Invasione di specie aliene in Trentino, gli esperti: “Con i cambiamenti climatici la situazione potrebbe peggiorare”
Dalle lucertole, ai gechi, fino alle testuggini che stanno colonizzando i laghi trentini, è l’invasione delle specie alloctone, spesso invasive e quindi pericolose per la fauna locale. L’esperto: “Con il cambiamento climatico sarà sempre più facile assistere all'insediamento in Trentino di popolazioni di animali provenienti da climi più caldi”
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RIVA DEL GARDA. Gechi, lucertole e testuggini è l’invasione delle specie aliene che stanno colonizzando il Trentino. Il termine scientifico è alloctone e sta ad indicare tutte quelle specie che pur non essendo native di un luogo riescono ad insediarsi nell’ambiente naturale. Animali e piante che possono causare sia danni economici anche molto ingenti, che ambientali, sono infatti ritenute la seconda causa di perdita di biodiversità a livello globale. Possono diventare pericolose perfino per la salute umana, anche se quest’ultimo non è il caso del Trentino.
La loro introduzione può avvenire in maniera accidentale, come ad esempio quella della Zanzara tigre, giunta in Italia nel 1990 all’interno di un cargo di copertoni importati dagli Usa e stabilitasi anche in Trentino. Oppure deliberata, come nel caso degli Scoiattoli grigi nordamericani liberati in diversi parchi italiani, perché simpatici e piacevoli nell’aspetto, quanto pericolosi per gli autoctoni Scoiattoli rossi.
“Il fenomeno delle specie aliene è globale e perciò la nostra provincia non ne è esente” – spiega Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico del Muse. I rettili alloctoni in provincia di Trento scoperti fin ora sono due specie di Sauri della famiglia Geconidi, un Sauro della famiglia dei Lacertidi, e varie specie di Testudinati della famiglia degli Emididi, le testuggini palustri di acqua dolce. “Per una di queste specie – conferma l’esperto – è stata accertata la riproduzione in natura”. A queste vanno aggiunti singoli esemplari di altre specie che occasionalmente vengono rinvenuti, ma che non riuscendo a superare i rigori dell’inverno, non instaurano popolazioni stabili.
Daniel Iversen, collaboratore della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse, spiega che sono tre le specie di geconidi individuate sul territorio: Geco comune, Geco verrucoso e Geco di Kotschy. Ultimamente, complici il trasporto accidentale, e non, da parte degli esseri umani, si sta assistendo a una espansione verso l’entroterra, in molti dei Paesi dove è presente. Il cambiamento climatico, con inverni sempre più miti e il microclima che si crea all’interno dei contesti urbani, sono senza dubbio dei promotori della sopravvivenza di queste specie. Il geco comune è il “campione” di questa categoria è stato infatti segnalato a Riva del Garda, Arco, Torbole, Rovereto, Trento, e in altri paesi della Valle dell’Adige e di sue valli laterali.
Parentesi a parte va fatta per la categoria dei Lacertidi, famiglia dei Sauri a cui appartengono la comunissima Lucertola muraiola e il Ramarro occidentale molto diffusi sul nostro territorio. Nel Comune di Arco è stata infatti scoperta una popolazione riproduttiva di Lucertola campestre, proveniente secondo alcuni studi genetici dall’area del Gargano, in Puglia. Probabilmente è presente ad Arco da almeno qualche decennio, e pare in espansione a svantaggio dell’indigena muraiola.
![](https://cdn.ildolomiti.it/s3fs-public/styles/media/public/gallery/Geco comune (Tarentola mauritanica). Ph. Karol Tabarelli de FatisArch. MUSE.jpg?itok=Fob4NLZD)
Arriviamo ora alla nota più dolente, la categoria più dannosa per la fauna trentina, quella delle testuggini. Questi animali esotici sono i rettili alieni dalla più ampia distribuzione sul territorio, sono infatti rinvenibili in quasi la totalità delle aree umide fondovallive. “La Testuggine dalle orecchie rosse e dalle orecchie gialle – racconta Tabarelli de Fatis – è la specie maggiormente rappresentativa per via del forte commercio a cui è stata soggetta in passato e della sconsiderata abitudine che hanno molti proprietari di liberarsene una volta che si stufano di loro”.
Se liberate in natura, queste testuggini si trovano in una posizione vantaggiosa: non incontrano gli stessi antagonisti che ritroverebbero nei loro areali di origine ed i predatori sono solo occasionali. Dal canto loro però questi rettili sono predatori voraci che possono entrare in competizione con la fauna locale, danneggiandola, possono cibarsi delle uova degli uccelli o dei loro piccoli come avvenne nel caso della testuggine dal guscio molle ripescata nel Lago di Garda.
Gli esperti del Muse ci tengono però a ricordare che il 31 Agosto 2019 entrerà in vigore il D.L. 230/2017 sulle ‘specie esotiche invasive’ che ne vieta commercializzazione, introduzione e rilascio in natura su tutto il territorio nazionale. I proprietari di Trachemys scripta (declinata nelle sue varie sottospecie) e di altre specie aliene, dovranno quindi attenersi ad una serie di rigide indicazioni.
“Tenete però presente che se gli esemplari giovani misurano appena qualche centimetro le femmine adulte possono crescere fino a lambire i 30 centimetri con un’aspettativa di vita che può toccare i quarant’anni quindi – conclude Tabarelli de Fatis – pensateci bene prima di acquistarle”.
Infine segnaliamo per i cittadini che volessero contribuire alle ricerche inerenti alla distribuzione di Anfibi e Rettili (alloctoni o autoctoni che siano) in provincia di Trento potranno farlo visitando il blog della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse del Muse. Sulla pagina Facebook ‘Anfibi e Rettili del Trentino Alto Adige/Suditrol’ sono invece disponibili varie gallerie fotografiche per imparare a riconoscere le specie presenti sul nostro territorio.