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Attualità

È morto Luciano Di Gino, costruttore di cammini e difensore delle Alpi Apuane dall'eccessivo sfruttamento

Ci ha lasciati a 64 anni l'artigiano e attivista lucchese che dopo la scomparsa del figlio, insieme alla moglie e agli amici, aveva realizzato "Il cammino di Elia", tre giorni a piedi dalla città alla Pania della Croce. Era impegnato anche nei movimenti che denunciano il prelievo senza misura del marmo

di
Luca Martinelli
03 marzo | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La Pania della Croce è una presenza quotidiana per chiunque viva nella Piana di Lucca, come Luciano Di Gino, la cui casa è a Paganico, nel comune di Capannori. Basta alzare gli occhi per vederla, imponente, risalire con gli occhi la Costa Pulita fino ai 1.858 metri sul livello del mare della quarta cima più alta delle Alpi Apuane.
Quando venerdì ho appreso della morte di Luciano, a 64 anni, non ho potuto che pensare a lui, che nella vita è stato un falegname, un artigiano, anche come un costruttore di cammini: dopo la morte di Elia, scomparso adolescente nel 2011 a causa di una malattia, insieme alla moglie Monica e agli amici del figlio ha dato vita a un’iniziativa straordinaria, che lascia in eredità a tutti coloro che amano la montagna la possibilità di raggiungere a piedi la Pania della Croce in tre giorni dalla città di Lucca, attraverso un itinerario segnato e calpestato in un decennio di cammini di gruppo. Il cammino di Elia ha portato a recuperare vecchie mulattiere e sentieri mai segnati, su cui oggi lavora anche il CAI di Lucca.

 

Affetto da SLA, Luciano è stato letteralmente un pioniere della Joëlette, organizzando con l'associazione Aeliante, di cui era presidente, anche corsi per far sì che le persone imparassero a portare.

 

Ho avuto la fortuna di frequentare la casa di Luciano e Monica a vent'anni. Con Suna, la figlia maggiore, abbiamo condiviso un impegno e un attivismo totalizzante, nell'associazione Mani Tese e a fianco dei popoli indigeni delle montagne del Sud-est messicano. Dei sui genitori, mi rendevo conto che avessero chiaro che personale è politico. L'impegno di Luciano per Il cammino di Elia, l'amore per la Pania della Croce, era accompagnato dalla partecipazione attiva ai movimenti che da decenni in Toscana provano a fermare lo scempio delle Alpi Apuane, le montagne di marmo che ridotto in scaglie finisce anche nei nostri dentifrici. Luciano faceva parte della Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano del CAI Toscana e c'è il suo numero di telefono in calce alla convocazione di una manifestazione che si tenne nel 2015 a Firenze, "La Toscana per le Apuane. Giù le mani dal Piano Paesaggistico!", con un pulmann organizzato da Capannori. Torna il suo nome anche in calce a una lettera aperta inviata nell'agosto del 2020 "ai candidati alla presidenza della Regione Toscana", per chiedere di affrontare il problema delle cave aperto all'interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Anche se le cave non riguardano la Pania della Croce, la "montagna sacra" di Luciano è tutt'uno con il resto della catena montuosa che separa la Versilia e la Lunigiana dalla Garfagnana. E questo chi le attraversa in cammino lo sa.

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