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La marcia contro i pesticidi: ''I dati Ispra lo certificano, restiamo un territorio ad altissimo rischio. E' ora di dire basta''

A Caldaro erano oltre 250 a sfilare per dire basta ai fitofarmaci, per chiedere di disincentivare economicamente le produzioni agricole industriali e le monocolture e di favorire e finanziare l'agricoltura biologica e la costituzione di biodistretti. Tutto ciò a fronte dei dati ministeriali pare sempre più importante

La marcia di Caldaro
Di Luca Pianesi - 16 maggio 2018 - 11:31

TRENTO. "No ai pesticidi", l'hanno gridato a gran voce oltre 250 persone che si sono riunite a Caldaro sabato per chiedere maggiori tutele per la propria salute e per la salute dell'ambiente. Una manifestazione pacifica e molto importante tesa a sensibilizzare la cittadinanza su quello che resta uno dei grandi problemi del nostro territorio e della nostra economia. Di pochi giorni fa, infatti, la pubblicazione dell'Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale) che nel nuovo "Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2018" certifica come il Trentino resti a livelli altissimi di utilizzo di fitofarmaci. 

 

Per l'istituto il nostro territorio è il peggiore, in Italia, secondo solo al Veneto: in Provincia di Trento, infatti, sono stati rilevati 9,3 chilogrammi di principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata; un livello altissimo rispetto alla media nazionale che è di 4,9 kg/ha e molto lontano dalla vicina Provincia di Bolzano che si ferma a 4,4 Kg/ha. Il Veneto, come dicevamo, è l'unico territorio che riesce a fare peggio del Trentino con 11,7 kg di pesticidi per ettaro di superficie agricola utilizzata. 

 

E poi c'è il problema dell'inquinamento delle acque. L'Ispra specifica che "in alcune Regioni la presenza dei pesticidi è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 90% dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell’80% dei punti in Emilia Romagna e Toscana. Supera il 70% in Lombardia e provincia di Trento. Nelle acque sotterranee la presenza di pesticidi è particolarmente elevata in Friuli 81%, in Piemonte 66% e in Sicilia 60%". Dati questi da prendere con le molle perché, come spiega l'Ispra, "c’è stata un’ottimizzazione del monitoraggio, che è diventato più efficace e si è concentrato in modo particolare nelle aree dove è più probabile la contaminazione". Insomma chi meglio cerca più facilmente trova. 

 

La marcia di Caldaro

In ogni caso il problema è evidente e, stando ai dati, costante negli anni, come se la politica di questi ultimo ventennio non fosse riuscita a fare più di tanto. "Proprio per questo crediamo sia importantissimo manifestare - ci spiega Luigi Mariotti referente per il settore agricoltura del Wwf di Bolzano - perché vorremmo che fosse applicato il principio di precauzione vietando l'utilizzo dei pesticidi, intesi come molecole di sintesi, attivando controlli e sanzioni idonee, iniziando col vietare definitivamente le sostanze che sono state sottoposte a deroghe e fissando obiettivi di riduzione per gli altri. Lo stop ai pesticidi è fondamentale per la salute di tutti noi ma chiediamo anche che si inverta il percorso che ci sta trasformando sempre più in monoculture. Da Salorno alla Val Venosta abbiamo quasi solo meleti come in Val di Non. Ciò distrugge la biodiversità, ha fatto sparire animali, insetti, boschi. E poi vi è il problema delle acque inquinate. Per questo non possiamo restare a guardare".

 

E alla manifestazione di Caldaro, realizzata intorno al lago, hanno preso parte molte associazioni: Agricultura Trentino, Ambiente e salute Bolzano, Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland, associazione L’Ortazzo di Caldonazzo, Centro Tutela Consumatori Utenti, comitato promotore per Malles libero da pesticidi, Dachverband für Natur und Umweltschutz, Gaslein di Merano, Heimatpflegeverband Südtirol, Initiativgruppe Unterland, Italia Nostra Bolzano, Legambiente Bolzano, Umweltschutzgruppe Vinschgau e WWF Bolzano.

 

Tra le richieste anche quella di disincentivare economicamente le produzioni agricole industriali e le monocolture e di favorire e finanziare l'agricoltura biologica e la costituzione di biodistretti, nel rispetto della biodiversità e delle tipicità tradizionali locali. Anche in Veneto sono state fatte contemporaneamente due manifestazioni, a Treviso e a Verona. "Lì hanno il problema della monocultura delle vigne del Prosecco - spiega ancora Mariotti - e di un'agricoltura industriale dall'altissimo utilizzo di pesticidi. A Treviso erano in 4.000 a manifestare ed erano alla loro seconda edizione. Noi eravamo alla prima ma non ci fermiamo".

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