“L'abbattimento dei lupi? Stanno crescendo dei cuccioli di due mesi, un intervento del genere potrebbe porre fine all'intero branco storico della Lessinia”
L'intervento dell'associazione Io non ho paura del lupo dopo il decreto firmato dal presidente Fugatti: “Esprimiamo il nostro disappunto per differenti ragioni. Sono mancate ulteriori iniziative non letali e con questo provvedimento si rischia di creare un pericoloso precedente che potrebbe esporre a rischio di abbattimento tutti quei lupi che nel nostro Paese accedono ad un recinto”
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TRENTO. Fugatti ordina l’abbattimento di due lupi in Lessinia, dopo le predazioni che si sono verificate tra giugno e luglio nell’area di Malga Boldera (all’interno del recinto anti-lupo installato dagli allevatori, Qui Articolo), l’intervento dell’associazione Io non ho paura del lupo: “Dalla mancanza di ulteriori iniziative non letali ai rischi per il branco, ecco le diverse le ragioni per le quali la esprimiamo il nostro disappunto”.
Come riportato da il Dolomiti (Qui Articolo), la richiesta di prelievo è arrivata dalla Provincia (e avallata, a quanto pare, dal parere positivo dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dopo i numerosi episodi di predazione nell’area della struttura in Lessinia, all’interno di un recinto che per diversi anni aveva garantito la sicurezza degli animali. Tra i mesi di giugno e luglio 2023 però, a quanto pare i lupi hanno trovato il modo di superare i fili elettrificati predando, in tutto, 2 asini e ben 16 vitelle.
“Questo vasto recinto di 64 ettari – continua l’associazione – è stato messo in opera nel 2018 e per cinque anni ha consentito alla società di allevatori che lo utilizza di custodire in sicurezza gli animali, rivelandosi una soluzione efficace contro le predazioni da lupo. Nel corso degli anni abbiamo spesso citato questo recinto come un primo esempio virtuoso di prevenzione in un contesto difficile come quello dell’Altopiano della Lessinia, dove ancora oggi, a 11 anni dal ritorno del lupo, gli animali vengono principalmente gestiti allo stato brado e senza protezioni, un tipo di allevamento incompatibile con la presenza dei predatori”.
Nonostante i recenti episodi, per gli esperti di Io non ho paura del lupo: “Questo recinto è stato un importante punto di partenza di come potrebbe essere gestito in sicurezza il pascolo in Lessinia, in quanto la prevenzione realizzata utilizzando soltanto reti e fili elettrificati non è una soluzione infallibile o immune da possibili problemi e la sua efficacia può essere incrementata utilizzando congiuntamente altri elementi come la presenza dell’uomo, dei cani da guardiania e il ricovero notturno degli animali più giovani in aree sicure”.
Ad oggi le predazioni all’interno di questo recinto rimangono in sostanza “dei casi eccezionali”, dice l’associazione “e l’efficacia dei mezzi di prevenzione non può essere messa in discussione”. Ed è partendo proprio da queste considerazioni che Io non ho paura del lupo ha stilato una serie di fattori che vanno contro la decisione adottata da Piazza Dante per l’abbattimento di due esemplari del branco gravitante in zona.
“In prima istanza – scrivono gli esperti – riscontriamo con dispiacere la mancanza di ulteriori iniziative non-letali volte alla dissuasione dei lupi come l’inserimento di cani da guardiania all’interno del recinto (e non di certo la ‘bonifica’ dell’area recintata con cani da guardiania condotti dal personale forestale o la presenza di asini), la valutazione di interventi dissuasivi con proiettili di gomma e più in generale la valutazione di ulteriori azioni non letali volte a scoraggiare l’ingresso nel recinto in un contesto come quello della Lessinia, dove migliaia di bovini da oltre 11 anni pascolano quasi sempre incustoditi nonostante la presenza del lupo”.
Alcuni aspetti fondamentali del decreto rimangono poi “poco chiari”, in quanto: “Non viene specificato quali lupi debbano essere abbattuti (adulti? cuccioli? dominanti o altri esemplari?) e se la deroga tenga conto del fatto che il branco è attualmente impegnato nella crescita dei cuccioli di circa due mesi di età e che è ipotizzabile che questo tipo di intervento, se messo in atto, possa porre fine all’intero branco storico della Lessinia che dalle ultime osservazioni di queste settimane, compiute anche dai volontari della nostra Associazione, risulta composto da 3 lupi adulti e almeno 3 cuccioli nati a maggio 2023”.
Il parere conferito rischia poi di creare un precedente, spiega l’associazione, che potrebbe “esporre a rischio di abbattimento tutti quei lupi che nel nostro Paese accedono ad un recinto, di qualunque natura, ed andrebbe valutata con più attenzione, anche nel merito dell’effettivo funzionamento del recinto nei primi episodi di predazione, a ulteriore supporto dell’eccezionalità dell’accaduto. Ci riserviamo di esprimere ulteriori considerazioni dopo aver visionato i documenti e il parere di Ispra che abbiamo richiesto nella giornata di oggi”.
“Rispetto al tema degli abbattimenti – concludono da Io non ho paura del lupo - come Associazione vogliamo specificare infine che oggi per noi questi non sono un tabù, ma che essi non possono essere attuati come singolo strumento ‘gestionale’ e senza specificità per proteggere animali d’allevamento là dove non sono state messe in atto tutte le strategie anti-predatorie e dissuasivi possibili, ma come ‘azione ultima’ all’interno di strutturate iniziative di coesistenza, conservazione e gestione. Ribadiamo inoltre che questo tipo di interventi non possono essere applicati senza tenere conto della strutturazione dei branchi e del numero di esemplari che li compongono, del periodo riproduttivo e della crescita dei cuccioli, nonché delle specificità rispetto agli esemplari da abbattere. Concludendo, ogni azione gestionale futura deve anteporre a tutto l’utilizzo dei mezzi di prevenzione che, nonostante i normali problemi di percorso, rimangono ad oggi la soluzione più efficace per la coesistenza futura con i grandi predatori”.