''Il latte dei sogni'', Venezia magica capitale dell'arte tra surrealismo e il corpo femminile
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Al centro il Surrealismo e il corpo femminile. Trasformazione e immaginazione, alla 59ma Biennale Arte, curatrice la newyorkese acquisita Cecilia Alemani, con “Il latte dei sogni” che ha scelto di riferirsi al libro di fiabe della surrealista Leonora Carrington.
Dopo tre anni di assenza dovuta alla pandemia, l’attesissima Biennale Arte 2022 apre a Venezia fino al 27 novembre.
Dal 1895 la Biennale è all’insegna dei cambiamenti. Primo fra tutti una donna, la milanese Cecilia Alemani, come curatela. "Il Surrealismo mi ha affascinato fin dai tempi dell’università, anche se in quell’ambiente decisamente accademico capita di conoscere e studiare principalmente la parte 'maschile' di questo straordinario movimento". I numeri dicono tutto: 191 artiste e 22 artisti.
Per la prima volta un unico artista al Padiglione italiano. Allo Spazio Tese delle Vergini dell’Arsenale Gian Maria Tosatti presenta “Storia della notte e destino delle comete” curato da Eugenio Viola.
Un viaggio tormentato nel passato, in cui ci si deve abbandonare per riflettere sulla guerra e sulle catastrofi ambientali ed economiche. “La classe operaia va in paradiso” un film degli anni settanta, sembra rinascere negli avanzi di fabbriche dismesse. Ma anche Pier Paolo Pasolini (“La scomparsa delle lucciole”) e il teatro di Edoardo de Filippo (“Adda’ passa’ a nuttata”).
Nel finale ognuno si prenda un po’ di tempo per fermarsi a riflettere davanti all’acqua della laguna e alle comete, lucciole vincenti nel buio della mente. L’acqua anche nell’opera dell’artista ucraino Pavlov Makov. Con non poche difficoltà il lavoro è riuscito ad arrivare all’Arsenale, poiché si trovava a Kiev durante i primi bombardamenti. “The Foundation of Exhaustion” è una scultura cinetica composta da 78 imbuti di bronzo attraversati dall’acqua. Ma poche gocce raggiungono il fondo.
Il Padiglione russo vuoto, il curatore si dimette per protesta contro la guerra. Cinquantotto i paesi partecipanti, ventisei italiani. Cinque i Paesi per la prima volta in Biennale: Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato di Oman, Uganda.
Un’altra novità, al Padiglione degli Stati Uniti d’America un’artista afroamericana. Simone Leigh con “Sovereignty” tra sculture e video riflette sulla vita interiore delle donne di colore, un “archivio incompleto” dice lei, del pensiero femminista nero.
La Polonia con “Re-enchanting the World” mostra per la prima volta un’artista Rom. Malgorzata Mirga-Tas ha creato una grandiosa serie di dodici stoffe trapuntate che guardano idealmente al Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. I panneggi, mesi di lavoro, mostrano scene di migrazione dei Rom attraverso l’Europa.
Moltissimi gli eventi collaterali. Citiamone alcuni: La Galleria di Palazzo Cini “Finalmente Articolato”, selezione di circa 40 opere del maestro dell’arte concettuale Joseph Boys. Fondazione Prada con “Human Brains-It begins with an idea” progetto dedicato alle neuroscienze, risultato di un approfondito multidisciplinare progetto di ricerca.
Galleria Alberta Pane con il Surrealismo di Claude Chen/Marcel Moore in “I owe you”. Per la prima volta in mostra fotografie e libri dell’artista e scrittrice surrealista Claude Cahun che insieme alla sorellastra, sua compagna di vita Marcel Moore, ha precorso i tempi affrontando temi come il genere e l’identità. Viene affiancato il lavoro dell’artista Marcos Lutyens che usa l’ipnosi per evocare ricordi ed immagini dimenticate.
Da citare “Surrealismo e magia. La modernità incantata” alla Collezione Peggy Guggenheim tra magia, esoterismo, mitologia e occulto. Dalla metamorfosi dei corpi, ai sogni rivolti al futuro dove la cultura supera i conflitti e produce conoscenza.
Un’edizione speciale, Biennale Venezia 59, per immaginare il mondo che verrà.