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Tragedia in Ucraina: muore sotto i colpi di mortaio il climber Maxim Petrenko

Nato a Lugansk nel 1978, Petrenko è stato degli scalatori più talentuosi della sua generazione

di
MOb
19 ottobre | 08:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La guerra in Ucraina non è solo un lontano brusio, anzi spesso torna a scuotere le nostre vite: è successo alla comunità degli appassionati di montagna e di arrampicata, colpiti da una notizia particolarmente dolorosa

 

Maxim Petrenko, brillante talento dell’arrampicata sportiva, è stato infatti ucciso da colpi di mortaio nei pressi di Toretsk. Aveva 46 anni.

 

Nato a Lugansk nel 1978, Petrenko è stato degli scalatori più talentuosi della sua generazione. Negli anni '90 e 2000, periodo in cui l’arrampicata sportiva cominciava a prendere forma come disciplina, Maxim è stato campione del Mondo Giovanile nel 1997 a Mosca, ed è salito sul podio dei Campionati del Mondo nel 1999 a Birmingham, conquistando il bronzo.

 

Era capace di scalare vie di difficoltà fino all'8c+, un livello considerato allora tra i limiti massimi dello sport: oltre alla sua straordinaria forza fisica, chiunque lo avesse conosciuto ricordava la sua vitalità contagiosa e un modo di vivere semplice e determinato.

 

Con l’inizio della guerra in Ucraina, Petrenko si è trovato coinvolto in un conflitto che non avrebbe mai voluto affrontare. Come scrive l’amica Anna Piunova, "he didn't want to fight. Didn't want to die". Non voleva combattere, né tantomeno morire.

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