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Un balcone sul Garda

Una facile escursione tra Valle del Sarca e le Giudicarie, lungo la silenziosa Val Lomasona, fino ad affacciarsi sul Lago di Garda. Tra sterrate e facili sentieri attraverso ambienti naturali modellati dai ghiacciai, pareti rocciose, pascoli, fitti boschi e massi erratici

di
Luigi Dodi
12 gennaio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Alle spalle del Garda trentino, tra questo e il territorio delle Giudicarie, si apre la lunga e silenziosa Val Lomasona, chiamata anche Val del Lomason, che dalla Piana di Campo Lomaso sale dolcemente fino alla Sella del Calino (956 m) e all’omonimo monte, conosciuto anche come Monte San Pietro (1069 m), affacciandosi sulla Piana Benacense, con Arco, Riva e le acque del Lago di Garda.

 

Il rilassante solco vallivo, modellato dai ghiacciai quaternari, e con affascinanti emergenze geomorfologiche e ambientali, è una meta ideale soprattutto nelle stagioni intermedie, ma anche in inverno, con la neve, può essere percorso agevolmente, con le ciaspole o semplicemente con un buon paio di scarponi, regalando grandi emozioni. Siamo nella patria dell’outdoor, a due passi dalla Valle del Sarca, un territorio che, per caratteristiche climatiche e geomorfologiche, ma anche – e forse soprattutto – per la determinata volontà degli amministratori locali, è particolarmente vocato a tutte quelle attività che prevedono un confronto intimo, leale e diretto con l’ambiente.

 

Volete arrampicare? Guardatevi attorno: falesie di ogni tipo e difficoltà sono lì ad aspettare le vostre mani sulla roccia (proprio in Val Lomasona si trovano diverse falesie). Preferite spingere sui pedali? Asfalto, sterrati, single track… Non c’è che l’imbarazzo della scelta, su percorsi appositamente pensati per i neofiti e per i biker più esigenti. Ma potete anche sfruttare i venti per navigare – rigorosamente a vela! Qui è vietata la navigazione a motore – sulle acqua davanti a Riva del Garda. E, ovviamente, non mancano le possibilità per camminare, anzi, sono così tante che anche i più assidui frequentatori potranno sempre trovare un’escursione nuova, un sentiero mai percorso. Itinerari corti o lunghi, quasi pianeggianti o con ripide salite, tra i boschi o su aerei crinali, alla scoperta delle tracce della fiera storia – e della preistoria – degli abitanti di queste terre solari.

 

Non abbiate timore, però, di incontrare folle di escursionisti in Val Lomasona. Appena lasciata l’auto (ma potete anche usare i mezzi pubblici, qui molto efficienti, o decidere per un’escursione in mountain bike), e incamminati da Malga Lomasone (536 m) lungo la valle, sarete immersi in una quiete totale. Prima della partenza, inoltre, potete visitare la torbiera Lomasona, un interessante biotopo circondato da prati umidi, importante sito per la riproduzione di anfibi e rettili, e per la nidificazione, la sosta e lo svernamento di diverse specie di uccelli. Da qui in avanti la direzione è evidente: pieno sud, camminando sulla bella sterrata con segnavia n° 410 che, con una pendenza davvero modesta, penetra nella valle costeggiando le bastionate rocciose del Monte Misone (1803 m) a ovest, mentre sul versante opposto, a oriente, i pendii boscosi salgono al Monte Biaina (1413 m), affacciato sulla Valle del Sarca sopra Dro. Camminate con calma, gustate il paesaggio, dove si alternano pascoli e fitti boschi: non serve andare di fretta, perché per raggiungere la testata della valle sono sufficienti poco più di due ore. Si continua sulla pista forestale fino al bivio dei Molinei, a circa 600 metri di quota, dove si segue, sulla sinistra, la bella mulattiera che prende quota nel bosco, passando tra rocce ricoperte di muschio, poi per una radura con due grandi faggi, quindi di fianco al Maroc del Baco, un grande masso erratico, testimone silente del passato glaciale di questo territorio. Tornati nel bosco, e superata una sterrata, si passa da una bella pecceta e si esce nella radura di Pra della Vespana (803 m), oltre la quale un breve tratto più ripido conduce su un’altra sterrata. Siamo ormai in vista della nostra meta, e con la valle che si restringe tra il Misone e il Calino, si raggiunge in breve l’ampia Sella del Calino (956 m), affacciata verso Tenno.

 


Il Lago di Garda dal rifugio San Pietro. © Claudia Dal Ceredo
Il Lago di Garda dal rifugio San Pietro. © Claudia Dal Ceredo

 

Siamo arrivati? Volendo sì, ma consigliamo di proseguire ancora per pochi minuti, scollinando fino alla località di Calino (937 m), per giungere infine, con un veloce tratto di strada, al rifugio San Pietro (976 m), della Sat di Riva del Garda, straordinario balcone panoramico sul Lago di Garda. L’edificio venne inaugurato nel 1931, a seguito della ristrutturazione di un antico romitorio che sorgeva di fianco a una chiesetta risalente al Medioevo. Un luogo magico, ricco di storia, dove riposare (sono aperti nei festivi tutto l’anno) ammirando dall’alto le acque del Benaco, con Riva del Garda e Arco 800 metri più in basso. Per rientrare al punto di partenza si può ovviamente seguire lo stesso itinerario, ma nulla vieta di spingersi sugli altri sentieri che da qui proseguono sulle pendici del Monte Misone o verso il Monte Biaina, lungo il dedalo di piste forestali, mulattiere e sentieri che salgono e scendono su queste placide cime. La corona di cime che circondano la Valle del Sarca, infatti, sembrano quasi un richiamo al cammino, un invito all’esplorazione. A passo lento e con occhi attenti.

 

IL PERCORSO

Regione: Trentino – Alto Adige, provincia di Trento

Partenza: Malga Lomasone (536 m)

Accesso: da Dasindo o da Vigo Lomaso

Arrivo: rifugio San Pietro (976 m)

Disilvello: 450 m

Tempo: 2 h e 15 min

Difficoltà: E

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