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Sport

Una striscia bianca di neve artificiale in paesaggi primaverili: la Coppa del mondo di biathlon sfida il caldo, con qualche timore per il futuro

A Nove Mesto di giorno cielo azzurro, sole, temperature primaverili; la notte invece volontari e addetti in pista a spargere le decine di migliaia di metri cubi di neve sul percorso: è la folle settimana della Coppa del mondo di biathlon in Cechia che rivela (per l'ennesima volta) la fragilità del mondo degli sport invernali di fronte al cambiamento climatico

di
Marcello Oberosler
05 marzo | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Da giovedì 6 a domenica 9 marzo la Vysočina Arena di Nové Město ospita una tappa della Coppa del mondo di biathlon, peraltro in un momento chiave della stagione che entra nella sua "volata" finale. Ma lo fa in un contesto che di invernale ha ben poco.

 

Con temperature che sfiorano i 10 gradi e un paesaggio “primaverile”, la neve, elemento indispensabile per questo appassionante sport che unisce sci di fondo e tiro con la carabina al poligono, è ormai una sorta di miracolo artificiale, artificioso e tecnologico. Una neve frutto non del contesto naturale, ma dello snowfarming e del duro lavoro di organizzatori e volontari sulla pista e allo stadio, cuore pulsante del biathlon della Cechia.

 

 

 

 

 

 

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Organizzatori e volontari che, come già accaduto lo scorso anno quando Nové Město ospitava i Mondiali, ogni notte lavorano senza sosta spargendo la neve conservata lungo il tracciato: decine di migliaia di metri cubi di neve “stoccate” proprio per ovviare alle difficoltà meteo che ciclicamente colpiscono una località posta a soli 600 metri di altitudine e con una posizione "temporale" nel calendario di Coppa del mondo che la espone al beltempo.

 

Non lo scopriamo certo oggi, ma il cambiamento climatico sta avendo conseguenze pesanti sulle discipline invernali, mentre aumenta il numero di atleti e di addetti ai lavori preoccupati per il futuro del loro sport.

 

La situazione a Nové Město non è un caso isolato. In tutta Europa gli inverni sono sempre più miti (e se non miti, più irregolari), e la neve naturale in contesti di gara è ormai diventata un ricordo sbiadito persino a quote (e latitudini) più alte. Le temperature in Cechia in questi giorni arriveranno ben oltre i 10 gradi: per quattro giorni di gara, la neve artificiale “soffrirà” ma resisterà, anche grazie agli sforzi immani di chi lavora notte dopo notte sulla pista.

 

In bocca al lupo agli skiman delle varie nazionali per le gare di questi giorni, verrebbe da dire, perché trovare i materiali buoni in queste condizioni (anche se si correrà spesso in orari serali) sarà sfidante a dir poco. 

 

Le immagini lasciano spazio a poche interpretazioni: prati e alberi verdi, una lingua bianca di neve artificiale, cielo azzurro e biatleti che si allenano e gareggiano in maniche corte. Sarà questo il futuro degli sport invernali?

(Julia Simon festeggia in maniche corte la vittoria in staffetta del 2024, foto Facebook - Biathlon NMNM)

(Julia Simon festeggia in maniche corte la vittoria in staffetta del 2024, foto Facebook - Biathlon NMNM)

 

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