Buonconsiglio e Diocesano: due mostre per riapprezzare il valore dell'arte (in Italia troppo spesso bistrattata)
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
TRENTO. Cosa spinge più di duecento persona, in una serata calda e afosa a rinchiudersi in un museo per un artista sconosciuto al grande pubblico come Francesco Verla? La scoperta di un altro Rinascimento o la voglia di mostre aldilà dello scontato? Un pubblico colto, competente, curioso si è mosso dal Castello del Buonconsiglio al Museo Diocesano per visionare due mostre unite dal periodo storico e dal territorio.
La prima, “Ordine e bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino”, artista maledetto, cacciato dalla Serenissima, mandato a Trento dove trova accoglienza e fama, grazie al Principe Vescovo Bernardo Clesio. Lo testimoniano il noto affresco della Casa Rella a Trento, o gli affreschi del Buonconsiglio. L’artista fu allievo di Bartolomeo Montagna a Vicenza, sua città natale. Uno stile tra Bellini, Tiziano e Romanino, interessanti le opere grafiche e di grande impatto la Madonna con bambino che proviene dal Rijksmuseum mai esposta in Italia. I curatori: Laura Dal Prà, direttrice del Castello, Giovanni Villa e Marina Botteri.
La mostra al Diocesano ”Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla” vede arrivare persone di ogni età, che pazientemente aspettano sulle scale la presentazione. Inaspettata così tanta gente, dice la direttrice Domenica Primerano. Inaspettato il fatto che si resti nelle sale attratti dalle chiare e animate spiegazioni dei curatori. Il progetto espositivo è stato elaborato in collaborazione con l’università degli Studi di Trento, curatori, Aldo Galli e Domizio Cattoi. Si indaga sul rapporto fra Verla, vicentino e Pietro Perugino umbro.
Maddalena Ferrari si occupa del ciclo affrescato dal Verla nel 1518 a Terlago, nella Chiesa di San Pantaleone. Interessante la ricostruzione figurativa della cappella Sarego Pagello della chiesa di San Bartolomeo a Vicenza non più esistente.
Molti i restauri effettuati per la mostra, che rendono vivi spazi spesso tenuti come nicchie di cultura. Tra pale, affreschi, foto che riproducono affreschi, chiese scomparse e video didattici ci si muove nelle sale più belle del museo, dove fa capolino la splendida sala degli arazzi.
La mostra nasce da un’idea della Primerano avuta da una sua studentessa Ivana Gallazzini che aveva proposto di concludere la sua formazione con la simulazione di una mostra. Qui la proposta di Francesco Verla, pittore vicentino del Cinquecento.
La direttrice lombarda di origine (Casalmaggiore, Cremona) è solita andare controcorrente, alla ricerca di personaggi dimenticati oppure ai margini. Basti pensare all’intenso lavoro appena chiuso, ”Fratelli e sorelle- Racconti dal carcere”. Un’inaugurazione ricca di stimoli, a Trento che accomuna chi è assetato di sapere. Si spera che non solo alle inaugurazioni ci siano spiegazioni complete, a volte le didascalie non bastano, per apprezzare gli artisti.
In tutti i musei ci vorrebbe personale competente che accolga il pubblico e lo segua nei suoi dubbi o richieste. Purtroppo siamo in un periodo storico in cui l’Arte sembra non abbia più valore, chi la studia viene emarginato, o sottopagato dai musei, dalle gallerie, dagli eventi. I giovani, sottovalutati, non hanno spazio per esprimersi, scappano all’estero o, per potersi mantenere, abbandonano le conoscenze acquisite negli studi, scelgono altro.“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è” Paul Klee.
Le mostre saranno aperte dall’8 luglio al 6 novembre.