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"Ma è solo un grado 2": ecco perché, quando si parla di valanghe, non si può mai escludere il rischio

Come interpretare correttamente il bollettino valanghe? Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Veneto ha pubblicato un'esauriente spiegazione sui rischi in ambiente innevato associati al pericolo di valanghe

di
Redazione
06 marzo | 15:05
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Come interpretare correttamente il bollettino valanghe? Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Veneto ha pubblicato un'esauriente spiegazione sui rischi in ambiente innevato associati al pericolo di valanghe. La riportiamo di seguito. 

 

Il focus sul pericolo valanghe, a cura del Cnsas Veneto, inizia prendendo come esempio le condizioni riportate nel bollettino n. 45 elaborato da Arpav, in cui si legge: “...le situazioni più critiche per distacchi provocati, localmente anche con debole sovraccarico, rimangono i ripidi pendii in ombra, zone di cresta e uscite dai canali per la presenza di lastroni superficiali soffici che poggiano su strati fragili formati da crescite cinetiche. I pendii da valutare con spirito critico sono in particolare quelli aperti oltre il limite del bosco esposti da E a W passando per il N. Il pericolo di valanghe oltre il limite del bosco è moderato (grado 2) e localmente non si escludono singoli distacchi anche di grandi dimensioni...”

 

"Le condizioni generali descritte dal bollettino nivo-meteorologico sono favorevoli per belle gite sulle nostre splendide montagne, tuttavia non possiamo mai escludere completamente un rischio residuo - commenta il Cnsas Veneto -. Il grado di pericolo valanghe esprime un grado medio, su scala sinottica, ossia su un’area omogenea di almeno 100 chilometri quadrati, del pericolo presente a tutte le esposizioni e tutte le quote di quella certa zona.

 

Il manto nevoso presenta, per sua caratteristica, una variabilità spaziale e temporale molto elevata e ciò fa si che lo stesso possa mutare a distanza di pochi metri e durante le ore del giorno.

 

Ecco perché la problematica degli strati deboli persistenti, che ha causato le due valanghe di domenica scorsa (nella zona del passo Cibiana, ndr), richiede un’attenta valutazione e soprattutto, una continua rivalutazione, dei singoli pendii.

 

La presenza di questi strati deboli, ricoperti da uno spessore variabile di neve maggiormente compatta (lastrone da vento per esempio) rappresenta la giusta condizione perché si possa verificare un distacco".

 

 

COME SI FORMA UNA VALANGA? 4 FATTORI FONDAMENTALI

 

La ricetta perfetta per confezionare una valanga a lastroni prevede infatti la coesistenza di 4 fattori fondamentali: la stratigrafia del manto sfavorevole (strati deboli sovrapposti da lastroni); l'innesco (dovuto anche al passaggio di un singolo sciatore); l'estensione spaziale del lastrone (propagazione della frattura); non da ultimo la pendenza (maggiore di 30°).

 

Spiega il Soccorso Alpino: "Durante la nostra gita, in una giornata con grado 2, ma anche con grado 1 (ovviamente con meno probabilità) non è escluso che si possano incontrare singoli pendii e/o porzioni di questi che possiedano tutti gli ingredienti di questa ricetta esplosiva. Nel caso specifico (del bollettino Arpav preso in esame, ndr), essendo gli strati deboli formati dalla presenza di un alto gradiente di temperatura all’interno del manto nevoso, i pendii più critici sono appunto le esposizioni Ovest - Nord e Est, dove minore è il soleggiamento e dove la temperatura in superficie del manto nevoso raggiunge i valori minimi.

 

In questi casi è raccomandabile tenere sempre un atteggiamento prudente e procedere sia in salita che in discesa con spirito molto critico.

 

Importantissimo risulta sempre mantenere le distanze di sicurezza, al fine di evitare un sovraccarico eccessivo del manto nevoso e quindi l’innesco di strati deboli a profondità maggiori, ed inoltre per evitare, in caso di distacco il coinvolgimento di più componenti del gruppo. Tutto questo, soprattutto lungo i pendii che abbiano una pendenza superiore ai 30°.

 

In caso di incidente, dobbiamo al più presto avvisare i soccorsi ed iniziare quanto prima le manovre di autosoccorso, al fine di poter estrarre dalla neve il travolto nel minor tempo possibile".

 

 

ASPETTI DA RICORDARE

 

Il grado 2 esprime un pericolo medio a tutte le quote ed esposizioni di una certa area.

Il manto nevoso è molto variabile spazialmente e temporalmente durante la giornata.

Alle esposizioni settentrionali c’è la presenza di strati deboli persistenti (brine di profondità e grani sfaccettati).

Gli strati deboli sono ricoperti da lastroni di neve più compatta (nuove nevicate e neve trasportata dal vento).

A seconda della profondità alla quale si trovano, questi strati possono essere sollecitati anche dal passaggio di un singolo sciatore.

Se vi è una pendenza superiore a 30°, il lastrone poggiante sullo strato debole innescato dallo sciatore, si può mettere in movimento e generare una valanga.

 

 

ATTEGGIAMENTI DA TENERE

 

Il post del Cnsas Veneto si conclude con un elenco di raccomandazioni utili.

 

Leggere sempre il bollettino molto attentamente (scala sinottica)

Informarsi da Guide, Cnsas e Cai, sulle situazioni locali e specifiche

Procedere con spirito critico nei confronti dei singoli pendii che incontriamo

Mantenere, soprattutto lungo i pendii più critici, adeguate distanze di sicurezza (minor sovraccarico del manto nevoso e minor probabilità di coinvolgimenti multipli)

In caso di incidente chiamare subito il numero di emergenza

Procedere velocemente con le manovre di autosoccorso (pala, Artva e sonda)

 

 

 

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