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"Angeli caduti", l'umanità in lotta tra il bene e il male

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 06 giugno 2024

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Gli angeli senza ali non hanno meta. L’austero palazzo Strozzi a Firenze, uno delle più note residenze rinascimentali, ospita la mostra “Angeli caduti” di Anselm Kiefer, che dice: “Le macerie sono come il fiore di una pianta; sono l’apice radioso di un incessante metabolismo, l’inizio di una rinascita”.

 

Nel cortile del palazzo ci accoglie la prima opera nella sua grandiosità. E’ “Engelssturz - Caduta dell’angelo”. Un’opera site-specific con il fondo dorato, simbolo del mondo metafisico, in alto l’arcangelo che impugna la spada ed addita il cielo; in basso l’oscuro mondo terreno, dove forme definite in rilievo affondano nello spazio.

 

Il maestro tedesco usa sulla tela emulsione, olio, acrilico, gommalacca, foglia d’oro, tessuto, sedimento di elettrolisi (una reazione chimica in cui i lavori immersi vengono trasformati) e carboncino. Strati di materiali che danno spazio alla storia dell’arte come in “La Scuola di Atene”, rielaborazione del capolavoro di Raffaello.

 

La luce viene esaltata in “Sol Invictus” del 1995. Grandiosi girasoli, simboli di divinità solari emergono dalle tenebre. I semi di girasole fanno parte di parecchie opere di Kiefer.

E’ un modo per omaggiare l’immenso pittore olandese Vincent Van Gogh. Un altro importante riferimento artistico è Joseph Beuys, suo maestro a Düsseldorf.

 

L’inclinazione antropologica trasmessa da Beuys, si avverte nell’evocazione della mitologia egea, in “Cynara”, la ninfa di cui Giove s’innamora; lei lo respinge e lui la trasforma in carciofo. Vengono inseriti nell’opera carciofi reali poi dorati.

 

L’imponente installazione “Vestrahlte Bilder (Dipinti irradiati)" ci mostra sessanta opere disposte in una sala, anche sul soffitto, sistemate anche attorno ad un enorme specchio. Una visione unica e spiazzante che rispecchia quarant’anni di vita artistica.

Provocazione che si conclude nel finale dell’intensa mostra, curata da Arturo Galansino; “Heroische Sinnbilder – Simboli eroici”, stampe fotografiche su carta montate su piombo, denominate Besetzungen (Occupazioni).

 

In “Simboli eroici” Kiefer nel 1969, ancora studente all’Accademia, in varie località europee, con l’uniforme da ufficiale della Wehrmacht del padre, sfida la cultura tedesca ed emula il saluto nazista. I versi di Salvatore Quasimodo “Ed è subito sera”, scritti dal visionario settantanovenne sul muro, danno un tocco finale poetico alla mostra.

 

Questo momento storico vede Kiefer sempre protagonista. Anche il regista Wim Wenders lo celebra al cinema con il documentario “Anselm”, concepito e uscito in 3D nelle sale, ma purtroppo non in tutte, nemmeno a Trento.

Immagini e interviste che mostrano anche il poeta rumeno Paul Celan e la sua esigenza di mettere in versi l’orrore dell’olocausto ed il legame che lo lega ad Anselm fin dall’adolescenza, come filo conduttore della sua esistenza.

 

Per chi vuole arricchire la conoscenza di Anselm Kiefer, all’HangarBicocca, a Milano “I sette Palazzi Celesti”, un’opera colossale, progetto di Lia Rumma, installazione permanente, site specific dal 2004; nel 2015 completano lo spazio altre cinque tele dell’artista.

 

“Angeli caduti-Fallen Angels” - Firenze - Palazzo Strozzi

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