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Caravaggio, il contemporaneo: la provocazione in mostra al Mart di Rovereto

All’ultimo piano, ci accoglie prima di entrare, la figura intera proiettata in parete di Sgarbi che gesticola e parla. Nella sala interna in un maxischermo ancora Sgarbi in primo piano, ci spiega come si deve fruire la mostra, le motivazioni, i collegamenti fra i vari artisti proposti
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 25 ottobre 2020

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Provocare è l’anima dell’arte. L’Arte contemporanea si nutre di provocazioni. Vittorio Sgarbi è un indiscusso provocatore. Quindi Sgarbi è una figura contemporanea? Riflessioni che ci si pone entrando al Mart di Rovereto dove dal 9 ottobre 2020, è nelle sale la mostra “Caravaggio, il contemporaneo”, bramata e realizzata dal Sgarbi-presidente-curatore; il direttore non esiste.

 

All’ultimo piano, ci accoglie prima di entrare, la figura intera proiettata in parete di Sgarbi che gesticola e parla. Nella sala interna in un maxischermo ancora Sgarbi in primo piano, ci spiega come si deve fruire la mostra, le motivazioni, i collegamenti fra i vari artisti proposti.

 

Nella sala principale appaiono dal buio due tele de “Il seppellimento di Santa Lucia”, una a sinistra ed una a destra, che ci mettono alla prova. Quale sarà quella autentica? Una vera provocazione, ma c’è uno scopo.

 

“Il seppellimento di Santa Lucia”, prima opera siciliana di Caravaggio, dovrà prendere il volo per Siracusa prima del 13 dicembre (dopo eventuali interventi conservativi e l’installazione di impianti di video sorveglianza ed anti intrusione nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, finanziati dalla Provincia di Trento), per festeggiare la santa nel luogo d’origine.

 

Al Mart resterà la copia tecnicamente perfetta, firmata Factum Arte e Factum Fondazione fino al 14 febbraio. Nelle sale del Mart però ci sono altre tele. Quelle di Alberto Burri, poi le foto di Pierpaolo Pasolini e della sua tragica fine che rivelano la drammaticità del corpo offeso. La tragedia esistenziale viene raccontata dalle tele di artisti come Cagnaccio di San Pietro, il performance artist Hermann Nitsch e Margherita Manzella.

 

Ma nelle ultime sale appaiono, come per incanto, le nature morte di Luciano Ventrone, “il Caravaggio del ventesimo secolo”, definito da Federico Zeri. Peccato non ci sia anche la mitica “Canestra di frutta”, sublime opera del maestro barocco. Sgarbi ribadisce ancora: “Tutta l’arte è arte contemporanea”. Il presidente incessante aumenta gli orari di apertura ed organizza eventi in nome dell’Arte.

 

Lui è presenza scomoda ma richiesta nei salotti televisivi, come il Caravaggio nel seicento tra locande malfamate e cardinali committenti? Ma il tormento del Seicento è lo stesso tormento dell’artista e uomo contemporaneo? La voce invitante di Sgarbi, negli spot pubblicitari, ha creato l’effetto boomerang: incredibile, le sale del Mart si riempiono. Senza limiti, la pandemia non sfiora l’entusiasmo del presidente.

 

Anche il ristorante-bistrot in piazza, dello chef Alfio Ghezzi ne è felicemente coinvolto. Il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, si nutre di artisti del passato, per vivere di luce riflessa, la luce della televisione che rimane la cattiva sgarbata maestra. L’identità del Mart ne uscirà rinforzata? Il dialogo fra passato e “presente” continuerà, con Raffaello e Canova che incontreranno Picasso e Robert Mapplethorpe. Ma questa è un’altra storia.

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