Santa Cristina di Val Gardena ha votato contro il nuovo impianto di collegamento sul Sassolungo: "Tutti viviamo di turismo, ma deve adattarsi al nuovo contesto"
Una decisione accolta con soddisfazione dalla cittadinanza, che ha partecipato in massa alla riunione pubblica, dimostrando quanto la questione sia sentita dalla comunità


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La sera del 5 marzo 2025 il Consiglio comunale di Santa Cristina di Val Gardena ha votato contro il progetto di realizzazione di un impianto di collegamento tra Monte Pana e Saltria. Una decisione accolta con soddisfazione dalla cittadinanza, che ha partecipato in massa alla riunione pubblica, dimostrando quanto la questione sia sentita dalla comunità.
UN PROGETTO CONTESTATO SIN DALL'INIZIO
L’idea di costruire un impianto di collegamento tra Monte Pana e Saltria è stata sin da subito al centro di forti critiche. Già nel 2022, diverse associazioni locali, tra cui Nosc Cunfin, AVS (Alpenverein Südtirol), CAI Alto Adige e Mountain Wilderness, avevano avanzato la richiesta di istituire una zona a protezione speciale per preservare l’ecosistema unico del Sassolungo. La proposta si inseriva in un contesto più ampio di riflessione sulla sostenibilità dello sviluppo turistico nelle Dolomiti, una regione che, pur essendo Patrimonio Unesco, continua a subire pressioni per nuove infrastrutture e impianti.
L’opposizione al progetto ha visto crescere negli anni un movimento sempre più coeso, formato da residenti, ambientalisti e studiosi, preoccupati per le conseguenze ambientali di una nuova infrastruttura turistica in un’area naturale di grande valore. Gli studi condotti dall’AVK (Arbeitsgemeinschaft für Vogelkunde und Vogelschutz-Südtirol) hanno evidenziato la presenza di specie rare e vulnerabili, come il gallo cedrone e il raro orchidea pantofola della signora, che verrebbero gravemente minacciati da ulteriori sviluppi infrastrutturali.

La realizzazione del collegamento avrebbe comportato un impatto significativo su habitat ancora intatti e scarsamente antropizzati, mettendo a rischio la biodiversità della zona.
LA PETIZIONE POPOLARE E IL RUOLO DEI GIOVANI CONSIGLIERI
Il sentimento contrario alla costruzione dell’impianto si è concretizzato in una petizione che già a dicembre 2024 aveva raccolto circa 1600 firme tra i cittadini di Castelrotto e Santa Cristina, con un notevole 95% di adesioni contrarie al progetto. La partecipazione civica ha rappresentato uno dei fattori chiave nel determinare l’esito della votazione: una mobilitazione ampia e trasversale, che ha coinvolto non solo i residenti, ma anche visitatori e appassionati della montagna, consapevoli della necessità di un approccio più responsabile nella gestione del territorio alpino.

La questione è stata quindi portata ufficialmente in consiglio comunale grazie all’iniziativa di due giovani consiglieri, che hanno presentato una mozione per fermare il progetto. "I tempi sono cambiati", ha dichiarato l’assessore provinciale all’Ambiente, Peter Brunner, sottolineando come una nuova infrastruttura di collegamento non sia più compatibile con una visione sostenibile della montagna. Questo segnale politico è particolarmente rilevante, perché mostra come anche nelle amministrazioni locali stia emergendo una nuova sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali.
UN VOTO STORICO E UNA VISIONE PER IL FUTURO
La seduta pubblica del consiglio comunale ha visto un’affluenza straordinaria, con la popolazione riunita per testimoniare il proprio impegno nella difesa dell’ambiente. "È stato un momento di partecipazione importante e commovente", ha dichiarato Heidi Stuffer, portavoce di Nosc Cunfin, evidenziando come questa decisione segni un cambiamento di mentalità nella gestione del territorio: "Tutti viviamo di turismo, ma il turismo deve adattarsi al nuovo contesto".
La discussione durante il consiglio comunale ha messo in luce anche le preoccupazioni riguardanti il modello economico della valle. Se da un lato il turismo rappresenta la principale fonte di reddito, dall’altro è sempre più evidente che una crescita incontrollata non è più sostenibile. Il riscaldamento globale sta già avendo impatti tangibili sulla stagionalità della neve e sulla disponibilità di risorse idriche, rendendo necessaria una riconversione del turismo montano verso modelli più rispettosi dell’ambiente.

Per ora, il collegamento tra Monte Pana e Saltria verrà garantito da autobus, una soluzione meno impattante rispetto alla costruzione di un impianto, anche se permane la necessità di migliorare la sostenibilità del servizio, ancora basato su mezzi a combustibili fossili. "Anche su questo fronte c’è ancora molto da fare", ha sottolineato Stuffer. "È più facile rimuovere una linea di autobus rispetto a un impianto fisso, ma la vera sfida è ripensare la mobilità in chiave ecologica".
LA RICHIESTA DI UNA MAGGIORE TUTELA AMBIENTALE
Parallelamente alla battaglia contro il nuovo impianto, continua la richiesta di un rafforzamento delle misure di tutela ambientale dell’area. Le associazioni locali chiedono da anni l’istituzione di una zona a protezione speciale, o addirittura l’inclusione del Gruppo del Sassolungo in un parco naturale. L’incontro con l’assessore Brunner del 3 marzo 2025 ha confermato che qualsiasi decisione in merito dovrà attendere la conclusione dei processi partecipativi e lo sviluppo dei piani urbanistici comunali.
Nel frattempo, le associazioni ambientaliste non abbassano la guardia. "Questa vittoria non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza" affermano gli attivisti di Nosc Cunfin. "La vera sfida ora è garantire che quest’area venga realmente tutelata e non rimanga esposta a nuove minacce in futuro".
E ORA?
L’esito della votazione di Santa Cristina di Val Gardena può rappresentare un punto di svolta nella gestione della montagna, segnando la fine di un’epoca dominata da uno sviluppo turistico senza freni e da processi decisionali calati dall’alto che non rispondono alle necessità e ai desideri della popolazione locale. Tuttavia, la partita non è ancora conclusa: il comune di Fortezza deve ancora esprimersi sulla questione. Resta da vedere se questo voto influenzerà le decisioni future e se, finalmente, il Gruppo del Sassolungo potrà ottenere la protezione che in molti ritengono necessaria.
Nel frattempo, la mobilitazione continua. "Abbiamo dimostrato che la comunità può fare la differenza - conclude Heidi Stuffer -. Ora dobbiamo guardare avanti e costruire un modello di turismo che rispetti davvero la montagna e il suo fragile equilibrio". La speranza è che questo voto possa diventare un modello per altre battaglie ambientali, in un momento storico in cui il cambiamento climatico e la crisi ecologica impongono scelte coraggiose e lungimiranti.