Terres Monviso Outdoor Festival: non una semplice vetrina promozionale alla vigilia della stagione estiva, ma il desiderio di raccontare un territorio
Vivere un territorio vasto, montano e transfrontaliero, in un unico spazio, nel cuore di un centro urbano piccolo ma dalla storia grande. Succede nel fine settimana dal 15 al 17 marzo a Saluzzo, provincia di Cuneo, per la tre giorni del Terres Monviso Outdoor Festival. Non si tratta di una semplice vetrina promozionale alla vigilia della stagione estiva, qui c’è il desiderio di raccontare un territorio che si muove all’unisono in nome di radici condivise e sentite: "Lavoriamo per unire la domanda del pubblico con l’offerta dei luoghi, metterli in dialogo attraverso le esperienze"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Dentro le tende degli alpinisti che affrontano un Ottomila. Indossare l’imbracatura necessaria per scalare una vetta. Salire a bordo di un kayak proprio come si farebbe sul fiume Po. Scoprire come nasce il castelmagno in alta Val Grana e cosa si prova su una zipline.
Vivere un territorio vasto, montano e transfrontaliero, in un unico spazio, nel cuore di un centro urbano piccolo ma dalla storia grande. Succede nel fine settimana, a Saluzzo, provincia di Cuneo, per la tre giorni del Terres Monviso Outdoor Festival.
Non si tratta di una semplice vetrina promozionale alla vigilia della stagione estiva, qui c’è il desiderio (ambizioso) di raccontare un territorio che si muove all’unisono in nome di radici condivise e sentite. "La nostra cittadina, dal tardo Medioevo al Rinascimento si sviluppa come piccola capitale di un altrettanto piccolo Stato: il Marchesato di Saluzzo, che gioca un ruolo nella complicata vicenda tra la Francia e i Savoia - spiega Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo, Comune capofila del progetto transfrontaliero Terres Monviso -. È allora che Saluzzo costruisce un legame con le Valli del Monviso e tutt’oggi rimane il centro di riferimento socioeconomico e di servizi per un territorio di circa 100mila abitanti, quattro valli alpine e la pianura agricola che circonda la città". L’area a cui fa riferimento Calderoni è situata a cavallo tra Italia e Francia: ambienti che variano dalle dolci colline del fondovalle alle praterie d’alta quota, fino ai 3841 metri dell’imponente Re di Pietra, il Monviso, dalle cui pendici nasce il Po, il fiume più lungo d’Italia. È proprio il Monviso il comune denominatore di un angolo d'Europa incontaminato, che ha ottenuto il riconoscimento dall’Unesco come Riserva della Biosfera del Monviso, una terra discreta ma di straordinaria bellezza.
Queste valli hanno molto da offrire a chi ama la montagna e la natura e soprattutto lo sport all’aria aperta: dal trekking alle passeggiate a cavallo, dal mountain bike all’arrampicata sportiva e su ghiaccio, dal kite surf al parapendio, dallo sci alpino a quello di fondo, dalla canoa al rafting. "Il Festival è la naturale prosecuzione del grande lavoro svolto nella analisi dell’offerta turistica presente sul territorio e nel tentativo di sistematizzarla - continua Calderoni -. Abbiamo valli bellissime, pressoché nessun impianto di risalita, comunità attive, tradizioni e cultura occitana ancora vivaci, una gastronomia alpina e pedemontana dai sapori autentici e non ancora standardizzati, una produzione agroalimentare d’eccellenza. L’attività outdoor è la più adatta per cucire tutta questa ricchezza e ricavarne un prodotto turistico competitivo. Abbiamo sentito l’esigenza di far incontrare i protagonisti di questa comunità diffusa, di farli conoscere e metterli in relazione. La prima idea, più che di un Festival, era di una festa per noi, per la gente del Monviso. Poi la cosa ci è scappata di mano. Evidentemente ce n’era bisogno".
A dare sostanza all’idea è la Fondazione Amleto Bertoni, ente strumentale del Comune di Saluzzo a cui è affidata la regia dell’evento. Un team giovane e affiatato che qualcuno ha definito "in grado di muovere le montagne". Applicata all’Outdoor Festival, l’espressione è molto più di una metafora. Da venerdì 15 a domenica 17 marzo, la Fondazione porterà in centro a Saluzzo i prodotti, le professionalità e le attività sportive di 69 Comuni, 6 Unioni Montane e il fondovalle, un territorio che va da Moretta, in pianura, fino al valico del Colle della Maddalena che separa le Alpi Marittime dalle Alpi Cozie unendo la Valle Stura con la Val d’Ubaye. Anche il luogo scelto come campo base non è un caso. I più la chiamano ex Caserma Mario Musso, anche se gli anziani del posto ricordano che quell'enorme edificio alle porte del centro storico un tempo era semplicemente "Il quartiere militare". Fino agli inizi degli Anni Novanta qui era di stanza l'Artiglieria Alpina. Oggi è una Casa della Partecipazione che vede il suo futuro in un nome ritrovato: Il Quartiere, appunto.
Per primi arriveranno i bambini, quasi mille, di età compresa fra i 3 e i 18 anni. Provenienti da una ventina di scuole da tutto il Piemonte, parteciperanno a Didattiland: una giornata per sperimentare e testare l’offerta outdoor in ottica educational. I progetti nati dal post Covid, le associazioni e gli accompagnatori di media e alta montagna, le guide alpine, gli accompagnatori naturalistici saranno gli attori protagonisti di laboratori e incontri, ma anche tante prove, verso l’alto, nell’acqua, in bicicletta.
Il sabato e la domenica saranno dedicati al pubblico, trasversale, dagli operatori di settore ai turisti (qui il programma). "Il nostro Festival si distingue nel panorama italiano per le esperienze - spiegano dalla Fondazione Amleto Bertoni -: qui si vive la montagna attraverso i marchi, le associazioni, le Porte di Valle, i produttori e i professionisti che sulle terre alte hanno piantato la punta del loro compasso. Lo facciamo in una città che è sempre stata proiettata verso la montagna e gli scambi internazionali con la Francia". C’è chi raggiungerà Il Quartiere a piedi o in bicicletta attraverso escursioni guidate, chi pernotterà nelle tende allestite nel cortile interno e chi si è preparato all’evento con un trekking in anteprima insieme a una delle anime del Festival, Ermanno Bressy della Compagnia del Buon Cammino. Fuori dai confini della caserma, troveranno casa il Saluzzo Street Boulder Festival e un Pump Track che trasformerà l’area pedonale in uno spazio per fare skate o bici tra le curve.
Un approccio esperienziale ma anche di confronto. Nell’area Alpine Refuge si rifletterà sulla gestione dei rifugi, le attrezzature innovative e la manutenzione dei sentieri. Altri temi saranno la produzione e il risparmio energetico, la digitalizzazione, il riciclo delle acque e l’eliminazione dei rifiuti, il trasporto dei materiali e lo spostamento dei turisti. L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo presenterà l’Atlante dei Sapori mentre il Parco del Monviso curerà una tavola rotonda sul monitoraggio dei dati climatici attorno al Re di Pietra. Sette cucine proporranno prodotti da zaino e piatti tipici delle Valli occitane, proprio come accade al termine di un’escursione. E non mancheranno letteratura, musica e parole. "Lavoriamo per unire la domanda del pubblico con l’offerta dei luoghi, metterli in dialogo attraverso l’esperienza. Il nostro grande auspicio non è semplicemente ad attrarre un turismo di prossimità, già avvezzo a queste valli. Puntiamo a un percorso corale che porti a formare insieme un pubblico consapevole, educato al bello e alla sostenibilità, che condivida i valori che la montagna può e sa rappresentare".
Terres Monviso Outdoor Festival - Fotografie Vi2o