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Alla galleria Building con "Opus Liber" (FOTO), un viaggio nella storia dell'arte

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 26 maggio 2024

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Il libro è unico e spazia nel cosmo. Siamo nel centro di Milano in via Monte di Pietà 23.

 

La galleria Building con “Opus Liber” presenta una mostra che è un viaggio nella storia dell’arte attraverso il libro d’artista.

 

Un’attenta selezione, curata da Angela Madesani ci propone opere spesso inedite di artisti internazionali, negli ultimi sessant’anni.


La prima opera in mostra cronologicamente è “Concetto spaziale”-1966, di Lucio Fontana, realizzata in collaborazione con la Galleria del Cavallino di Venezia, con un leporello in cartoncino dorato e forato.

 

Altri sono i leporelli di Maurizio Nannucci, Yuval Avital, Michele Ciacciofera.

 

Provocazione pura nell’opera di Vincenzo Agnetti con un libro “dimenticato a memoria”, è del 1969. Un taglio deciso all’interno elimina tutte le pagine.

 

Alighiero Boetti con “Il Dossier postale”- 1968-70, e le sue 181 cartellette grigie , è l’espressione di una vita vissuta intensamente.


Sabrina Mazzaqui con “Che tu sia per me il coltello” 2014, taglia il libro di David Grossmann.

 

La rassegna raccoglie lavori di Thomas De Falco, Daniela Comani, Luca Pancrazzi, Serena Vestrucci.

 

Giulio Paolini si avvale di “Sei illustrazioni per gli scritti sull’arte antica di Johann J. Winckelmann” del 1977, dove la classicità spazia nel contemporaneo.

 

Il disegno di Fabrizio Cotognini ed Elisabeth Scherffig arricchiscono l’esposizione.


Tra creatività e realtà con Marilisa Cosello, Giorgio Vigna, Elena Modorati e Carlo Benvenuto che si rivolge al passato usando una vecchia macchina da scrivere in “Baal” del 2011.

 

Linguaggi diversi in una mostra di libri svelati. In Building Terzo Piano “Opus liber” termina il 1 giugno.

 

In Building si può visionare fino al 20 luglio la retrospettiva “1969 Hidetoshi Nagasawa 2018”.


Curata da Giorgio Verzotti, la mostra nei tre piani della galleria, documenta l’importanza dell’artista per l’arte italiana e quanto essa lo abbia influenzato.

 

Hidetoshi Nagasawa nasce in Manciuria nel 1945, poi si trasferisce in Giappone, in bicicletta nel 1966 va in Europa; arriva dopo un anno a Milano dove si stabilisce e nel 1979 fonda con Jole de Sanna e lo scultore Luciano

Fabro, la Casa degli Artisti, punto di riferimento per artisti e non solo.

 

La sua riflessione fra Oriente e Occidente e sul frammento che diviene parte del tutto rendono le opere empatiche e uniche. Una barca accoglie la terra dove cresce un albero, in “Barca” 1980-81. L’accoglienza come concetto universale per un mondo di Pace. L’artista muore nel 2018, in mostra anche i suoi ultimi lavori.

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