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Dalla tradizione "merlottista" di Aldeno, l'enomusico Igor Delaiti porta l'armonia musicale in cantina

Ad Aldeno il fagottista Igor Delaiti si dedica oltre che alla musica anche alla produzione di vini. La sua cantina conta una decina di varietà, ma è dalla versatilità delle uve Merlot, per cui il paese fra Trento e Rovereto rappresenta un luogo privilegiato, che l'enomusico trae le sue qualità migliori
DAL BLOG
Di Ades, by Nereo Pederzolli - 10 marzo 2021

Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia

Tra i tanti paesi vitivinicoli del Trentino uno su tutti evoca un preciso legame con altrettanta varietà di vite: Aldeno e il Merlot. Connubio che per anni ha coinvolto la comunità aldenese in un Concorso nazionale riservato a questa tipologia enoica, varietà omonima al vino anche se con il Merlot si elaborano sapientemente una miriade di elegantissimi vini rossi.

 

Intreccio d’Aldeno, si potrebbe dire. Radici ‘merlottiste’ nella cultura stessa di questa comunità vitivinicola sulla sponda del fiume Adige, tra Trento e Rovereto. Perché da sempre i viticoltori più accorti curano i vigneti dove hanno messo a dimora le viti come fossero giardini, nel pieno rispetto della naturalità ambientale. Vino bandiera del paese, ma pure vitigno-base per cimentarsi in altre sfide enologiche, spumantiste oltre che di stampo rossista. Aldeno leggiadra, con le bollicine che da tante stagioni ribollono nelle "caneve" più fresche e in quelle di vignaioli o cooperatori più intraprendenti.

 

Tra i nuovi produttori "in proprio" ecco la famiglia Delaiti, dinastia rurale conosciuta pure come la famiglia Borgognoni, grazie al ruolo congiunto con gli antenati di Igor Delaiti, il vignaiolo che da qualche vendemmia gestisce l’azienda. Impegno e dedizione nonostante Igor abbia una formazione tutt’altro che vitivinicola: è infatti un musicista, diplomato in fagotto al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Concilia il lavoro tra le sue vigne con una docenza all’istituto musicale di Bolzano.

 

I Delaiti sono coltivatori variegati; oltre alle viti accudiscono piante di melo, di ciliegio e in primavera raccolgono carnosi asparagi bianchi sulle sponde sabbiose dell’Adige. Ma è al vino che vanno le attenzioni più mirate. Vini con una gamma che comprende una decina di varietà, dal Merlot allo spumante classico, con microvinificazioni di Moscato Giallo, Marzemino, Teroldego, i vari Pinot – mirabile il Nero - e una serie di "uvaggi" proposti con l’impronta dinastica dei Borgognoni d’Aldeno.

 

La versatilità delle uve Merlot è comunque molto presente in ogni versione rossa dell’enomusico Igor. Rossi di stampo bordolese ( "borgognone" è sinonimo dei vini eccelsi di Borgogna e di una faida con gli Armagnacchi, protagonisti in Francia della Guerra dei cent’anni, XV secolo ) pienamente equilibrati con la ancor imberbe – quanto promettente - filosofia aziendale. Rimaniamo sul Merlot, solo per qualche cenno storico.

 

Evoca spontanee vendemmie, colture di campi rigogliosi, in equilibrio tra Uomo e Natura. Non a caso il nome stesso di questa varietà d’uva – e l’omonimo vino – deriva probabilmente dalla golosità dei merli, i simpatici uccelli neri che nidificano nei vigneti e che prediligono proprio i chicchi d’uva al culmine della maturazione, quelli con gli acini pregni di zuccheri, ma con una scorza dura, spessa, quasi coriacea. Da rompere con il becco prima di assaporarne il contenuto…

 

Merlot citato negli annuari della Gironda, nel sud della Francia, abbinato al Cabernet, già nel 1700 e accuratamente descritto dallo storico Rendre, nel 1854. Le sue origini – come quelle di tutte le varietà d’uva – sono remote quanto misteriose. Secondo alcuni studiosi il Merlot è legato alla Vitis Biturica, piante giunta nel bacino mediterraneo dal Medio Oriente, lungo le rotte degli eroi greci che abbandonarono Troia. Già Columella cita la Biturica e supporta l’origine orientale della vite. Poi secoli di vendemmie e intemperie hanno modificato, incrociato varietà, creando spontaneamente nuove tipologie di piante, per altrettanti vitigni, Carmenere e Cabernet sauvignon in particolare. Con il Merlot sempre ben distinto.

 

Ha il fascino, inconfondibile, della semplicità. Quella tutt’altro facile da farsi. Anzi: sintetizza forza con eleganza, gioioso approccio gustativo con persistenza meditativa. Proprio come i variegati - e perfettamente in stile aldenese - vini Delaiti. Produzione ritmata da cadenze musicali. Suadenze da scoprire lasciandosi coinvolgere in una sequenza armonica dall’esecuzione enoica di Igor Delaiti. Non solo bravo al fagotto.

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