Aree cani intitolate a Rex, Lessie e Rin Tin Tin? Le priorità di Fratelli d'Italia e quella brutta dimenticanza: che ne è di Gatto Silvestro?
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Ci sono film dimenticati ma indimenticabili per chi ha nel cuore attori che recitavano l’umanità come Aldo(ne) Fabrizi. Il suo “Vita da cani” ha una data archeologica: 1950. Ci sono attori inconsapevoli del film (mai d’essai) della politica: recitano la loro parte. Quasi sempre una commedia. Oltre agli strapagati dis/onorevoli - recentemente imitatori incravattati de “Il gladiatore”, senza avere il fisico dell’allora macho Russel Crowe, ci sono anche i “poveri” consiglieri comunali. Poveri si fa per dire perché anche loro vanno a gettone (di presenza) e a fine mese qualcosa raggranellano. Tuttavia anche certi consiglieri dell’opposizione fanno una “vita da cani”: perennemente indaffarati a cercare il loro posto al sole, un rigo, almeno uno, in cronaca.
S’arrabattano dunque a proporre l’estemporaneo. Ne fanno un vanto anche quando, nell’intimo, probabilmente sanno che si tratta di facezia. Ma la vita della politica – ad alti come a bassi livelli – è purtroppo questa. O le spari grosse oppure sei destinato all’oblio. Insomma, nessuno ti si fila. Cosa fare allora per “farsi filare” con un titolo un po’ più visibile di un francobollo da trafiletto? Semplice: associ in scioltezza i cani ai letterati, agli ingegneri, ai filosofi e quant’altri danno lustro allo stradario delle metropoli come dei borghi più minuscoli.
Per i cani – quelli dei cartoni animati e quelli degli sceneggiati datati ma sempreverdi per via delle repliche estive – arrivi a suggerire l’intitolazione dei recinti loro dedicati dentro i parchi cittadini. Sono quegli spazi di libera corsa e di libero abbaio che fanno insieme attenzione alle esigenze animali e premura verso i frequentatori (senza cani) del verde pubblico. Lassie, Rin Tin Tin, Rex come Oss Mazzurana o Prati. Targhe quasi stradali anche per quei quadrupedi diventati famosi per un’intelligenza che spesso agli umani difetta o per l’attitudine (anni di ammaestramento) da segugio utile alla soluzione di delitti, furti e altri misteri televisivi.
Non ci sarebbe quasi nulla da obiettare all’idea perorata (e bocciata) dai Fratelli D’Italia nel Consiglio Comunale di Trento. Non si obietterebbe se la proposta non fosse una palese dimostrazione del mancato senso delle priorità e di una sensibilità a corrente alternata. Gli stessi consiglieri che oggi bramano le targhe ricordo (che non sono gratis, per altro) da dedicare a Reginald Von Ravenhorst, Rhett Butler e Alex - i tre cani veri che hanno interpretato Rex nella serie austriaca venduta in tutto il mondo - sono quelli che hanno espresso ieri un solido no alla proposta di intitolare un parco di Trento alle donne della Resistenza.
Chissà, se invece di libertà, democrazia e diritti Tina Anselmi e le altre resistenti si fossero occupate dei Rough Collie (la furba Lassie) forse anche la destra le avrebbe considerate “degne”. Che poi il tema non è nemmeno quello della stramberia politica. Se l’epica battaglia delle lapidi (o delle targhe) intitolate ai cani dei ricordi d’infanzia (Rin Tin Tin) fosse il prodromo per occuparsi di problemi veri legati agli scodinzolanti, sarebbe legittimo perfino un timido applauso ad Urbani (il Fratello leader in Comune). Ma di cacche lasciate in ogni dove da proprietari imbecilli per farle pestare al malcapitato (la cacca porta fortuna? Balle) non c’è traccia nella mozione delle emozioni canine. E nemmeno si accenna all’idea civile di rendere obbligatorio per i proprietari di cani di munirsi di bottiglietta d’acqua per mitigare l’odore di urina. I cani hanno i loro bisogni. Di certi “animali” che li tengono al guinzaglio (quando non li liberano dove non si può) non c’è davvero bisogno. E ancora i Fratelli di Trombetta (la cagnetta dei Carabinieri) non fanno cenno alle ciclabili e marciapiedi ridotti troppo spesso a latrina (e non certo per colpa dei cani).
Insomma, delle due l’una. Se i cani devono stare al centro del mondo (consigliare) che ci stiano davvero. Con le delizie dei loro simpatici musi televisivi ma anche e soprattutto con le croci (per altro maleodoranti) di una loro “gestione” incivile. Una volta preso il problema per tutte le corna magari si potrà anche parlare di “dediche”. Ma sarà tuttavia difficile che questo accada. Per completezza di informazione va detto che l’assessora di merito – la giovane Casonato – ha respinto la proposta. Nel farlo è incespicata anch’essa nell’assurdo, adducendo, tra l’altro, eventuali problemi di “diritti” dei cani resi famosi dalla Tv. Bastava dire “abbiamo altro di serio a cui pensare” ma in politica l’ovvio è sempre l’ultima delle opzioni. Tant’è che nel dibattito c’è stato anche chi, in maggioranza, s’è inerpicato nel tentativo di una mediazione. Va così.
Nell’aula del consiglio comunale si vivranno certamente altre puntate della “vita da cani” del consigliere semplice (quello senza deleghe che appena ne ha una si sente Churchill). Per sfuggire all’ignoto bisogna lavorare di creatività e spesso questa ardua fatica tocca anche a consiglieri di maggioranza: quelli dei quali per un’intera legislatura non si sente parlare a meno che non si distinguano con qualche proposta o idee “non in linea”. Quando ci sono sedute dedicate alla spesa (bilanci eccetera) la creatività non si pone limiti. Dunque anche i cani possono battere cassa. Ma perché – diciamo infine noi – pensare solo ai cani? Se mai si intitolasse a Rex e a Lassie qualche spazio, se ne avrebbe a male Gatto Silvestro. E non è bello. E i due leocorni? Vogliamo lasciarli solo ai balli della baby dance?
In definitiva è vero che un consigliere comunale a Trento non diventa ricco nell’espletare il suo incarico da eletto. Ma se il tenore delle proposte che partorisce è quello delle targhe per celebrare i cani della Tv anche gli spiccioli sono soldi un po’ buttati.