Gli itinerari de L’AltraMontagna: sul panoramico Monte Ventasso, tra le faggete dell’Appennino Reggiano
Una facile e corta salita con le ciaspole a una cima defilata rispetto al crinale appenninico principale, con grandi panorami, alberi secolari e un piccolo grande lago
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Come ormai spesso succede in pieno inverno, con le Alpi avare di neve, sono gli Appennini ad accogliere precipitazioni maggiori, ricoprendosi, magari in pochi giorni di abbondanti nevicate, di uno spesso manto bianco, fino anche a quote modeste. Non è certo una novità la bellezza – e a volte la severità – della dorsale appenninica nella stagione fredda, con i boschi di faggi, le creste arrotondate e le conche da percorrere con le ciaspole o le pelli di foca. Le possibilità sono davvero tante, molte adatte anche ai meno esperti, e un’ampia gamma di itinerari più completi, anche “selvaggi”. A volte a un passo dalla pianura, come sull’Appennino Reggiano, nel territorio del Parco nazionale dell’Appenino Tosco-Emiliano, a due passi da Reggio Emilia. Una cima minore, per certi versi, non sul crinale principale, ma affacciata sul versante nord del Parco, tra i bacini del Secchia e dell’Enza. È il Monte Ventasso, ottimo punto panoramico raggiungibile con una breve salita, dove a una prima parte davvero facile, adatta anche ai bambini e quasi sempre percorribile senza ciaspole, segue un tratto più ripido, che richiede una certa pratica, soprattutto in caso di traccia da battere o di neve abbondante.
Laghi ghiacciati
Questo piccolo viaggio invernale nell’Appennino Reggiano inizia a Ventasso Laghi, una modesta e tranquilla stazione turistica, soprattutto invernale, a 1300 metri di quota che, nonostante qualche compromesso urbanistico non proprio riuscito, conserva il fascino semplice e genuino dell’Appennino. Lasciata l’auto nel grande parcheggio, ci si porta sul margine sudoccidentale della piana, dove inizia una facile sterrata chiusa da una sbarra. La traccia è praticamente sempre battuta, con una pendenza davvero modesta, e dopo un breve tratto nel bosco si esce sulla conca che ospita il Lago Calamone (o Lago del Ventasso), a 1398 metri di quota, dominato dalla mole del Ventasso. Il dislivello, fin qui, è davvero modesto, e insieme alla facilità del percorso lo rendono adatto a tutti, anche senza ciaspole (sarebbe meglio averle, tranne con scarsissimo innevamento, e sempre i bastoncini!). La camminata nel bosco è davvero molto breve, una quindicina di minuti, venti al massimo con passo rilassato, e le sponde del lago, il più grande bacino naturale della provincia di Reggio Emilia, e dove sorge il rifugio Venusta (chiuso in inverno), sono perfette per una pausa. O anche come meta, magari in una bella giornata di sole con i bambini, per andare a esplorare i boschi circostanti alla caccia di orme di animali o scrutando le strane forme della neve su alberi e rocce. La superficie del lago è spesso ghiacciata, e con la neve questo ripiano soffice e bianco, incorniciato da prati e boschi, attira non poche persone, vista la comodità di accesso.
In salita verso la cima
Dal lago l’itinerario diventa più impegnativo, e in inverno sicuramente più solitario, anche se resta abbordabile da chiunque abbia una minima esperienza. Il percorso, spesso già tracciato, segue di massima il sentiero estivo n° 661/667, che sale nel bosco verso sud, prima blandamente, con la pendenza che poi aumenta. Si cammina tra faggi di ogni età, alcuni centenari e sorprendentemente belli, che con la neve assumono un fascino forse ancora più intenso. Superata la quota di 1500 metri, la vegetazione si dirada e poi sparisce, ed ecco apparire un’infilata di cime e valli boscose, che si perde in lontananza. Ci troviamo sulla poco marcata dorsale occidentale del Monte Ventasso, dove si inerpica il sentiero estivo, e che i più esperti e allenati possono risalire direttamente, sbucando sulla cima. Il manto nevoso deve essere sicuro e il terreno è piuttosto ripido, ma per fortuna, salendo, si incontra subito a destra una deviazione più facile. In genere si vedono la traccia del sentiero e le paline segnaletiche, che emergono dalla neve, ma non ci si può sbagliare: si deve traversare, in moderata salita, il versante occidentale della montagna, costeggiando il bosco, fino a raggiungere la cresta a circa 1630 metri. Da qui, piegando a sinistra, si risalgono agevolmente gli ultimi cento metri di dislivello, percorrendo l’arrotondata dorsale e raggiungendo la croce metallica sulla cima del Ventasso. Il panorama è davvero notevole, proprio grazie alla posizione defilata di questa montagna: il Monte La Nuda e l’Alpe di Succiso, che incorniciano il mare, poi la lunga infilata di altre cime del crinale appenninico, supportate da decine di dorsali secondarie e lunghe valli, con le foreste che rivestono praticamente ogni versante, e poi la Pietra di Bismantova e dietro la pianura. Uno spettacolo davvero imponente nella sua semplicità. Per il ritorno, visto che l’escursione è piuttosto breve, si può compiere un breve anello: tornati alla base del versante occidentale, invece di svoltare a destra e rientrare nel bosco, si può continuare dritto (ovest) sulla dorsale (il sentiero estivo è il n° 667). Poco prima della pista di sci, si piega a destra (n° 667B), poi ancora a destra (n° 667A), per rientrare, attraversando alcune belle radure, al Lago Calamone.
IL PERCORSO
Regione: Emilia – Romagna
Partenza: Ventasso Laghi (1335 m)
Arrivo: Monte Ventasso (1727 m)
Accesso: da Reggio Emilia si segue la Statale 63 verso il Passo del Cerreto e, poco prima di Cervarezza, si prende a destra per Ramiseto e il Passo del Lagastrello, poi subito a sinistra verso Montemiscoso e infine a sinistra fino a Ventasso
Dislivello: 400 m
Durata: 1 h e 30 min
Difficoltà: EAI (escursionismo in ambiente innevato); WT3 (media difficoltà)
Immagine di apertura: Monte Ventasso © Giorgio Galeotti