La Genziana d'oro alla Spagna e "Destinazione Etiopia" è stata un'attrazione inaspettata. Gli spazi iniziano a essere stretti al Trento Film Festival
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Ha vinto “Polaris” Genziana d’Oro Miglior Film al 71esimo Trento Film Festival. Ainara Vera Esparza, nata in Spagna nel 1985, la regista. Al suo primo documentario.
Immagini artiche di donne come Hayat, una skipper esperta di mare e la sorella Inaya, che affrontano con tenacia l’avventura nell’estremo nord, guidate dalla Stella Polare.
Premio del pubblico miglior lungometraggio - Dao, meritatissimo, “Wild Life” di Elisabeth Chai Vasarhelyi e Jimmi Chin. Ma il Festival non è solo questo. Ci sono le numerose sale sold aut che non danno accesso a chi ha acquistato abbonamenti, a chi viene da lontano, a chi è giornalista. Infatti non esiste più per i giornalisti la sala stampa dove visionare alcuni film. E’ impossibile vederli tutti, sono più di cento. Non esiste più lo streaming, le sale sono poche e non possono dare spazio alle discussioni molto interessanti con i registi.
Si sforano continuamente i tempi. La serata di venerdì 5 maggio, sul biglietto ore 23, il film attesissimo divertentissimo “Mad Heidi” di Johannesburg Halmann e Sandro Klopfstein, svizzero, viene proiettato con mezz’ora di ritardo. Una folla di giovani, che ha obbligato a fare una proiezione in contemporanea in due sale. Un evento per Trento. C’era anche il primo cittadino in sala.
“Rispet” di Cecilia Bozza Wolf (Qui intervista), sold out da un pezzo, cinema di chiusura al Vittoria che è il più grande di Trento. L’organizzazione dovrebbe fare i conti con queste situazioni. Non bearsi degli afflussi alle sale. Un’autogratificazione poco attenta alla gente. Sezioni collaterali spesso negate, come “Destinazione Etiopia”. Inaspettata l’affluenza alle proiezioni. Le sale sono poche ormai a Trento.
Troviamo delle alternative per non creare delle profonde delusioni tra gli amanti del cinema, tra gli appassionati di montagna, tra la gente trentina e quelli che vengono da fuori. Aumentiamo le proiezioni, le locations, i momenti d’incontro.
Dopo la pandemia c’è gran bisogno di confronto. Per esempio non si fanno previsioni condivise alla fine delle proiezioni in concorso.
Il Festival mette in luce scelte non risolte nei confronti della cultura cinematografica a Trento, che è profondamente consolidata nel territorio trentino. La mancanza di un cinema Doc in una città che si vanta di essere patria del Trento Doc, porta all’esigenza di film di qualità che, vista la selezione accurata fatta dall’equipe del Festival, ovviamente attraggono e vengono sempre più apprezzati. Specialmente la sezione “Anteprime”. Una passione per le sale cinematografiche, per i documentari, grandi trasmettitori di informazioni.