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Esistono gare di slittino che non necessitano di impattanti infrastrutture (VIDEO): alla scoperta degli "hornschlitten", un tempo utilizzati per il trasporto, oggi per gareggiare

Dopo essere caduti in disuso a causa delle innovazioni tecnologiche che hanno interessato il mondo dell’agricoltura e della selvicoltura, gli "hornschlitten" sono stati riscoperti in chiave competitiva. Questa reinterpretazione moderna si deve a una scommessa

di
Pietro Lacasella
12 January | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un tempo erano utilizzati per portare a valle fieno, latte e legna (a volte anche interi tronchi), oggi per gareggiare. Stiamo parlando dei cosiddetti hornschlitten, “slitte a corno” chiamate così per la forma dei pattini che si estendono verso l’alto nella parte anteriore del mezzo e che, come maniglie, servono per sterzare o per spingere. Dopo essere caduti in disuso a causa delle innovazioni tecnologiche che hanno interessato il mondo dell’agricoltura e della selvicoltura, gli hornschlitten sono stati riscoperti in chiave competitiva.

 

Questa reinterpretazione moderna, si legge nel sito dell’Hornerclub Sulzberg, si deve a una scommessa. Il 6 gennaio del 1970 si tenne una gara notturna per decretare chi fosse il miglior conducente di slittino. Una volta illuminata la pista, il segnale di partenza fu dato da un colpo di fucile. La gara ebbe un successo tale che si decise di ripeterla ogni anno.

 

Alla corsa successiva, che si svolse di giorno, parteciparono 13 slitte. L’entusiasmo crebbe rapidamente, tant’è che appena un anno più tardi le slitte erano 37 e gli spettatori ben 4.000. “Alla gara del 1975 - informa ancora il sito - erano presenti quasi 8.000 spettatori”.

 

Così un praticante, nel 1999, descriveva la sua slitta: “È destinata a 2 uomini. Pesa circa 45 chilogrammi, è lunga 2,17 metri, larga 1,13 metri, alta 0,83 metri. È stata realizzata in legno di frassino privo di nodi e non si deforma facilmente. Viene utilizzato anche legno di acero o di quercia”.

 

Quello di Garmisch-Partenkirchen è sicuramente uno degli appuntamenti più importanti per gli appassionati. Si svolge nel giorno dell’Epifania e, dopo nove anni, lo scorso 6 gennaio la neve è stata sufficiente per aprire l'intero percorso, lungo 1.100 metri e con un dislivello di circa 150 metri. Si sono toccate pendenze del 27% e le slitte hanno raggiunto velocità massime di 100 chilometri all’ora.

Osservando le immagini, le slitte scivolano a valle senza essere imbrigliate in un budello di cemento. Le riflessioni si posano quasi spontanee sull’impianto in fase di realizzazione a Cortina, di cui tanto si è parlato e che sicuramente farà ancora discutere.

 

Azzardare un confronto sarebbe complesso, forse superficiale, considerata l’evoluzione di questo sport: è dagli anni Sessanta, infatti, che lo slittino su pista naturale (di cui gli Hornschlitten sono una variante) è diventato una disciplina separata rispetto allo slittino su pista artificiale.

 

Le due discipline si sono sviluppate in parallelo fino al 1964: veniva utilizzato lo stesso mezzo e le regole non erano diverse. A slegarne i destini fu il debutto olimpico, quando lo slittino divenne uno sport ufficiale.

 

Chissà se il futuro di questo sport - considerato l’impatto economico, ambientale e sociale delle piste artificiali moderne - si incamminerà a ritroso, alla ricerca delle origini. Bisogna sempre considerare che le attività legate al freddo e alla neve sono direttamente influenzate dall’aumento delle temperature, ciononostante le gare di hornschlitten oggi riscuotono ancora un grande successo: sia come numero di partecipanti (all’ultima edizione tenutasi a Garmisch-Partenkirchen si sono iscritte 83 squadre) sia come numero di spettatori.

Immagine in apertura: pagina Facebook Hornerclub Rotenberg

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