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Alla Mostra del cinema di Venezia amore e morte viaggiano tra realtà e immaginazione

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 02 settembre 2022

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

All’insegna di Netflix, parte la Mostra del cinema.

 

L’America apre ed accompagna Venezia con “White noise” di Noah Baumbach, film in concorso, con Adam Driver nel ruolo padre di famiglia, docente di studi hitleriani. Nella città del Midwest, in cui la famiglia vive, si va verso la catastrofe ambientale; una nube tossica provocata da un incidente stradale si sprigiona ma viene frenata da particelle atmosferiche non ben definite. Una critica al mondo americano, alle sue illusioni, al rapporto con i figli. Tratto dal romanzo di Don De Lillo degli anni Ottanta si descrive un’America spaventata solo in apparenza. Le paure vengono poi superate con troppa leggerezza. Una società che dimentica facilmente le tragedie, tra pastiglie e carrelli della spesa sempre pieni.

 

Il Midwest è un territorio che attrae anche il regista Luca Guadagnino con “Bones and all” il primo film italiano in concorso. Una sorta di road movie horror, che ci mostra con i due protagonisti, Taylor Russel e Timothèe Chalamet, come l’amore possa aiutare la ricerca di due ragazzi capaci di compiere azioni atroci perché cannibali. Il film è un adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Camille DeAngelis che ha curato la sceneggiatura con David Kajganich. L’America di Ronald Reagan viene descritta con la vivacità di giovani che cercano nella musica dei Kiss una distrazione dalla natura bestiale che li anima. Un ritorno al passato, gli anni Ottanta, per pensare al presente?

 

I film in concorso non danno respiro. I dialoghi sono serrati, senza tregua, ironici a volte ma spesso ridondanti. Le pellicole sono poi molto lunghe, specie per accreditati che vorrebbero vederne il più possibile. TAR di Todi Field, per esempio, arriva a 158 minuti con l’esplosiva Cate Blanchett, direttore d’orchestra, in crisi esistenziale perché scopre di non essere compresa ed apprezzata.

 

Hanno molto da dire i registi, come se avvertissero un’intensa esigenza di affrontare il loro rapporto con la morte. E' il caso di Alessandro Gonzalez Inarritu, con “Bardo falsa cronica de un’ascesa curantesi verdades”, 174 minuti. Un film potente, senza speranza, per chi abbandona le proprie radici. Il Messico deve fare i conti con il proprio passato e con gli Stati Uniti e le multinazionali.

 

L’unico film leggiadro, e di soli 63 minuti, è del documentarista Frederick Wiseman (regista americano del lontano 1930) “ Un comple - Una coppia”. Un monologo della moglie di Tolstoj, Sophia, con la bravissima Nathalie Boutefeu. Lettere che spiegano il rapporto d’amore ed i conflitti con il famoso marito romanziere russo. Un viaggio nella natura che diviene protagonista con i colori ed i suoni degli animali e dell’aria.

 

La vita al Lido ha di positivo che non ci sono le file ai film, non ci si confronta con il vicino aspettando la fila, per alcuni è “positivo”. Ognuno con il cellulare acceso ma silenziato durante le proiezioni, perché può diventare il momento migliore per prenotare.

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