"L’Europa ha milioni di difetti, ma se non ci fosse sarebbe cento volte peggio per noi". Non solo Roma: il 15 marzo manifesta anche Trento
In molti non hanno comprensibilmente digerito le recenti dichiarazioni di Ursula von der Leyen, temendo una deriva guerrafondaia. Indubbio è anche il fatto che, ora come ora, l'Unione europea non sia una macchina inappuntabile. Ma queste sono giustificazioni valide per ammainare le vele; per trascurare le piazze (che servono proprio a guardarsi in faccia e discutere, a confrontarsi, a godere dell'opportunità di poter criticare liberamente)


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"L’Europa ha milioni di difetti, ma se non ci fosse sarebbe cento volte peggio per noi. Saremmo già un feudo non dico tanto degli Stati Uniti, della Russia o della Cina, ma un feudo dei grandi poteri privi di patria che ormai si annidano nell’economia mondiale".
Sono sufficienti queste parole dello scrittore Paolo Rumiz, rilasciate a L'AltraMontagna in una recente intervista, per offrire un significato profondo alla manifestazione del 15 marzo nata, come sappiamo, da un editoriale del giornalista Michele Serra.
La manifestazione si terrà a Roma, in piazza del Popolo, alle ore 15:00. Tuttavia, da qualche giorno la capitale non è più l'unica città ad accogliere un desiderato nuovo slancio europeista: anche Trento, su iniziativa del quotidiano Il Dolomiti, ha deciso di aderire all'appello lanciato da Serra e chiedendosi, sul solco di Primo Levi, "Se non ora, quando?"
Una domanda quanto mai appropriata, osservando la situazione geopolitica internazionale. Come si può dare per scontato che paesi marcatamente autocratici e sovranisti, si muovano oggi in favore dell'Europa?
Dopo una prolungata quiescenza, in cui si sono dati per scontati privilegi non indifferenti - "separazione dei poteri, diritti e doveri uguali per tutti, libertà religiosa e laicità dello Stato, pari dignità e pari serenità per chi è al governo e chi si oppone", per citare Serra - è importante sollecitare un rinnovato sentimento europeista.
In molti non hanno comprensibilmente digerito le recenti dichiarazioni di Ursula von der Leyen, temendo una deriva guerrafondaia. Indubbio è anche il fatto che, ora come ora, l'Unione europea non sia una macchina inappuntabile. Ma queste sono giustificazioni valide per ammainare le vele; per trascurare le piazze.
Le piazze democratiche servono proprio a guardarsi in faccia e discutere, a confrontarsi, a godere dell'opportunità di poter criticare liberamente. Sono un'opportunità per immaginare un'Europa più solida e fresca: un continente unificato da valori comuni e arricchito da un ampio intreccio di peculiarità locali.
Ci sono due modi osservare le Alpi: c'è chi le concepisce come un demarcatore di confini e chi come la cerniera d'Europa. Queste due visioni si fanno spartiacque tra il pensiero nazionalista e quello europeista.
Se essere nazionalisti significa oggi diventare un feudo di poteri che mettono in discussione i valori fondanti del nostro continente, allora noi continueremo a vedere nelle nostre montagne una formidabile cerniera tra culture magari diverse, ma allo stesso tempo sorelle.
Per questi e per altri motivi, il 15 marzo L'AltraMontagna scenderà in piazza Lordon a Trento.