Decine di pesci morti nel lago di Loppio (FOTO), alcuni sono esemplari di specie alloctone: “L'immissione di nuova fauna è vietata, a rischio equilibrio ecologico”
Il lago di Loppio è classificato come Zona speciale di conservazione ai sensi di Natura 2000 e come Riserva naturale provinciale. Dal Servizio sviluppo sostenibile e aree protette ribadiscono: “L'obiettivo è mantenere intatto l'equilibrio ecologico dell'area, una soluzione per il medio periodo potrebbe essere un'opera di sensibilizzazione nei confronti di questa delicata tematica per salvaguardare il territorio”
MORI. Era rimasto 'pieno' a lungo ma nell'ultimo periodo, a causa principalmente delle scarse precipitazioni registrate quest'inverno, il livello delle acque nel lago di Loppio è tornato ad abbassarsi e ora emergono i corpi di decine e decine di pesci rimasti bloccati nel terreno paludoso, alcuni dei quali esemplari di specie alloctone che a quanto pare qualcuno ha immesso nel lago. E le autorità ribadiscono: “Sono arrivate le prime segnalazioni, è assolutamente vietata l'immissione o il prelievo di qualsiasi specie animale o vegetale”.
Il lago di Loppio infatti, 'prosciugato' nella seconda metà degli anni '50 a causa dei lavori per la galleria Adige-Garda e diventato quindi area paludosa, è classificato come Zona speciale di conservazione e come Riserva naturale provinciale. “A Loppio è presente una componente faunistica di pregio – commenta il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Pat – e per norma provinciale l'immissione di qualsiasi specie è vietata. In quanto Riserva naturale provinciale, esiste infatti una delibera istitutiva che regolamenta ciò che è permesso vietato fare nel biotopo. Non si possono, per esempio, né prelevare specie presenti né immettere soggetti faunistici o vegetali: l'obiettivo è mantenere intatto il particolare equilibrio ecologico dell'area”.
Equilibrio ecologico che, però, rischia di essere alterato dall'arrivo di nuove specie. Tra i corpi dei pesci fotografati negli scorsi giorni nel lago di Loppio, spiegano gli esperti del Muse sul gruppo Citizen Science del Muse di Trento, ci sono sicuramente degli esemplari di Carassi dorati (o "pesci rossi"), una specie di origine asiatica, e alborelle (Alburnus arborella). “Abbiamo ricevuto al momento due segnalazioni relative a questa situazione – sottolinea il Servizio aree protette – quello che possiamo fare in questa fase è verificare l'entità del fenomeno, individuando quindi la soluzione migliore per contenerne l'eventuale diffusione”.
Soluzione che, in questo caso, potrebbe prevedere il potenziamento di iniziative informative nell'area, con l'installazione per esempio di un pannello dedicato. “È necessario sensibilizzare i cittadini in merito a questo fenomeno – conclude il Servizio – l'immissione di nuove specie potrebbe andare ad intaccare l'equilibrio della zona protetta, in particolare se segnalazioni di questo tipo si facessero nel tempo più frequenti. Un progetto di sensibilizzazione nel 2022 potrebbe essere importante non solo a Loppio, ma anche per altre aree protette su tutto il territorio provinciale al fine di prevenire o quantomeno contenere il fenomeno”.
Foto di Ivo Cipriani