"The room next door" emoziona e il film è in corsa per il Leone d'oro. La Mostra del cinema di Venezia si avvia verso i verdetti
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
E' arrivata finalmente, come una benedizione. La pioggia, tanto desiderata, profuma di ultimi giorni d’estate e ultimi giorni di Mostra. Tra i più emozionanti in corsa al Leone d’Oro “The room next door” primo film in inglese di Pedro Almodovar e “I’m still here - Io sono qui” del brasiliano Walter Salles, per la prima volta a Venezia.
In "The room next door" la prorompente presenza di Tilda Swinton e la forza della condivisione che sprigiona lo sguardo profondo di Julianne Moore, sono fortemente empatiche. Una posizione chiara di denuncia, quella di Pedro Almodovar che dice “Sono per l’eutanasia”.
Da New York a una villa nella foresta, il desiderio di Martha di ambienti naturali e una scelta stilistica che va dagli oggetti d’arredo, ai quadri che si riferiscono a Eduard Hopper padre del realismo americano, ad inquadrature, curate nei dettagli, favoriscono l’equilibrio non solo cromatico del film.
Ingrid e Martha erano amiche da giovani, erano giornaliste della stessa rivista, una diventerà scrittrice di romanzi l’altra Martha reporter di guerra; la sua malattia incurabile la porterà a decidere di interrompere la sua vita in modo dignitoso.
Una dignità che si ritrova anche nello sguardo di Fernanda Torres in “I’m still here”. Il film, tratto da un libro autobiografico “Ainda estou aqui” di uno dei componenti della famiglia Paiva, il figlio, scrittore e giornalista Marcelo Rubens Paiva, parla di eventi tragici avvenuti alla sua famiglia e non solo in Brasile negli anni settanta. C’era in conferenza stampa Marcelo e ha dichiarato di aver pianto commosso dopo aver visto la casa, ricostruita sul set nei dettagli, dove lui bambino e le altre quattro sorelle vivevano con i genitori.
Una storia di desaparecidos, durante la dittatura brasiliana per ricordare e non dimenticare. Siamo nel 1971 e l’ingegnere Rubens, viene arrestato e scompare nel nulla. La coraggiosa moglie Eunice Paiva dovrà reinventarsi per tenere unita la famiglia e lottare per ricevere il documento ufficiale della morte del marito.
L’appartamento davanti alla spiaggia bianchissima di Rio de Janeiro verrà abbandonato (diventerà un ristorante) e loro si trasferiranno a San Paolo. Il regista conosceva la famiglia, era stato nella casa ed ha impiegato sette anni per realizzare il lungometraggio. Sguardi di donne che lasciano il segno, protagoniste assolute alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia.