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Gli Oscar ignorano l'Italia e ''Flee'', ma per la prima volta un documentario animato candidato ai premi

Il film era candidato a tre Premi Oscar: Miglior Film Internazionale-Miglior Film d’Animazione-Miglior Documentario. "Flee" è in sala al cinema Nuovo Astra di Trento
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 28 marzo 2022

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Peccato. Paolo Sorrentino con il suo passionale autobiografico "E’ stata la mano di Dio" non ha convinto l’Academy. Lui lo diceva che avrebbe vinto l’Oscar come miglior film straniero "Drive my car" del giapponese Ryusuke Hamaguchi. Una vittoria scontata per lo straordinario film.

 

"E’ già tanto essere qui", dice Sorrentino alla serata degli Oscar. E’ già eccezionale essere fra i candidati anche per "Flee" del danese Jonas Poher Rasmussen. Un nuovo genere di racconto del reale in espansione. Un documentario animato apprezzato e coinvolgente anche da un pubblico giovanissimo. Le verità nascoste sono in ognuno di noi.

 

Cosa vuol dire casa per te? Lo chiede subito ad Amin, il suo caro amico che lo intervista. Jonas Poher Rasmussen, il regista di "Flee" ha conosciuto Amin da adolescente, venticinque anni fa, afgano fuggito dalla sua terra in Danimarca, dove ha trovato ospitalità. Ora Amin non fugge, si ferma e riesce a raccontare la sua storia.

 

Forse perché si fida del suo amico, poi ha trovato un lavoro stabile, è un affermato docente universitario e ha finalmente un amore vero, l’uomo della sua vita che sposerà. Amin Nawabi, nome fittizio, è afgano. Quando era bambino viveva sereno nella sua bella casa a Kabul con i genitori, le sorelle e il fratello. Poi tutto cambia, le bombe, la violenza, la guerra, il padre viene arrestato, il paese non è più sicuro.

 

Si deve fuggire per sopravvivere. Scappare sempre, con la madre, con le sorelle, con il fratello. In Russia, la famiglia arriva ma non possono uscire da casa, sono controllati e c’è tanta corruzione. Senza mai fermarsi Amin si ritrova stipato nei container dei trafficanti, nascosto in un camion con un altro ragazzino, poi - dopo una serie di episodi davvero angoscianti - seduto sulle poltrone di un aereo, tratta finale verso l’Europa, la libertà.

 

Un nuovo genere di racconto del reale, il documentario animato, che può coinvolgere un pubblico anche giovanissimo, un genere apprezzato e in espansione. Si utilizza l’animazione con il montaggio di immagini video in 8mm, per storicizzare il reale dramma vissuto dai rifugiati. Il regista sottolinea: "Questo film parla davvero di fuggire da chi sei". 

 

L’idea nasce otto anni fa. Decine le interviste che sottolineano finalmente la voglia di Amin di raccontarsi. La colonna sonora di Uno Helmersson, accompagna con efficacia ogni sequenza, in un crescendo tra suspance e rabbia. Per l’assurda violenza che gli afgani devono subire. La scelta dell’animazione crea una maggiore libertà creativa e rende più delicata la storia di un bambino afgano sradicato dalla sua terra e omosessuale.

 

Non è solo un viaggio fisico, è una storia universale in cui ci si chiede quale sia il proprio posto nel mondo, quando ci si potrà trovare a casa. "Flee" un documentario animato senza tempo.

 

Il film era candidato a tre Premi Oscar: Miglior Film Internazionale-Miglior Film d’Animazione-Miglior Documentario. "Flee" è in sala al cinema Nuovo Astra di Trento.

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