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In montagna non nevica e l'acqua scarseggia. Tra limitazioni e "speranze", il punto sulle risorse idriche trentine: "Nessuna crisi ma qualche campanello d'allarme"

Le recenti ordinanze dei comuni di Cavalese e Ziano accendono i riflettori sulla scarsità di precipitazioni delle ultime settimane, ma la situazione resta sotto controllo. "Nessuna preoccupazione, anzi siamo pronti a un grande fine settimana con la Marcialonga", rassicura il sindaco di Cavalese Sergio Finato. Il direttore dei Consorzi Irrigui Lorenzo Cattani: “Non piove di meno, ma piove male. Servono invasi per gestire meglio l’acqua”

Di Marcello Oberosler - 25 gennaio 2025 - 06:00

TRENTO. Non piove in valle, non nevica in montagna: siamo al 25 gennaio, l’inverno è ancora lungo, ma qualche campanello d’allarme sul fronte della siccità comincia ad accendersi, anche in Trentino.  

 

È quello che sta succedendo in Val di Fiemme, dove negli ultimi giorni un paio di ordinanze firmate dai sindaci di Cavalese e Ziano hanno in qualche modo messo alcuni limiti all’utilizzo di acqua potabile per i cittadini. Nulla di cui allarmarsi, al momento: ma in che contesto meteorologico, infrastrutturale e ambientale sono inserite queste momentanee e circoscritte criticità?

 

Ne abbiamo parlato con due protagonisti, seppur in ruoli diversi, di questa situazione: il sindaco di Cavalese Sergio Finato e il direttore della Federazione provinciale dei Consorzi Irrigui Lorenzo Cattani.

CAVALESE, MARCIALONGA E RASSICURAZIONI: “NESSUNA PREOCCUPAZIONE”.

 

“La situazione nel nostro comune non è legata a scarsità di risorse idriche”. Lo puntualizza subito, parlando a Il Dolomiti, il sindaco Finato. “Anzi semmai si tratta di un non perfetto funzionamento del sistema idraulico”.

 

Il problema evidenziato dall’ordinanza emessa venerdì 24 gennaio in effetti riguarda un punto specifico, a circa 2.200 metri di quota, sulla sommità del Cermis. Di fatto, l’approvvigionamento di un ristorante per il quale è stato necessario un bypass provvisorio e un giro di analisi per verificare che fosse tutto a posto: “Sì, la nostra è una criticità molto localizzata e che non può essere usato come indicatore dell’intero contesto: anzi, devo dire che la quantità di acqua disponibile al momento non ci preoccupa, siamo pronti a vivere al massimo un fine settimana ‘stressante’ per il sistema di Cavalese sotto ogni punto di vista con la Marcialonga e il grande afflusso di turisti”.

 

La zona del Cermis incriminata peraltro è sede anche del principale bacino per l’innevamento artificiale della zona: il sindaco Finato però ci tiene a sottolineare come l’utilizzo di acqua per quello scopo non abbia un impatto diretto significativo sulla quantità di risorsa disponibile negli acquedotti. “Anzi - prosegue -  questi bacini vengono creati, modernizzati e ampliati anche proprio per raccogliere in maniera virtuosa l’acqua e poterla utilizzare senza gravare sulla disponibilità degli acquedotti. La loro utilità e il loro impatto in termini di sostenibilità peraltro è riconosciuta anche dagli ambientalisti: a livello europeo si sta puntando molto su questi progetti, sia per sostenere il turismo invernale con la neve artificiale, sia per rispondere alle esigenze dell’agricoltura. Sono stati stanziati finanziamenti importanti per queste infrastrutture”.

 

Certo fanno abbastanza impressione le immagini di una Val di Fiemme completamente o quasi priva di neve al 24 gennaio alla vigilia della Marcialonga. E a qualche chilometro di distanza, l’ordinanza del Comune di Ziano del 21 gennaio (firmata dalla sindaco Maria Chiara Deflorian) recita testualmente che tra le motivazioni della limitazione dell’uso di acqua potabile sul territorio ci sia “il perdurare del periodo di siccità e della situazione critica legata alla scarsità delle precipitazioni” e che “nel breve periodo preoccupa la possibile evoluzione negativa della situazione legata all’elevata richiesta di prelievo di acqua potabile rispetto alla possibile fornitura”.  

 

"NON PIOVE DI MENO. MA PIOVE MALE".

 

Con Lorenzo Cattani, direttore della Federazione provinciale dei Consorzi Irrigui, allarghiamo lo sguardo; perché la situazione della Val di Fiemme solleva interrogativi più ampi sulla gestione delle risorse idriche in Trentino. “Partiamo da un presupposto – esordisce Cattani -, e cioè che da domenica e fino a martedì potremmo assistere a qualche precipitazione significativa. E poi che l’inverno è ancora lungo, perché siamo solo a fine gennaio. Fatte queste doverose premesse, in effetti abbiamo registrato un inverno fino ad oggi caratterizzato da poca neve in montagna e in generale da una certa scarsità di piogge”.

 

“Nel saldo attuale un ruolo lo giocano le piogge autunnali, giunte in chiusura di un anno, il 2024, estremamente piovoso: piogge che oggi permettono agli acquiferi di essere ancora ‘belli carichi’. Insomma, per il momento tutto considerato non c’è da preoccuparsi particolarmente”. 

 

Difficile individuare un trend nel corso del tempo: “Ogni anno fa storia a sé: basti pensare, ad esempio, che il 2022 è stato estremamente siccitoso, mentre il 2024 è stato molto piovoso, con precipitazioni talmente abbondanti da creare problemi, anche all’agricoltura. Tracciare una linea precisa è difficile, certo quello che si nota è una maggiore frequenza, quella sì, di fenomeni estremi, tra pioggia, grandine o gelate primaverili. Le condizioni variano di anno in anno e dobbiamo essere pronti ad adattarci”.

 

La gestione delle risorse idriche in Trentino è virtuosa o si potrebbe fare di meglio? “Come dicono gli impiantisti - conclude Cattani -, anche la neve artificiale poi si scioglie e torna disponibile nel ciclo idrico. In agricoltura fortunatamente negli ultimi anni sono stati fatti investimenti importanti su impianti irrigui moderni. Quasi tutta la provincia di Trento utilizza il sistema a goccia, un esempio di efficienza che nel resto d’Italia è meno diffuso. Questi investimenti ci aiutano a gestire l’acqua in modo oculato e a raccoglierla quando piove poco. A proposito, ritengo che oggi una delle priorità sia proprio quella di migliorare il sistema di invasi. Come dicevo prima, non è che piova di meno, ma piove ‘male’, in modo meno regolare e se vogliamo meno prevedibile. Così quando l’acqua arriva in eccesso, spesso non è utile dal punto di vista irriguo e, anzi, può provocare danni. Bisogna trovare il modo di gestire meglio questi eccessi per sfruttarli a distanza di tempo nei momenti di bisogno”.

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