo in mente non le pietre evangeliche ma quelle da affondare per cementificare lo stretto con largo dispendio.

 

Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, quali che siano le giustificazioni appiccicate con lo sputo, la scelta che la pasionaria pare aver imposto al Pd avrà anche le sue ragioni elettorali ma fa strame dell’unica logica che ancora potrebbe interessare ad un elettore sempre più disertore dell’urna. La logica della coerenza, appunto. Sì perché chi vota (sempre meno e sempre più svogliatamente) fa spesso e giustamente ragionamenti molto più terra terra (ma veri) dei soloni che pontificano l’incomprensibile in Tv e in qualche assemblea: “Se mi chiedi di mandarti in Europa poi non te ne puoi stare a Roma”. Ci vuole molto a capirlo? Sembra di sì. Ma non per tutti. C’è ad esempio chi dice no come Vasco. Dice no a voce grossa – come molti che nel Pd lo dicono in silenzio – anche se sa di parlare al vento degli spifferi irritati dallo sgambetto che stanno ai piani alti della casa democratica.

 

Ci mancherebbe solo che nella foga elettorale Schlein, candidata di traino al traino di una tattica sbagliata, provasse a galvanizzare le sue truppe al motto “Avanti miei Prodi”. In quel caso il professore dei principii persi (da altri) farebbe bene ad iscriversi al movimento dei forconi. Altro che aplomb e stupenda simpatia del pacioso.

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