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Diga del Vanoi, Cristina Guarda: "Sono stati sprecati anni per inseguire un progetto assurdo, che per la Giunta Zaia era prioritario: altro che scelta tecnica"

Così dichiara Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi al Parlamento europeo: "Finalmente, si comincia a parlare delle alternative che noi 'pericolosi ambientalisti' proponiamo da anni. Il territorio e gli agricoltori pagheranno questo ritardo causato da una parte politica che si era innamorata di un’opera costosa, impattante e inefficiente"

di
Redazione
10 marzo | 15:15
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Zaia sostiene che la posizione della Regione sul Vanoi sia tecnica? È curioso, considerando che è stata proprio la Giunta regionale da lui guidata, nel maggio 2023, a inserire la diga del Vanoi tra gli interventi prioritari del Piano Regionale di Ripresa e Resilienza (PRRR), senza alcun supporto tecnico-scientifico e, anzi, ignorando numerose controindicazioni".

 

Così dichiara Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi al Parlamento europeo, commentando le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Veneto riportate dall'edizione odierna del Corriere delle Alpi.

"Finalmente, però, si comincia a parlare delle alternative che noi 'pericolosi ambientalisti' proponiamo da anni. Alternative che sono meno costose, più sicure e più efficienti. Anche la Commissione europea, rispondendo alla mia lettera di denuncia del luglio scorso, aveva confermato la necessità di approfondire le alternative possibili. È un passo avanti importante, ma resta il fatto che sono stati sprecati anni per inseguire un progetto assurdo. Il territorio e gli agricoltori pagheranno questo ritardo causato da una parte politica, che si era innamorata di un’opera costosa, impattante e inefficiente, per la quale esistono soluzioni migliori che abbiamo sempre indicato".

"La decisione di inserire la diga tra le priorità del PRRR è stata una scelta politica, non tecnica, e questa scelta ha purtroppo comportato uno spreco di risorse pubbliche. Un milione di euro di fondi nazionali è stato speso per la progettazione di un’opera che non aveva basi solide. Con quei fondi, avremmo potuto realizzare interventi concreti e sostenibili, come la creazione di aree forestali di infiltrazione o la manutenzione di altri bacini idrici. Mi auguro che la nuova presidenza del Consorzio di bonifica Brenta possa finalmente archiviare questo progetto e concentrarsi su soluzioni realmente efficaci per affrontare l’emergenza idrica. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo prezioso", conclude Guarda.

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